Caro papa Francesco, eccomi… io ti riscrivo. Sono una delle 26 donne che…

donne-amano-preti-330294[1]
di don Giorgio De Capitani
Anche questa seconda lettera indirizzata direttamente a papa Francesco dalla signora Giovanna, così come la prima, scritta insieme ad altre 25 donne, non vanno interpretate solo come il grido disperato di chi vuole realizzare un “loro” diritto a quell’’amore che, essendo un valore umano, uno tra i più essenziali e uno tra i più belli (se è vero che Dio, l’Amore per eccellenza, ha voluto renderne partecipe “ogni” essere umano), nessuna istituzione terrena, neppure la religione, e tanto meno la Chiesa autentica di Cristo, hanno il potere di sradicare dal cuore dei suoi preti.
In realtà, si tratta proprio di un “sradicamento”, come se al ministro di Cristo fosse proibito vivere da “essere umano”. Eppure, il Figlio di Dio è disceso sulla terra per incarnarsi in ogni realtà umana, a partire dall’amore. Il problema non è se Cristo abbia amato o no una donna, e si sia formato una famiglia. Sappiamo per certo che ha avuto amiche “particolari”. Lo dice il Vangelo. E, tra queste, una donna ancor più particolare: la Maddalena. Su questo potremmo discutere a lungo, senza per forza farne romanzi rosa.
Tutti sanno che Pietro era sposato, ma non credo proprio che Gesù l’avesse chiamato a seguirlo, costringendolo ad abbandonare moglie e figli. Può darsi che Pietro fosse già vedovo, ma non è questo il punto. Lo stesso papa Francesco ha riconosciuto, in una intervista con il rabbino Skorka, che nella Chiesa fino al 1100 non c’era l’obbligo stretto del celibato. E allora, perché non comprendere che le ragioni che hanno costretto la Chiesa-struttura per un certo periodo storico a stabilire l’obbligo del celibato per i suoi preti, oggi non abbiano più alcuna consistenza, e che, anzi, possano essere una delle ragioni della grave mancanza di vocazioni, ma anche la causa di quel mondo di “relazioni nascoste” che costringono prima o poi a scelte disumane? Non aggiungo altro, per evitare di creare legami forzati ad esempio tra celibato e pedofilia.
In questi giorni, si fa un gran parlare anche del problema della recezione dei sacramenti (confessione e comunione) da parte dei divorziati risposati ecc. e di conseguenza della illegittimità o, meglio, della invalidità del matrimonio al di fuori del sacramento cristiano, naturalmente per i credenti.
Credo che ci sia un legame tra i due problemi: quello del celibato del clero e quello dei divorziati risposati (in comune). Ciò che li accomuna è proprio l’amore, che chiamerei “umano” prima che “sacramentale”. Come negare che anche il matrimonio civile, se è fondato su un autentico amore, non sia vero matrimonio? Come si può ancora dire che l’amore umano deve per forza essere quello ratificato da un sacramento della Chiesa, a sua volta normalizzato dal codice canonico? Per chi crede, il sacramento dà una grazia particolare all’amore e al matrimonio, ma non va oltre. L’amore umano è amore in se stesso. La struttura, civile ed ecclesiastica, normalizza casomai l’unione tra un uomo ed una donna (un domani, speriamo, tra uomo e uomo, tra donna e donna), ma non può essere il criterio assoluto per convalidare l’unione profonda tra due cuori che si amano.
Tornando al problema del celibato dei preti, mi spingerei oltre. Nell’Ordinazione, c’è qualcosa di paradossale, che è un misto di presunta nobilitazione o sublimazione dell’essere umano (così spirituale da disincarnarsi dall’amore carnale) e una specie di castrazione “carnale”, dando alla parola “carnale” il significato di “realtà umana” in ogni suo aspetto umano, anche quello sessuale. È vero che chi entra in seminario, fa già liberamente la sua scelta: è consapevole di ciò a cui va incontro. Ma sull’avverbio “liberamente” avrei tanti dubbi. Non puoi decidere in anticipo per tutta la vita su un valore, come l’amore. Si può scegliere di rinunciare all’amore per sempre? E se un domani incontrassi una donna che ti ama profondamente, che cosa faresti? Dirai di no, perché hai scelto prima, anni fa, di non amarla?
La mia proposta, che da tempo faccio alla Chiesa cattolica, ovvero di lasciare libertà di scelta, prima e anche dopo (nel caso in cui trovassi l’amore autentico di una donna), non vuole solo risolvere casi gravi di coscienza o situazioni drammatiche, ma riguarda proprio questa convinzione: che l’amore non può essere proibito da nessuna legge. Dio non vuole, anche se la Chiesa vuole!
Le parole del papa al rabbino Skorka: “sono a favore del mantenimento del celibato, con tutti i pro e i contro che comporta, perché sono dieci secoli di esperienze positive più che di errori», non solo rivelano una certa chiusura umana e di fede dell’attuale papa (non ci sarebbe comunque da meravigliarsi!), ma sono particolarmente gravi. Come si possono mettere sulla bilancia dell’amore i pro e i contro, come se il criterio di valutazione fosse anzitutto la struttura-Chiesa? Qui non si tratta di fare un bilancio relativamente all’efficienza di una struttura, ma di dare all’amore umano ciò che è suo.
So benissimo che togliere il celibato si creeranno tanti altri problemi, ma questi altri problemi saranno di carattere puramente pratico, e non essenziali. E allora, per paura di conseguenze di carattere pratico, manteniamo in vita un celibato obbligatorio, violando così ciò che c’è di più divino sulla terra?
NotaBene.
Sarei curioso di sapere se tra il clero sposato ortodosso e se tra i pastori protestanti si siano verificati casi di pedofilia, di situazioni familiari drammatiche, di scandali sessuali con la stessa intensità e diffusione che stiamo purtroppo constatando nel clero cattolico. Qualcuno mi potrebbe rispondere? 
da Bianco e Nera
Seconda lettera al papa

