L’Inganno

L’EDITORIALE
di don Giorgio

L’Inganno

Credo che l’arma più letale che si usa quando si dichiara guerra a una nazione sia l’inganno: si spargono calunnie per giustificare ogni infamia, ogni violenza, ogni sopruso, perfino la distruzione del “nemico”, di quel “nemico” che prima si inventa, e poi si demolisce.
E ci vuole poco per crearsi un “nemico”: colui che ci pone qualche problema, che fa da ostacolo al nostro espanderci, al nostro più o meno vasto mondo di interessi.
E ci sono “nemici” così puri e santi che non basta inventare qualcosa per metterli in cattiva luce. Occorre tutto l’inganno diabolico per giustificare il nostro odio.
E la gente prima o poi cade nel tranello e crede all’inganno che trasforma la calunnia e il disprezzo in una serie di buone ragioni, per cui non solo è lecito fare una guerra, ma è un diritto di difesa. Siamo ancora in una guerra preventiva. Io so che tu farai… e allora gioco d’anticipo.
E sappiamo quanto abbia ragione chi ha detto: “calunniate, calunniate, qualcosa resterà!”.
Basta poco per insinuare un sospetto nella massa. Il sospetto, forse il frutto più efficace dell’inganno e della calunnia, si insinua nella mente, ed è come un’ombra che riesce a coprire perfino il sole della verità.
Basta talora un “si dice… dicono… ho sentito che… mi hanno detto… ho letto che…”, e il sospetto si radica così forte nella testa che per toglierlo ci vuole tutta la grazia divina.
Le guerre, prima che con le armi, si fanno con l’inganno, inventando calunnie, e la gente ci crede.
Ancora oggi, le guerre feroci del passato vengono giustificate dagli storici, fino a quando non si riesce magari dopo millenni a trovare qualcosa dell’inganno. Qualcosa perché c’è sempre quella brutta malattia del revisionismo.
Il tempo passa, e nel frattempo gli innocenti rimangono in croce, maledetti dagli uomini schiavi dell’inganno.
Quando ad esempio la Chiesa, dopo millenni, riconosce finalmente i propri errori e chiede perdono (a chi?), mi domando se il perdono non sia una farsa, tanto più che i giusti sono stati condannati e magari uccisi con l’inganno, per poi essere riabilitati all’insegna di una santificazione ancor più mortificante della loro condanna.
Succede così anche per le guerre del passato, qui con la riabilitazione di criminali secondo quel principio che il male ha sempre ragione. Basta poco per riabilitarli: neppure cinquantenni dalla loro scomparsa.
Oggi poi si giustificano criminali di ogni genere. Si trova sempre una buona ragione a loro favore. La Chiesa poi è così misericordiosa che manderebbe in paradiso anche Hitler, e ha ragione: in fondo ogni criminale serve a purificare i giusti che poi magari andranno all’inferno.
Dio per fortuna è all’opposto dei nostri pensieri.
05/03/2022
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Giorgio ha detto:

    Ho visto di recente un bellissimo film storico sul processo di Norimberga che ha giudicato alcuni gerarchi nazisti che hanno condannato a morte ebrei innocenti. Sono stati tutti condannati all’ergastolo ma nella realtà dopo pochi anni erano tutti liberi.
    E’ questa misericordia oppure è indifferenza ai crimini?

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