Parenzo e Cruciani,
una “strana” coppia che conosco bene,
e da cui stare alla larga…
di don Giorgio De Capitani
Lunedì sera, 3 ottobre scorso, durante la trasmissione radiofonica “La zanzara”, Giuseppe Cruciani e David Parenzo hanno riproposto alcune mie parole “violenti” che ho recentemente dette in un video, in cui pesantemente accusavo Putin per le sue criminalità nei riguardi dell’Ucraina, augurandomi anche una sua eventuale uccisione fisica.
Che dire dei due giornalisti abili, soprattutto Cruciani, nel coinvolgere i “dissidenti” in un gioco polemico non certo a favore dei malcapitati che difficilmente riescono a dire ciò che vorrebbero dire?
Anche io sono stato più volte intervistato e coinvolto nel loro gioco mediatico, che ha lo scopo di fare audience, senza alcuno scopo nobile alla ricerca della verità dei fatti.
Ho letto che anche loro, entrambi, sono stati più volte condannati per diffamazione.
Vorrei limitarmi a dire due o tre cosette.
Anzitutto, mi sento in diritto e in dovere, in quanto spirito libero, di dire ciò che penso, anche usando un linguaggio diciamo poco politicamente corretto. Enrico Letta non si è mai permesso una parola fuori posto, ed è stato punito, mentre Giorgia Meloni con la sua passionalità diciamo anche smodata è stata premiata.
L’ho sempre detto: dalla Lega ho preso il linguaggio anche volgare, proprio per la sua immediatezza, e ho capito che dire le cose in un modo politicamente troppo corretto si ottiene poco in vista di quella diretta comunicazione di idee, con cui colpire l’attenzione di una massa di dormienti rincoglioniti.
Altra cosa. Di Draghi ho ammirato la sua chiarezza anche per la questione della guerra Russia-Ucraina, a differenza di papa Francesco confuso e ipocritamente diplomatico. La verità esige chiarezza, così la giustizia.
Altra cosa. Sulla questione di uccidere i tiranni, non sono il solo a pensarla così, ci sono stati teologi del grande luminoso medioevo, tra cui Tommaso d’Aquino, che erano d’accordo sulla liceità di uccidere i dittatori.
Ecco ciò che ha scritto Tommaso d’Aquino: «Colui che allo scopo di liberare la patria uccide il tiranno viene lodato e premiato quando il tiranno stesso usurpa il potere con la forza contro il volere dei sudditi, oppure quando i sudditi sono costretti al consenso. E tutto ciò, quando non è possibile il ricorso ad una istanza superiore, costituisce una lode per colui che uccide il tiranno».
Giovanni di Salisbury, ragionando sul diritto di tirannicidio, affermava che «non soltanto è permesso ma è anche equo e giusto uccidere i tiranni… e in quanto immagine di malvagità, il più delle volte va addirittura ucciso» potendosi sostenere il principio fondamentale della difesa sociale e che, per analogia, è «dunque possibile considerare come se fosse una legittima difesa personale».
Così ha scritto il gesuita Juan de Mariana nel 1599: «Riteniamo che si debbano tentare tutti i rimedi per rinsavirlo prima di giungere a un punto estremo e gravissimo. Ma se ogni speranza fosse oramai tolta e se fossero in pericolo la salute pubblica e la sanità della religione, chi sarà tanto povero di saggezza da non ammettere che sia lecito abbattere il tiranno con diritto, con le leggi e con le armi?».
Nel 1414 monsignor Claudio Fleury fa la “telecronaca” delle numerose sessioni di una Assemblea tenutasi in Francia a partire dal 30 Novembre, presso l’Università di Parigi, sugli scritti di Giovanni il Piccolo che citava tutti i casi di tirannicidio della Bibbia e sosteneva la tesi che «Ciascun tiranno deve e può essere lodevolmente e per merito ucciso da qualunque suo vassallo e suddito in qualunque forma». E ancora: «È lecito a ciascun suddito senza niun mandato o comandamento, secondo la legge morale, naturale, e divina, di uccidere o far uccidere ogni tiranno… non solamente è lecito, ma è onorevole, meritorio parimente…».
Naturalmente non si può sviluppare un benché minimo ragionamento serio in una trasmissione poco seria, a cui piace fare solo casino.
Che Parenzo e Cruciani abbiano le loro idee sulla democrazia, sulla destra, sulla sinistra, sul consenso popolare, su Putin, sulla guerra, ecc. ecc. non sono io a doverli contestare, ma che impongano in una trasmissione diciamo pubblica le loro idee questo non mi sta bene, soprattutto se fanno di tutto perché il malcapitato intervistato non possa difendersi.
Ho notato quanto entrambi siano falsi quando sono invitati a qualche talk show: sono opportunisti, talora sembrano chierichetti del sistema.
Sono diverso da loro, dal loro saper mimetizzarsi nel sistema, perché in realtà è così: io sono spirito libero, loro sono imbavagliati, pur facendo gli sbruffoni o apparendo controcorrente.
Da ultimo. Loro sono pagati, io no!
Non riesco a comprendere come certe trasmissioni sia radiofoniche che televisive possano ancora essere in vita.
In periodi come quello del covid ed ora di una atreoce guerra, trasmissioni così non fanno altro che alimentare e ingrassare l’ignoranza del popolo bue.
Quello che è veramente viscido è come questi mattatori riescano a muoversi abilmente nel pantano. Se li metti alla luce si pietrificano.
Trovo veramente scorretto prendere solo dei pezzetti dei video e far passare vero quello che non è, sia per il messaggio che per la persona presa di mira. Non è questo il loro sporco intento?
Ogni tuo video, don Giorgio, è ricco di profonde riflessioni. Purtroppo questi personaggi di poca “intelligenza” non capiscono neanche quello che tu dici.
Don Giorgio, tu sì che sei diverso e vorrei tanto che la gente questo lo iniziasse a capire profondamente.
Intanto tu fai le cose per il bene comune, con gratuità, loro neanche sanno cosa sia gratuità: sono pagati per dire stronzate e cattiverie.
Sono opportunisti: si mascherano per ogni occasione rivelando così tutta la loro ipocrisia e acredine.