Come per Silvio Berlusconi, quando era Presidente del Consiglio, così per Papa Francesco bisogna proteggerlo “da se stesso”

di don Giorgio De Capitani
Dall’8 al 10 luglio 2009, la riunione dei Capi di Stato e di Governo del G8 si era svolta a L’Aquila. Non dimentichiamo che nella notte tra il 5 e il 6 aprile di quell’anno una scossa di 5.8 gradi della scala Richter aveva duramente colpito il capoluogo abruzzese.
Allora era Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Mi ricordo benissimo di aver letto che alcuni medici personali del Presidente (non aveva solo Zangrillo, il tutto fare senza fare nulla) erano stati invitati ad andare a L’Aquila per proteggere Berlusconi “da se stesso”, temendo che, conoscendo il “personaggio”, egli avrebbe detto qualcosa o compiuto qualche gesto non politicamente corretto, per non dire osceno.
Ebbene, vorrei dire che anche papa Bergoglio in certi casi, soprattutto nelle emergenze, andrebbe protetto “da se stesso”, impedendogli di rilasciare interviste a braccio, tanto più che non conosce la lingua italiana in tutte le sue sfumature. Basta una parola fuori posto a suscitare confusione.
Anche qui conosciamo il “personaggio”: enigmatico per un passato non del tutto limpido, e populista a modo suo: dogmaticamente rigido, ma apparentemente condiscendente.
È proprio vero: nei momenti più drammatici emerge lo spessore morale e carismatico di un gerarca.
E succede che, tra i vescovi per non dire cardinali (emergenza o non emergenza), tutto proceda con il solito noioso tran tran pastorale, con tale mediocrità da far rimpiangere un passato, quando (sempre in emergenza, anche quando tutto sembrava normale), era illuminato da intelligenze acute e preveggenti.
Oggi sulla cattedra di Pietro, di Ambrogio e di tanti altre figure carismatiche del passato più fulgido, siedono papi o vescovi mediocri, di una tale mediocrità da farmi pensare che forse sarebbe più auspicabile un gerarca meno santo ma meno mediocre, più peccatore ma più intelligente e saggio.
Ho paura di una Chiesa che canonizza i mediocri castrati, ed emargina gli spiriti liberi, meno perfetti, ma misticamente più audaci.
NotaBene.
E pensare che nell’emergenza il popolo, credente o non credente, manifesta ancor più la propria imbecillità, tanto da bersi il cervello al solo pensiero di doversi confrontare con la realtà, tanto più se la realtà viene coperta da giochi occulti di potere mediatico, a cui preme solo ingannare la massa, lasciandola rincoglionita.
Ecco in poche parole un Paese, il nostro, dove si fa fatica a intravedere un raggio di verità, proprio quella Verità che la Chiesa dovrebbe testimoniare, ma che in realtà essa copre lasciando gli onesti in balìa del nulla.
Fino a quando attendere che quattro o cinque vescovi di tutto il mondo alzino la voce in difesa della verità e della giustizia, al di là della diplomazia, di quel conformismo ipocrita che ha sempre contraddistinto la Chiesa istituzionale, proprio nella sua carnalità esasperante?
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Da anni contesto il papa per il suo populismo
Ecco due articoli scritti anni fa.
IN EDITORIALI 2015 / BY DON GIORGIO / ON 11 LUGLIO 2015
di don Giorgio