Caro papa Francesco, eccomi… io ti riscrivo.

Sono una delle 26 donne che…

Caro papa Francesco, eccomi… Io ti riscrivo!!
Sono una delle 26 donne che alcuni mesi fa ti avevano scritto raccontandoti delle loro sofferenze per amore di sacerdoti.
Sento nuovamente l’esigenza di scriverti… il mio cuore ha davvero bisogno di raccontare. Non ti scrivo per me. Ti scrivo spinta da una forza ancora nuova, una forza che purtroppo viene dall’aver ascoltato in questi mesi tantissime altre storie da voci di donne e, sì, anche di sacerdoti.
Dopo che la nostra lettera è stata conosciuta in tutto il mondo, sono stata e siamo state contattate da un numero inquantificabile di persone che esprimevano la loro gratitudine e solidarietà, e soprattutto manifestavano l’esigenza di aprirsi, di sentirsi capiti, di poterne parlare. Storie che nella loro diversità, racchiudono costantemente un dolore molto profondo. Amori che non riescono a esaurirsi col tempo e la distanza.
Io, credimi, non ho motivo di espormi così tanto… E se lo faccio è per la compassione che ogni giorno preme sempre di più il mio cuore. Non sai quanto desiderio avrei di raccontarti tutto ciò che viene delicatamente e con fiducia messo nelle mie mani.
È dura per me sentir dire da un sacerdote “io sono di tutti e per tutti, ma nessuno si chiede io come sto, nessuno…se non lei, la donna che amo nel segreto del mio cuore. Lei, che però devo tenere distante. È un supplizio quotidiano. Tra noi sacerdoti non se ne parla e fingiamo anche tra noi che tutto vada bene”.
La solitudine di questi sacerdoti impèra, caro papa Francesco. Parlano costantemente di amore nelle loro omelie, ma di esso ne hanno una paura folle. Ho toccato con mano l’estrema fragilità di molti di loro, e constatato non di rado un’immaturità caratteriale e affettiva. Le donne soffrono anch’esse(e sono le vere vittime), ma sono più forti e tenaci, più salde e consapevoli. Dolcissime!
Per non parlare di quanti e quanti amori malati e distruttivi ho conosciuto. Non per la cattiveria di questi uomini, ma per la profonda scissione del sé che avviene in loro, supportata spesso da un disagio già presente. Tanti, troppi irrisolti.
Ne soffro amaramente e con tutto il cuore!
Ho conosciuto sacerdoti sposati fantastici, persone che hanno avuto il coraggio di mettersi in discussione e fare una scelta radicale che confermi la coerenza e Bellezza di Cristo nella loro vita. Essi non possono esercitare il ministero per l’attuale regola vigente, ma sarebbero sacerdoti validissimi, e in più illuminati dall’amore aggiunto che Cristo ha dato loro attraverso la famiglia. A differenza di altri preti che di nascosto hanno dei figli non riconosciuti (e i vescovi lo sanno!!), ma tutti tacciono e quindi continuano ad esercitare il ministero. Rovinando vite!! Vite di bambini e di donne straziate dal dolore.
