A che cosa servono i padrini e le madrine?

san siro cresimka
di don Giorgio De Capitani
Prendo lo spunto da un notizia riportata dai giornali, per ribadire ciò che penso sulla presenza dei padrini e delle madrine in occasione del Battesimo e della Cresima. Ecco la notizia: un ragazzino di tredici anni si è rifiutato di presentarsi in chiesa per ricevere la Santa Cresima, perché la scelta del padrino a cui egli ci teneva non è stata accolta per il fatto che non era in regola col Diritto canonico, che proibisce a un convivente o sposato solo civilmente o divorziato risposato di fare da padrino o madrina.
Non capisco come mai la Chiesa non rifletta e non si decida a togliere la presenza della figura del padrino. Oggi non ha più alcun senso. È una figura del tutto inutile e fastidiosa.  
Premetto che, fin che ci saranno delle regole, queste vanno rispettate. Premetto che è veramente il colmo che un ragazzino di tredici anni possa decidere lui ciò che è giusto o opportuno fare. E premetto che dovrebbe essere il prete di parrocchia a usare talora un po’ di buon senso. Quando ero a Monte, mi è capitato di chiudere un occhio, e permettere a un convivente di fare da padrino. Che cosa mi ha spinto a fare qualche eccezione? Proprio la convinzione della inutilità della figura del padrino.
Avrei da dire qualcosa anche sull’amministrazione liturgica della Cresima. In poche parole: il rito deve essere solenne ma semplice, raccolto e religioso, senza tanti fronzoli, senza eccessi di esteriorità; chi amministra la Cresima non approfitti per fare lunghe omelie, per di più difficili, fredde e noiose, talora ripetitive. Mi chiedo che cosa rimanga poi nella testa dei cresimati, e soprattutto nella testa dei parenti e conoscenti, per non parlare poi dei padrini e madrine che sono lì a svolgere un incarico senza senso.
Ma lo Spirito santo è sceso o non è sceso? A dire la verità, nulla è cambiato, o cambierà. Tanto rumore, per nulla. Tanto folclore, per nulla. Tanta festa, e poi?
Un dubbio viene che lo Spirito produca qualche frutto. Certo, non è colpa sua! Forse lo prendiamo male, o lo prendiamo in giro. Magari in buona fede. Magari convinti che non ci sia un’altra strada se non quella di schiacciare un bottone, e voilà, ecco il miracolo! E il grottesco è che siamo noi a dire allo Spirito ciò che deve fare: stabiliamo quasi sono i doni che lui dovrà concedere. Quali doni?
Inoltre. Recentemente ho criticato l’amministrazione della Cresima da parte del cardinal Scola nel Duomo di Milano a cinquecento tra ragazzi e ragazze. Senz’altro, la cerimonia è stata organizzata nei minimi particolari. Forse anche lo Spirito santo avrà gioito nel vedere tanta gente presente. Ma quella parola del vescovo! Dio mio, lo Spirito santo dov’era?
Che dire poi del raduno di cinquanta mila cresimati, nello Stadio di San Siro, lunedì pomeriggio 2 giugno? Certo, non è stata un’invenzione di Scola. Ma Scola non poteva fare qualche correttivo? Vedendo il video, mi ha subito colpito la presenza di monsignori, vescovi e perfino del cardinale in pompa magna. Ma è proprio necessario fare sempre sfoggio dei propri sgargianti paludamenti? Non si poteva venire nello Stadio in modo più semplice, come un prete comune dei giorni feriali?
E ancora: per fortuna il video dava solo un ampio stralcio del discorso di Scola. So di ripetermi fino alla noia e so di essere tacciato di pregiudizi: l’intervento del cardinale non poteva essere un po’ diverso? Cacchio, bastavano due parole dette col cuore!    