Questo Papa è illusorio e fumoso,

perciò pericoloso

So di dire cose spiacevoli alla massa della gente comune e anche ai perbenisti atei devoti, ora genuflessi a leccare sempre il culo di Papa Francesco, ma da tempo sostengo che questo Papa, salvandogli neppure una certa buona fede, sta catturando l’opinione pubblica mondiale, con quel suo accattivante modo di porsi, che tradisce in realtà pochezza di sostanza evangelicamente radicale e che nasconde quel tipico atteggiamento menzognero che ha sempre animato il potere della Chiesa.
Qualcuno mi obietta: che volevi? Angelo Scola sul soglio pontificio? Il problema non è la scelta tra Bergoglio, Ratzinger o Scola, alla guida della Chiesa di Cristo. Il problema è la Gerarchia di potere in sé, da cui, volere o no, finché ci sarà, non ci si potrà liberare per fare il rivoluzionario, evangelicamente parlando. Come, perciò, liberarsene? Non certo, facendo il populista, illudendo le masse, e nemmeno facendo il finto innovatore, con il consenso degli intellettualoidi mangiapreti di professione.
Una domanda. Quando Papa Bergoglio lascerà di sua spontanea volontà o se ne andrà a godersi la vita eterna, che cosa resterà del suo populismo acchiappamosche? Solo ceneri? E se anche, così come pensano in tanti, Bergoglio avesse realmente aperto qualcosa di nuovo, la struttura della Chiesa (ecco il problema!) non chiuderà ogni breccia, nominando un nuovo Pontefice, con l’incarico di ristabilire l’equilibrio? Non è successo così a Milano? Dopo Martini e Tettamanzi, chi hanno mandato? E questo è sempre successo nella storia della Chiesa. Uno che chiude, e uno che apre o finge di aprire. E poi, di nuovo, uno che chiude. Ecco l’equilibrio del potere della Chiesa.
Ma la cosa paradossale è questa: quando un papa apre, la gente si illude di avere finalmente un profeta alla sua portata, a cui aggrapparsi per ottenere qualsiasi grazia, e poi se la prende quando arriva un Papa ortodosso (ovvero apertamente in linea con la struttura ecclesiastica) che dice semplicemente: è stata solo illusione! Tornate a casa: la festa è finita!
Perché Bergoglio sta illudendo le masse e gli atei devoti? Semplicemente perché usa un linguaggio accattivante, fa battute che sembrano aperture, batte continuamente sul tasto di una umanità che è della stessa specie di quell’umanesimo di facciata, che vive di equivoci: lo stesso l’umanesimo stile ciellino, di cui parla continuamente Angelo Scola.
Per un verso, Papa Francesco si appella ai buoni sentimenti, distribuendo ogni giorno a piene mani carezze umanitarie, e dall’altra si tiene ben stretti quei Movimenti ecclesiali che si credono fiammelle sempre ardenti dello Spirito santo.
Ho sentito in parte ciò che il Papa ha detto ai fanatici del Rinnovamento nello Spirito. Cose da far paura! Però è riuscito ancora una volta a nascondere la sua grettezza evangelica e ad accalappiare il consenso dei soliti devoti mass media, tirando fuori dal cilindro due cosette ad effetto immediato: il leader non deve essere a vita, e il demonio passa attraverso il portafogli.
Tra parentesi. Forse non c’è mai stato un Papa che abbia parlato del demonio come Bergoglio, ma ai grandi mass media ciò è irrilevante. Ma con Papa Benedetto XVI non si comportavano così! Lo bastonavano, anche quando anticipava le cose che oggi Papa Francesco dice, tra gli osanna generali.
In sintesi, la mia utopia, ovvero il credere in un’altra possibilità di vivere il Vangelo, non mi toglie quel sano realismo che non mi fa perdere la testa appena un gerarca (il papa rimane in ogni caso un gerarca!) vuole spalancare porte e finestre. Accetto pure che la Chiesa cammini con il suo passo, sperando tuttavia che proceda verso l’Umanità integrale, ma mi fa paura quando un papa spinge troppo l’acceleratore, illudendo le masse, per lasciarle poi, come sempre, con il sedere per terra.
Comunque, non starò mai dalla parte del potere, sia che cammini con il suo passo, e tanto meno che finga di farsi nostro amico o fratello. La mia vocazione sta nell’essere vigile: la menzogna è sempre di casa, sia che le porte rimangano chiuse, sia che si aprano, ma sul vuoto di un falso progresso.
11 luglio 2015
***
da www.lafedequotidiana.it

Don Giorgio De Capitani:

“Papa Francesco è fumoso e ingannevole”