Penso di capire cosa provasse Gesù a vedere tutta l’ipocrisia delle istituzioni del suo tempo, “essi filtrano il moscerino e ingoiano il cammello”. Anche la nostra chiesa purtroppo è diventata così, e se siamo di Cristo, dobbiamo puntare alla coerenza e giustizia. Basta ipocrisie!
Se mi sono permessa di scriverti è proprio perché mi fido di te, della tua sapienza e della limpidità che auspichi per la chiesa.
So che per adesso ci sono problemi mondiali molto più gravi e urgenti e quello da me esposto è al loro confronto un problema minore, ma è anche vero che non è nelle nostre mani la possibilità di poter fermare la guerra, invece è nelle tue mani la possibilità di cambiare questa regola.
Vorrei porre ai tuoi piedi tutta questa sofferenza affinché lo Spirito illumini le scelte della Chiesa, tenendo conto non solo degli aspetti evangelici della questione (che a mio avviso sono maggiormente a favore del celibato facoltativo) ma anche gli aspetti umani. L’amore è un sentimento universale e negarlo vuol dire negare la natura umana e divina dell’uomo.
Io sogno una chiesa più pulita e limpida, più vera e pronta all’aiuto e all’ascolto. Che sappia aiutare questa società che cambia e che sta perdendo la fiducia nell’uomo e nel Signore. Vorrei cambiare il mondo di oggi partendo dalla chiesa e dalle nostre comunità. Per questo darle un volto più vero, più umano, più dignitoso e credibile penso sia il primo passo in questa direzione.
Ti chiedo perdono se i miei modi e le mie parole ti avessero in qualche modo infastidito. Spero tanto di no, perché le mie intenzioni non sono di giudizio o condanna ma di umile richiesta di aiuto per tutto il dolore che sto conoscendo e spero possa essere compreso.
Che il Signore ti benedica e ti protegga in ogni tuo giorno!
Giovanna

 

16 Commenti

  1. Valentina ha detto:

    Condivido pienamente le ottime riflessioni di Don Giorgio e capisco il punto di vista della Signora Giovanna, la cui lettera molto sofferta mi ha profondamente commossa. Entrambi hanno espresso argomentazioni validissime, che la Chiesa Cattolica dovrebbe prendere in seria considerazione. Sarebbe giusto, finalmente. Ma ho poca speranza che ciò possa accadere e questo mi dispiace davvero.

  2. rob ha detto:

    conosco un sacerdote sposato con 2 figli, è un cristiano maronita e abita a Gerusalemme, per i maroniti sposati è possibile diventare sacerdoti, ma non viceversa (un sacerdote non può sposarsi).

  3. fdrk ha detto:

    Sarebbe come se uno studente che si applica tanto per diventare ingegnere, fino a rinunciare a rapporti sociali, una volta diventato professionista dovesse rimanere tale, isolato, per sempre, pena la perdita del titolo.

    Condivido e complimenti per il coraggio.

