Una massa di anime apparentemente belle, ma castrate nello spirito!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Una massa di anime apparentemente belle,

ma castrate nello spirito!

Non vorrei parlare ancora di Donald Trump, il neo presidente americano, contro cui ho già scagliato le mie “migliori” maledizioni, augurandomi che qualcuno, possibilmente americano, lo sterilizzi politicamente, al più presto. Forse è un bluff, che fa il cattivone solo perché così si sente importante o perché ha un volto duro per nascita o perché ha capito che dalla sua parte c’è quella massa sempre pronta a osannare i tiranni o i maschioni solo muscoli. Forse è un burattino, che fa la voce grossa perché in fondo non è che un debole o uno che non ha nulla di buono da spendere per la nazione e l’umanità. O forse è un bubbone malefico, che ad ogni secolo il corpo di una società malata butta fuori, sapendo che poi qualcuno lo schiaccerà o da solo esploderà.
Non vorrei neppure parlare ancora dei nostrani trumpini o bubbini, sempre pronti ad approfittare come sciacalli di ogni evenienza,  anch’essi sapendo che una massa di citrulli o di decerebrati ciecamente li seguono ad ogni passo. A questa massa di decerebrati basterebbe una spinta, ed eccoli soffocare con la testa conficcata nella melma. 
Vorrei invece parlare di quella massa di “buoni a nulla”, che se ne stanno con le mani in mano a guardare le cose come vanno, senza muovere un dito, lamentandosi di tutto e di tutti, anche del “buon” dio che da lassù (dove?) non manda nemmeno uno sguardo sulla terra “disgraziata”, almeno per dare una aggiustatina ad un mondo totalmente capovolto.
Eccoli prendersela con questo o con quello, ma loro, questi fannulloni, si credono tanto bravi e giusti che, se potessero, strozzerebbero perfino la propria coscienza, appena questa dovesse emettere un qualsiasi suono di umanità.
Sono stanco di sopportare questa massa di indifferenti o apatici, di cui si sa solo che sono abili nel saper conciliare le cose più assurde e paradossali con la loro apparente ingenuità di anime belle e devote, non importa se castrate nello spirito.
Sì, questa gente apparentemente innocua si casta nell’anima perché nessuno, al di fuori del loro ego osceno, abbia il diritto e il dovere di protestare in nome di quell’essere, da secoli tra l’altro messo a tacere da una religione, responsabile di tale deicidio.
Non darei tutta la colpa allo Stato, se la società civile si è castrata nello spirito (che cosa capisce lo Stato dell’essere umano come essere?), ma la colpa la darei anzitutto alla religione, a qualsiasi religione, se dell’essere umano non è rimasto né l’essere né alcunché di umano. E, come prete, penso alla Chiesa Cattolica, che oggi sembra così pulita, con la faccia d’angelo, in atteggiamento di giudice implacabile di ogni “malefatta” dello Stato, dimenticando il suo passato anche recente. Una Chiesa in uno stato di attacco, e il gioco le riesce, visto il consenso universale di questo Papa che finge di chiedere perdono per i reati del passato, ma che in realtà vuole essere il punto di riferimento più autorevole di un mondo alla deriva.
Ma prendiamo il Vangelo in sé, a prescindere. Chiediamoci a che cosa sia servito? Eppure Gesù Cristo aveva scommesso tutta la propria esistenza sul “seme”, garantendo che avrebbe dato, man mano con il passare degli anni, uno sviluppo fino a farsi pianta rigogliosa di buoni frutti. E dove sono questi frutti? Certo, la pianta c’è, ed è lussureggiante di strutture mastodontiche.
E così siamo ancora qui, all’inizio del XXI secolo, castrati nello spirito, con l’essere abortito, frantumati da una escalation di violenze e di soprusi che richiamano altri tempi burrascosi della storia. Che cosa è cambiato in meglio? 
E chi darà la svolta rivoluzionaria, quella radicalmente evangelica o quella interiormente mistica? Forse le anime apparentemente belle, ma castrate nello spirito? Forse i buoni a nulla, fannulloni che se ne stanno con le mani in tasca, magari a pregare le loro madonne o i loro santi o quel dio-burattino di una religione, che ha perso perfino il pudore della propria nullità?    
4 febbraio 2017
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

2 Commenti

  1. Luigi ha detto:

    A tutti, cattolici e non, “pensanti e delusi” come don Giorgio dalla Chiesa cattolica attuale dedico alcuni pensieri del mistico e teologo dell’Italia meridionale, riformatore monastico, Gioachino da Fiore (1145-1202) perché tornino a “sognare” e gettare le basi a una nuova Umanità: “L’Antico Testamento appartiene al tempo del Padre, è il primo cielo o la chiarità delle stelle. Il Nuovo Testamento è legato al tempo del Figlio, è il secondo cielo o il chiarore della luna. Il Vangelo eterno dominerà nell’era dello Spirito Santo, sarà simile alla luminosità del sole. L’Antico Testamento è il vestibolo, il Nuovo Testamento il santuario, il Vangelo eterno il Santo dei Santi. Nel primo opera il timore, nel secondo la grazia e la fede si manifestano, nel terzo si avrà la piena fioritura dell’Amore. Il primo fu il tempo della schiavitù, il secondo del vassallaggio filiale, nel terzo splenderà la libertà. Il primo fu la notte rischiarata dalle stelle, nel secondo è spuntata l’alba, il terzo porta la gran luce dell’ora meridiana. Il primo fu la stagione invernale, il secondo la primavera, il terzo l’estate matura. La fioritura del primo furono le ortiche, quella del secondo le rose, il terzo porterà i gigli. E si può dire che il primo è la terra, il secondo l’acqua, il terzo il fuoco. Nel Vangelo di Cristo ci sono dei significati occulti, nel Vangelo eterno non si troveranno né parabole né figure. In esso cesseranno tutte le parabole, e la Verità apparirà senza veli.”

  2. Michel ha detto:

    Buon giorno Don Giorgio,
    In due giorni ho letto praticamente tutti i suoi articoli e commenti e con mia delizzia ho visionato i suoi video. Devo dire che sono un po’ stupito per il suo “ricco vocabolario” tuttavia ammiro la sua lucidita’, la sua franchezza e onesta’ intellettuale. Continuero’ a seguirla con molto piacere.

    Michel B.

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