25 Ottobre 2016 Redazione
Da Don Giorgio De Capitani riceviamo e pubblichiamo.
Da parte dei mass media, di destra, di centro e di sinistra, in particolare quelli italiani, c’è una generale e supina adulazione nei riguardi di “questo” Papa. Anche i telegiornali fanno coro. Difficilmente leggo una critica. Ogni pretesto è buono (anche l’ovvietà più ovvia) per presentarlo come il Papa aperto, rivoluzionario, anticonformista, vicino alla gente, contro il potere, ecc. ecc. Ciò che ritengo paradossale è la devozione viscerale da parte di quanti, fino all’altro ieri, non facevano altro che denigrare la Chiesa, parlar male del Papa, dei vescovi, dei preti, della religione, ecc. Ogni giorno compero l’Unità, e solo dopo qualche settimana che era di nuovo apparsa nelle edicole (dopo un lungo periodo di assenza) ho inviato una critica al giornale, perché non faceva che adulare questo Papa in modo servile. Tutti sanno la tendenza politica de L’Unità, anche se ultimamente ha perso lo smalto iniziale, quando era il giornale comunista dei lavoratori, ideologicamente lontani dalla Chiesa.
In realtà, il consenso generale per questo Papa, anche da parte della massa, credente e non credente, mi sembra particolarmente pericoloso: è la persona in quanto tale, ovvero il personaggio, che incanta, indipendentemente dalla Chiesa nelle sue strutture, che continua ad avere poca credibilità tra la gente.
Un fenomeno impressionante, almeno qui al Nord, è lo svuotamento delle chiese, con il paradosso – lo definirei “osceno” – che si continui ad usare gli ambienti parrocchiali, ma solo per fare feste e baldorie varie. Nella Diocesi milanese, in parte anche per colpa dell’attuale cardinale Angelo Scola (una scelta sbagliata di Papa Ratzinger), c’è stato ultimamente un rilassamento pauroso, per cui la fede si è svuotata del suo senso più profondo.
Ma credo che sia un fenomeno generale della Chiesa, e fa specie che ciò stia succedendo proprio durante il pontificato di Papa Francesco. Ed ecco il paradosso: da una parte, assistiamo ad un generale consenso per la “persona” del Papa, e dall’altra ad un abbandono altrettanto generale dei valori cristiani.
Che poi questo momento storico sia uno dei più drammatici sulla scena internazionale (dopo l’ultimo conflitto mondiale), beh, lo vediamo tutti: certo, ciò non significa che sia colpa di questo Papa, ma ritengo che in questi anni sia venuta meno la “vis” evangelica, nella sua novità più radicale.
Ecco perché, dopo un iniziale entusiasmo, via via che il tempo passava, ho iniziato ad allontanarmi dal consenso generale, e ho intuito la pericolosità di questo Papa, troppo fumoso e ingannevole.
Sì, più il tempo passava, più mi rendevo conto che Papa Bergoglio fosse lui stesso vittima del consenso generale, e non prendesse il coraggio di essere chiaro. Sembra moderno e progressista, ma solo perché fa battute (per me superficiali, ma accattivanti) sui gay o su altri problemi scottanti, e poi non ha il coraggio di prendere posizioni: illude la gente, lasciando le cose come stanno. Basterebbe pensare al caso della comunione ai divorziati risposati o ai conviventi, ecc. o al caso della teoria gender, sulla quale da più parti si è detto che non si tratta di una ideologia (non si mette in discussione la distinzione dei sessi, ma il ruolo sociale che è stato attribuito al maschio o alla femmina). Il Papa con delle battute talora infelici vuole risolvere i problemi, richiamando la coscienza che solo Dio può giudicare, ma li complica, anche per una certa sua deformazione ideologica o per ignoranza dei problemi (e anche consigliato male).
Mi ritengo uno spirito libero e tanti conoscono le mie aperture, ma non è questo il problema di oggi: essere cioè tradizionalisti oppure progressisti. Il vero problema è su che cosa puntare veramente. La vera domanda da porsi è questa: che cosa è essenziale, che cos’è l’Essenziale per il bene della società e dell’essere umano?