  4. fabio ha detto:

    Il mio intervento è solo di considerazione generale (quindi non su questo caso in particolare) che mi viene da fare ogni qualvolta ritorna il “problema” dello sposarsi. Quest’anno ho compiuto felicemente 25 anni di matrimonio con la fortuna di avere avuto 2 figlie stupende. Ma poi mi guardo intorno: amici, colleghi, conoscenti….. Quanti che potrebbero sposarsi e non lo fanno: un sacco di coppie che convivono. E poi leggi che chi vuole sposarsi sono quelli che (oggi) non possono: divorziati, omosessuali, preti…. Della serie: chi può non lo fa e viceversa. Non vi sembra – perlomeno – curioso? Grazie e un saluto a tutti.

    • Don Giorgio ha detto:

      Che c’entra? Chi non si sposa lo fa per scelta. Nel caso dei preti, la cosa è un po’ diversa. Se la Chiesa desse piena libertà: ci sarebbero preti che sceglieranno di sposarsi e altri che non lo faranno. Il problema per me è un altro: scegliere a vent’anni il celibato perpetuo, mi pare assurdo. Come puoi sapere ciò che capiterà nella vita, magari di incontrare la donna ideale? Rinunciare per sempre all’amore?

  5. dioamore ha detto:

    Diciamola tutta: nemmeno Gesù si è fatto sacerdote, nel senso che lui non apparteneva alla casta sacerdotale del suo tempo. E’ rimasto laico. Chi vuole seguire Gesù, resti laico oltre che celibe.

    Ho già detto tempo fa che i figli della luce non si ammogliano e non si maritano, tanto meno si fanno sacerdoti. Perché? Già, perché i figli della luce non si ammogliano e non si maritano? Perché il matrimonio così come il patrimonio è legato alla Proprietà Privata e i figli della luce confidano nella luce e non nella Proprietà Privata.

    A Gesù sta a cuore il bene dell’uomo, sempre. Gesù è contro il divorzio perché ripudiare una donna sposata equivaleva per quei tempi a sbatterla in mezzo alla strada lasciandola priva di ogni diritto e dignità. La cosa è reciproca.

    Marco 10,11 bis
    “Chi licenzia il proprio operaio e ne assume un altro, commette adulterio contro di lui”. Perché l’operaio può rimanere disoccupato.

    Marco 10,12 bis
    “Se l’operaio si licenzia e si fa assumere da un altro, commette adulterio”. Perché il datore di lavoro può non trovare un altro operaio.

    Marco 10,11 ter
    “Chi sfratta il proprio inquilino e ne ospita un altro, commette adulterio contro di lui”. Perché l’inquilino può non trovare un’altra casa.

    Marco 10,12 ter
    “Se l’inquilino ripudia chi lo ospita e si fa ospitare da un altro, commette adulterio”. Perché il proprietario della casa può non trovare un altro inquilino.

    Là dove c’è una famiglia, non ci può essere la Chiesa.

  6. giobatta ha detto:

    Cara Giovanna, fammi capire, ma sei tu che ti devi adattare alla Chiesa, sempre ammesso che credi nei suoi insegnamenti, oppure la chiesa si deve adattare a te (buttando a mare 2000 anni di magistero)?
    E, per favore, non parlare di ipocrisia quando la più grande ipocrita in questo caso sei proprio tu…

    • Patrizia ha detto:

      Scusa Ciobatta, anche se ragioni come una ciabatta!
      Perché dai dell’ipocrita a Giovanna, quando l’ipocrita dimostri di essere tu stesso???
      Nella chiesa 2000 anni fa i preti, anzi gli anziani, perché la figura del prete inizialmente non esisteva, si sposavano sai???
      Se lo sposarsi era una cosa sbagliata, secondo te Gesù fondava la sua chiesa PROPRIO con il contributo di una persona sposata, cioè Pietro???
      E come rispondo sempre anche io, così come ha detto don Giorgio, a quelle persone misere che dicono che gli apostoli hanno lasciato moglie e figli per seguire Gesù: MA VI PARE MAI POSSIBILE CHE GESU’ NELLA SUA INFINITA BONTA’ E MISERICORDIA ABBIA MAI POTUTO COMPIERE UNA SIMILE CRUDELTA’ NEL FAR LASCIARE LE MOGLI SOLE A MAGGIOR RAGIONE CHE A QUEI TEMPI LE DONNE MARITATE E LASCIATE SOLE, PERCHE’ VEDOVE O RIPUDIATE, SOFFRIVANO LE PENE DELL’INFERNO??? UN GESU’ DI QUESTO GENERE, SAREBBE STATO UN UOMO BUONO E GIUSTO???
      Quindi, finiamola di sparare fesserie (per non dire altro!) e cercate di usare il cervello che il buon Dio vi ha donato!
      Non dare dell’ipocrita a Giovanna, ma invece impara a metterti in empatia con le sofferenze del prossimo: ci guadagnerai sicuramente in umanità!!!

