Contenta per la Meloni incinta. Ma chi semina vento…

Governo:Meloni,Renzi alleato poteri forti, avversario onestida www.huffingtonpost.it
Deborah Dirani
2 febbraio 2016

Contenta per la Meloni incinta.

Ma chi semina vento…

Giorgia Meloni è incinta. Giorgia Meloni è una delle responsabili della degenerazione della politica del mio Paese. Di quella politica fatta di esclusione, di negazione dei diritti, di slogan populisti e di intolleranze culturali.
Giorgia Meloni è incinta e io sono ben contenta, dico sul serio, per questa possibilità di amore che la vita le offre, ma la gravidanza non fa di lei una persona migliore, non la trasforma magicamente in una donna aperta al diverso da sé. Resta esattamente quella che è e raccoglie esattamente quello che tanto si è prodigata a seminare: intolleranza.
Abbiamo voglia adesso di dare una lettura sessista a tutta la (squallida) faccenda che la vede, suo malgrado, protagonista della furia dei social, e men che mai è possibile farne una questione politica, dove per politica si intende lo schieramento del quale Giorgia Meloni è il massimo esponente. Molto più banalmente è una questione di ignoranza e mancanza di rispetto dell’altro, esercizio che la schiera dei suoi pretoriani e lei stessa hanno fatto assurgere a nuova norma della dialettica parlamentare. L’attacco che le viene diretto non mi piace, non lo approvo e non lo condivido. Ma lo capisco. E bene.
La mia nonna dai capelli azzurri e il rossetto corallo lo diceva sempre: “Stai attenta a quello che semini, perché sarà esattamente quello che raccoglierai”. E, puntualmente, mia nonna aveva ragione. Perché la mancanza di rispetto della vita dell’altro, del diverso, dell’omosessuale, dello zingaro, del clandestino è un seme che dà come unico frutto l’intolleranza per chiunque venga percepito diverso da sé. Anche quando l’altro non ha niente di “diverso”, quando è una donna che si prepara a diventare mamma ma lo fa contravvenendo a quei principi di moralità e buoncostume di cui si è fatta ostinata paladina.
L’intolleranza è un germoglio rampicante che s’avvinghia a tutto, non ha bisogno di molte cure per crescere e attaccarsi a ogni pretesto per fiorire. È un costume culturale che ha in persone come Giorgia Meloni infaticabili seminatori. Perché a forza di fustigar le schiene della diversità si finisce, un giorno, a far parte di quella schiera di schiene: basta diventare mamma senza una fede al dito. E così ci si ritrova centrati in fronte dal boomerang che si credeva alabarda spaziale e che si è usato senza risparmio in anni di lotta politica. Senza regole: colpo su colpo. Tutto è permesso quando vai a cercare la pancia e non il cervello delle persone. Non ti serve logica per ottenere consenso, quella è faticosa, ti serve furore.
E di furore nei detrattori della futura mamma Giorgia ce n’è davvero troppo, almeno quanta ce n’è in lei nel non voler riconoscere a due omosessuali il diritto di sposarsi o a un esercito di immigrati di trovare riparo per la propria vita. La democrazia è esercizio di tolleranza e rispetto, delicatezza ed empatia. Non si costruisce con la foga degli slogan contro una minoranza, non si solidifica con il disconoscimento dell’altro. La democrazia è inclusione non esclusione, è aprire la porta del cuore prima ancora di quella di casa. La democrazia è l’ombrello sotto cui ripararsi e deve essere un ombrello abbastanza grande da accogliere tutti, quando smette di esserlo allora è privilegio di nascita e questo non mi piace.
Perché il figlio che avrà Giorgia non sarà diverso da quello che avranno due immigrati clandestini o una coppia omosessuale che ha chiesto aiuto alla pancia di una donna o al seme di un uomo. Lei, Giorgia Meloni, intendo, non sarà un genitore migliore o peggiore di un altro solo perché è italiana e eterosessuale e date queste ovvie premesse, non ha il diritto di negare ad altri ciò che per lei è scontato.
Lamentarsi (comprensibilmente) adesso della violenza che le è rovinata addosso è un po’ come tentare di chiudere la stalla dopo che i buoi sono andati all’happy hour. Se vuoi una mandria educata al rispetto bisogna, cara Giorgia, che tu per prima le mostri il tuo rispetto. Altrimenti finisce che vieni travolta dalle zampe di questa stessa mandria che hai tanto premurosamente allevato, nutrendola di intolleranza e presunti buoni costumi.
Non ti chiedo di modificare le tue idee, non mi riesce di condividerne nemmeno una, ma ti chiedo di usare quello che ti sta capitando in queste ore per riflettere su quanto male faccia stare dall’altra parte, dalla parte di chi patisce la violenza della pancia. Buona gravidanza, Giorgia Meloni e… Speriamo che sia femmina (volevo aggiungere anche comunista!).

 

Lascia un Commento

CAPTCHA
*