S. Maria Hoè – Lecco: 1 ora di sciopero alla Candy, grande la preoccupazione tra i lavoratori

da Merateonline

S. Maria Hoè – Lecco: 1 ora di sciopero alla Candy,
grande la preoccupazione tra i lavoratori

Santa Maria Hoè

 “Ci aggrapperemo con le unghie e con i denti a questa azienda, qui siamo in 60 e la stragrande maggioranza sono donne. In un momento economico come quello di adesso non c’è in giro nulla a livello di impiego, fuori di qui cosa faremo? Io lavoro da 30 anni, e cosa mi rimarrà?”

A parlare, fuori dai cancelli dello stabilimento della Candy di Santa Maria Hoè, è una delle Rsu dell’azienda al termine dell’ora di sciopero indetta venerdì 5 aprile (due ore quelle a Brugherio) a seguito dell’annuncio da parte dell’azienda di un numero di esuberi pari a circa la metà dei lavoratori presenti sui due siti produttivi brianzoli. Cioè 260 persone “di troppo”, poiché per continuare a produrre 450.000 macchine l’anno è sufficiente, a quanto dichiarato ieri in Confindustria, una forza lavoro di circa 340 persone. Nella mattinata odierna nei due paesi si sono svolte assemblee con i lavoratori, in cui gli è stata illustrata la situazione attuale.

“In Lombardia negli ultimi anni hanno chiuso altre grandi aziende del settore come Gasfire e Zerowatt, non vogliamo essere la prossima” ha spiegato la Rsu. “La linea d’azione dell’azienda è chiara: produrre all’estero per avere meno costi. Se non cambia questo, per noi è finita”.

Tra i punti fermi chiesti dalle sigle sindacali, la garanzia per tutti i lavoratori di continuare a lavorare e investimenti in Italia per dare una risposta contro gli esuberi annunciati. Altri dipendenti (una donna in forze a Santa Maria, uno in cassa straordinaria a zero ore, un altro tra coloro che ogni giorno si recano a Brugherio al lavoro) hanno raccontato di un clima teso, di grande preoccupazione. “Abbiamo accettato la divisione dei lavoratori sui due siti e il contratto di solidarietà, che dovrebbe durare fino alla fine dell’anno. Ma una sessantina di persona avrebbero dovute essere poi integrate a Brugherio, ma l’azienda sembra di tutt’altra idea. Non c’è stata innovazione, ce ne rendiamo conto anche noi in ditta. Due anni fa ha avuto inizio la nostra difficile situazione, e ora trovare un altro lavoro è praticamente impossibile”.

Parla di una “emorragia” del gruppo Candy il sindacalista Fiom Cgil Luigi Panzeri. “In questa fase delicata è importante, per i lavoratori e le forze coinvolte, restare uniti e dare un segnale forte contro un esubero di personale annunciato pari al 50% della forza lavoro” ha spiegato. “Il gruppo Candy in questi anni ha perso diverse realtà aziendali, l’intero settore dell’elettrodomestico è in ginocchio e per questo ci rivolgiamo al Ministero dello sviluppo economico. La tensione è alta soprattutto a Brugherio, dove c’è il maggior numero dei lavoratori. Nei prossimi giorni è possibile che si verifichino altri scioperi, noi abbiamo chiesto un tavolo in Regione e un incontro al Mise”.
Il futuro per 260 lavoratori, e relative famiglie, appare come il cielo di oggi: più grigio che mai.

9 Commenti

  1. Elia ha detto:

    Ci aggrappiamo a questa azienda, dice l’articolo e questi sindacati/lavoratori cosa sanno fare? SCIOPERO.
    E l’azienda ancora una volta ha la prova che in Italia è meglio non investire ed andarsene.
    Quando impareranno dai sindacati tedeschi che le aziende vanno protette per poi richiedere una partecipazione agli utili sarà troppo tardi.

    • giovanni non padano ha detto:

      Quando gli imprenditori italiani impareranno da quelli tedeschi?
      Quando gli utili di molte aziende saranno veramente trasparenti?
      Quando il falso in bilancio tornerà ad essere un reato?
      Quando i capitali finiranno di migrare nei paradisi fiscali?
      Quando i nostri industriali comincieranno ad investire invece di speculare?
      Quando la smetteranno di costruire capannoni che rimarranno vuoti?
      La dovete finire di scaricare le colpe sui lavoratori.

      • Elia ha detto:

        Guarda solo il manifesto in testa all’articolo:
        LOTTA ALLO SFRUTTAMENTO della BESSEL!
        E’ più eloquente di mille parole.

      • Elia ha detto:

        In Germania si lotta per il rinnovo contrattuale, fatto il quale si lavora fino alla prossima scadenza.
        In Italia, contratto o non contratto, ogni occasione è buona per scioperare.
        Possibile che non te ne sia accorto?
        Dove vivi?

        • giovanni non padano ha detto:

          Va bene hai ragione tu, l’Italia va in malora perchè gli operai sono dei lazzaroni e non perdono occasione per scioperare e io vivo sulla luna. Tu però rileggiti cosa c’è scritto sullo striscione (non è un manifesto).

          • ginkobiloba ha detto:

            per una volta concordo con giovanni padano

          • Elia ha detto:

            OK, lo striscione diceva LOTTA ALLO SFRUTTAMENTO DELLA BESSEL.
            L’avete avuta vinta. Ora la Bessel non sfrutterà più gli operai italiani.
            Contento?

  2. giorgio argenta ha detto:

    Purtroppo,liquidità o no, viene sempre a costare molto meno il lavoratore cinese o indiano, il risparmio per un imprenditore è troppo appetibile. La delocalizzazione del lavoro, da problema sociale si sta piano piano ingigantendo alle dimensioni di evento storico, e la storia purtroppo non marcia all’indietro. Una soluzione possibile per rallentare il fenomeno può essere sicuramente la via dell’alleggerimento della pressione fiscale ai datori di lavoro.

  3. GIANNI ha detto:

    La causa principale della crisi economica è la mancanza di liquidità, che ha colpito finanza ed economia occidentale.
    A partire da quei presupposti errati, in sede europea, che tutto vada sacrificato sull’altare del rigore dei conti pubblici.
    Io continuo a credere che, senza una diversa politica monetaria, contiueremo ad andare allo sbando.
    Bisognerebbe fissare una precentuale di liquidità, di denaro, che ogni governo può creare, senza superare determinati limiti, ad esempio un 4% della base monetaria circolante.
    In Italia, ad esempio, questa base monetaria si aggira sui 1440 miliardi, compreso denaro circolante e cosiddetta M3; cioè compreso anche il denaro prestato dalla banche.
    Un 4% sarebbe, quindi, una sessantina di miliardi.
    UNa parte di questi potrebbero servire per rientrare dal debito, ed un’altra parte per sostenre economia e lavoro.
    Ma finchè al governo ci saranno persone come MOnti e compagnia..cantante….tra cui vari….Grilli…(non con riferimento a Grillo, ma al ministro de”economia).

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