      • Giobatta ha detto:

        Cara Patrizia le cose che scrivi le conoscevo benissimo e non sono mai state un mistero x nessuno. Anche se non ho mai capito per quale motivo fate sempre l’esempio di S.Pietro ( che aabandono’ la famiglia per seguire Gesu’) e mai quello di S.Paolo. Comunque, quisquilie a parte, tu e la signora Giovanna potete pensare quello che vi pare, ne avete tutto il diritto, pero’ non avete il diritto di chiedere che la Chiesa cambi atteggiamento poiche’ voi, che tral’altro siete una minoranza, la pensate diversamente. Se non ti piace il Cattolicesimo nessuno ti vieta di diventare protestante, oppure Testimone di geova, oppure buddista… Insomma l’offerta e’ vasta, probabilmente da qualche altra parte ti troverai in empatia con le sofferenze del prossimo e non scasserai i santissimi a noi vogliamo che la Chiesa resti sempre quella che e’ stata: la Sposa di N.S. Gesu’. E non quello che le amanti dei preti o le interpreti fai-da-te del Nuovo Testamento vorrebbero ,ipocritamente, che fosse.

        • Patrizia ha detto:

          Intanto io non scasso i santissimi (I TUOI???) a nessuno!!!
          E se proprio vuoi che la Chiesa resti sempre quella che è stata, dovresti accettare il fatto che vi siano sacerdoti sposati!
          E poi i sacerdoti sposi di chi??? Per essere sposati è necessario il consenso dei due sposi e non mi risulta che il Signore abbia firmato alcun consenso!!!
          Quindi, evita di sparare fesserie, se proprio ti vuoi ritenere cristiano, altrimenti faresti meglio a passare nelle fila dei fondamentalisti!!!

  7. Giuseppe ha detto:

    Se l’amore è quella virtù di cui parla San Paolo nella lettera ai Corinzi e che la chiesa ha sublimato raffigurandola nello Spirito Santo, e il sentimento che fa da filo conduttore delle beatitudini, allora perché negarlo a due persone solo per via del ruolo che eventualmente rivestono in ambito ecclesiastico? Se Dio è Amore, allora perché non consentire che tutti possano assaporarlo, anche umanamente, a prescindere dal colore della pelle, dallo stato sociale, dal tipo di attività che si svolge? Gli impedimenti che il diritto canonico e i precetti della chiesa impongono, non hanno nulla a che vedere con il messaggio evangelico e l’essenza della natura umana e la sua dignità che proviene dal Creatore. A mio parere, infatti, si tratta solo di pretesti creati ad arte per convenienza soggiogando i fedeli con regole ed obblighi che consentano di tenerli sotto controllo, lasciando credere, per di più, che si tratti di norme ispirate dal disegno di salvezza del Cristo, e non dalla propensione della Chiesa ad esercitare il proprio potere anche sulle cose del mondo.

  8. angi ha detto:

    Vorrei chiedere a chi ne sa più di me come viene regolata la successione dei beni dei sacerdoti dopo la loro morte. È possibile secondo voi che la chiesa non permetta ai preti di sposarsi x una mera questione economica?