4 Commenti

  1. Nino ha detto:

    In Sicilia, ma credo in tutta Italia, il padrino era una figura fondamentale della società. della società non della Chiesa. la cerimonia religiosa serviva solo a sancira la sacralità della figura.
    Il padrino diventava automaticamente un secondo padre,tacitamente si assumeva la responsabilità di essere la figura di riferimento in caso il ragazzo fosse diventato orfano, possibilità concreta in un mondo contadino ed operaio molto fragile.
    Era il padrino che spiegava, in maniera riservata e complice,certe cose sul sesso, argomenti che non venivano affrontate in famiglia.Il figlioccio si poteva ( e si doveva) confidare con il padrino senza che questo sucitasse gelosia nel padre naturale.In breve: il padrino era anche una valvola di sfogo e i libertà in un mondo patriarcale.
    Al padrino si dava sempre del Voi e lo si andava a trovare tutte le domeniche e le feste comandate ed era d’obbligo, in segno di rispettto, il baciamano, come se fosse un vescovo.
    Il padrino rendeva al figlioccio una sola visita annuale: il giorno dei Santi portando in dono una canestrino di dolci.
    La figura era positiva ed essenziale ma le religione non c’entrava nulla. Probabilmente la prima cosa che insegnava il padrino al figlioccio era di non fidarsi dei preti figurarsi poi se lo rimproreva di frequentare poco la parrocchia.
    La figura religiosa del padrino, a mia impressione, non ha mai avuto significato mentre la sua funzione nella società è rimasta solo negativamente nei film di mafia.

  2. don ha detto:

    Sulla questione dei padrini / madrine davvero ci sarebbe da riflettere, non soltanto per il problema dei divorziati risposati. Mi è capitato il caso di una madrina “regolare” (nel senso che era battezzata, cresimata, e sposata in chiesa) che dopo il battesimo del figlioccio ammise candidamente di essere entrata per la prima volta in una chiesa, dopo il giorno del suo matrimonio! Che senso hanno le condizioni canoniche per la regolarità? Concordo con don Giorgio che questa figura vada abolita, poiché anche i cosiddetti “regolari”, nel novanta per cento dei casi non sono di aiuto ai genitori nell’educazione cristiana dei bambini!

  3. Giuseppe ha detto:

    Caro don Giorgio, impossibile non essere d’accordo con te. Noi dovemmo cambiare la madrina a mia figlia proprio per questa assurda motivazione. Personalmente pur avendo fatto il padrino di battesimo di un ragazzo e una ragazza, ormai adulti, ho con loro un semplice rapporto di conoscenza, che non è mai stato approfondito. Diversa, invece, è stata la circostanza in cui il mio futuro genero, dovendo cresimarsi per poter celebrare il matrimonio in chiesa, mi ha chiesto di fargli da padrino. Ho accettato con molto piacere, soprattutto perché è stata una bella dimostrazione di stima e di affetto.

  4. GIANNI ha detto:

    Sul discorso del cardinale non commento,non riuscendo a far girare il video per problemi tecnici.
    Su padrini e madrine legati a taluni sacramenti:
    se non ricordo male, la loro funzione dovrebbe essere quella di una sorta di guida per chi riceve il sacramento.
    Guida non tanto nel senso di insegnamento, ma di esempio da seguire nella vita, informato alle regole ed ai principi cattolici.
    Dato questo presupposto,ovvio che la guida debba essere quanto meno credibile, non avrebbe molto senso istituire una guida che, per prima, disattenda regole e valori.
    Quanto al problema della loro presenza, dipende dalla concezione che sta alla base del sacramento stesso.
    Penso, magari sbagliando, che il cattolicesimo, certo, creda nell’azione dello Spirito Santo, ma ritenga importante anche l’accoglimento da parte umana.
    Ragion per cui, essendo la natura umana incline a deviare dalla retta via, nonostante l’azione dello spirito santo, ben può succedere che magari un qualche intervento umano a supporto,come dire…non guasti!
    Insomma, all’insegna dell’aiutati che il ciel ti aiuta.
    Del resto, non avviene qualcosa di analogo addirittura nell’elezione del Pontefice?
    Si ritiene che il voto espresso dai cardinali elettori sia opera dello Spirito Santo.
    Perchè, allora, le runioni tra sostenitori di un comune candidato?
    Se lo Spirito Santo opera, non ha certo limiti, e non abbisogna di riunioni politiche o quant’altro.
    Insomma, il tutto all’insegna del: certo, crediamo che sia lo Spirito Santo ad agire, ma…visto che non si sa mai….

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