    • GIANNI ha detto:

      oggi non esiste più possibilità di confusione tra legge canonica e legge civile.
      I bei amministrati dal sacerdote, ovviamente, sono della chiesa.
      Le proprietà personali no, ed a queste si applica il codice civile, secondo le regole della successione legittima, legittimaria e testamentaria.

  9. pierluigi ha detto:

    Sì, amore e responsabilità di vita vanno tenuti insieme. Sono le due sostanze fondamentali per formare il nucleo che può dar continuità, all’umanità; tutto il resto è superfluo, In un certo senso la storia primordiale lo stava insegnando, poi l’idea di riconoscerci delle diversità rispetto ai nostri simili, ci ha portato a questa falsa vita.

  10. GIANNI ha detto:

    Temi complessi, che potrebbero essere trattati sotto diversi aspetti.
    Intanto la risposta per don Giorgio.
    Non solo in base alle mie esperienze forensi, ma a statistiche, spesso oggetto di attenta cura di alcuni legali, ben possiamo dire che non è solo la chiesa cattolica a conoscere in certe percentuali il fenomeno pedofilia e scandali sessuali.
    Ovviamente in Italia, essendo un paese a larga prevalenza cattolica, l’attenzione si pone sopratutto sulla chiesa cattolica, ma se andiamo ad approfondire la cosa…….
    Detto questo, potremmo discutere per lungo tempo sugli aspetti teologici e non del celibato.
    Tuttavia, vorrei considerare solo gli aspetti pratici.
    Qui sembrerò un disco rotto, e me ne scuso ma…..
    Come al solito, ecco la domanda fondamentale: chi è il sacerdote cattolico?
    Uno che ha deciso di condividere determinati principi e regole.
    E se il sacerdote non si sente più di seguirle?
    Semplice, ci sono due vie.
    Intanto, occorre dire che l’attributo sacerdotale non si perde mai, semmai il sacerdote è sospeso dalle sue funzioni e dai suoi obblighi o può esserne privato per sempre ma il sacramento dell’ordine resta tale..
    In pratica, potrebbe intervenire la sospensione o la riduzione allo stato laicale, in caso di sanzioni.
    Oppure si può domandare la dispensa al papa.
    E se tutto questo non basta?
    Ebbene, il sacerdote potrebbe autosospendersi, e magari sposarsi civilmente.
    Visto che non ritiene più di condividere certe regole, potrebbe infrangerle, tanto ha già deciso in cuor suo di infrangerle, ad esempio amando una donna, no?
    In tal caso, se la chiesa gli concede la dispensa, non si farà altro che prendere atto della situazione creatasi, se poi questo non succede, lo stesso sacerdote, non accettando più l’autorità ecclesiastica, uscirà dalla sua funzione sacerdotale, rispettando solo la legge civile.
    Quindi il sacerdote faccia una cosa: domandi la dispensa, per sposarsi in chiesa (sono circa 8000 i preti sposati).
    Se poi non la ottiene, potrebbe sposarsi civilmente, certo verrebbe scomunicato, ma a questo punto la scomunica, nel senso etimologico di fuori dalla comunità, non sarebbe altro che la certificazione che quel sacerdote ha deciso di rompere le regole.
    Cosa che già, in cuor suo, sapeva.
    Oppure, altra via ancora, abbracci altra chiesa, ad esempio quella ortodossa, nella quale il sacerdote spesso è sposato.

  11. don ha detto:

    Purtroppo una recente indagine condotta non nel mondo ecclesiastico bensì laico dimostra che tra gli ortodossi e i protestanti si sono verificati casi di pedofilia in numero non inferiore a quelli che hanno coinvolto il clero cattolico… Ciò significa che il celibato non c’entra nulla! D’altronde che dire delle famiglie? Quanti rapporti sessuali tra nonni o zii e nipoti? E poi non banalizziamo il discorso sull’amore: a mio avviso non è sufficiente il sentimento dell’amore per giustificare qualsiasi relazione, dicendo: “l’amore viene da Dio”. Dio ci ha dato la libertà e la responsabilità. Amore e responsabilità di vita vanno tenuti insieme. Spero che anche nel Sinodo si tenga conto di quest’aspetto.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*