Figlio del ’68, ho creduto anch’io ad una rivoluzione strutturale, poi man mano ho capito che le strutture non cambiano o, meglio cambiano sì ma per lasciare il posto ad altre, magari peggiori. Il cardinale di Milano, Giovanni Colombo, all’epoca degli anni della contestazione accusava noi preti giovani di essere “orizzontali”, ovvero di pensare troppo alle cose sociali, e di essere poco “verticali”, ovvero di pensare poco alle realtà divine. Aveva ragione, e aveva torto. Aveva ragione nel dire che eravamo “orizzontali”, ovvero all’esterno del nostro essere interiore, ma aveva torto perché intendeva per “verticale” il verticalismo puramente religioso, ovvero legato ad una specifica religione, dimenticando che il cristianesimo non è una religione, ma qualcosa di completamente “altro”, di meglio, di essenzialmente interiore.
Ultimamente, da quando nel 2013 Angelo Scola ha pensato bene di “farmi fuori” (dopo aver convissuto pure dialetticamente con Carlo Maria Martini, che per anni mi aveva preso sotto le sue ali, e con Dionigi Tettamanzi, sempre pronto a dialogare), emarginandomi (da più di tre anni vivo in casa privata, con la possibilità di celebrare una sola Messa la Domenica in una parrocchia vicina) ho fatto una grande scoperta, ed è la Mistica: una scoperta rivoluzionaria e sconvolgente. Ho cominciato a capire la differenza tra “sacro” e “religioso” (il profano/laico non esiste, se non come ideologia): il sacro è la natura stessa dell’essere umano, mentre il religioso appartiene alla struttura di una religione, perciò è qualcosa di esteriore.
Sì, ho iniziato a capire l’essenziale, ed è il mondo interiore dell’essere umano, dove lo spirito s’incontra con il Divino, senza bisogno di alcuna mediazione o, meglio, senza quelle mediazioni strutturali che vietano o interrompono il dialogo: spirito umano/Spirito divino.
Figlio del ’68, sembrerebbe assurdo che sia diventato “mistico”, ma è proprio questa scoperta che mi ha reso ancor più “dissidente” verso una Chiesa-strutturalmente esteriore, alla ricerca di un consenso puramente esteriore.
Vorrei che fosse chiaro il mio pensiero. Se per un verso sogno una Chiesa più aperta (verso le unioni civili, verso anche il matrimonio dei gay, verso il matrimonio dei preti, verso il diaconato e anche, perché no, il sacerdozio femminile, verso una Chiesa meno monarchico-papale, ma a più larga partecipazione di potere, coinvolgendo i vescovi, ecc.), per l’altro verso vorrei una Chiesa sempre più radicalmente mistica, al di fuori di un recinto religioso: una Chiesa che educhi la gente, oggi così distratta e alienata, all’essenzialità dell’essere umano, che è il regno dello spirito. Sia chiaro: non si tratta di una forma di spiritualismo o di interiorismo o di misticismo (gli -ismi fanno sempre paura!), ma di far scoprire ad ogni essere umano che la conversione parte dal di dentro: non lo ha detto Gesù Cristo? Qui, dentro di noi, non c’è un dio determinato, schematizzato, dogmatizzato, ma c’è quella Divinità (così preferivano chiamarla i grandi Mistici), che è puro Spirito di libertà e di verità.
Si può discutere su questo, ma almeno mi si permetta di sognare che il futuro si costruirà solo se l’essere umano scoprirà la propria identità divina.
Fra poco, Milano avrà un nuovo vescovo. Ho già fatto sapere ai miei superiori che la nostra Diocesi avrebbe bisogno di un vescovo “mistico”, non per una sua vocazione personale, ma nel senso che risvegli nella gente ambrosiana il segreto della sua dignità interiore. Il più grave difetto della Diocesi milanese è il suo pragmatismo, che si riflette ovunque: anche i preti ambrosiani ne sono vittime. Non si tratterà allora di ri-organizzare la Diocesi nelle sue forme strutturali o di fare opera di proselitismo per riagganciare i lontani. La vera scommessa consisterà nel risvegliare nei milanesi la loro sete d’Infinito, riportandoli nel loro mondo interiore, e da lì partire per rifare il tessuto religioso, sociale e politico.
Così sogno un Papa, magari il prossimo, che dia una svolta “mistica” alla Chiesa, con una parola autorevole e non autoritaria, anche con gesti profetici provocatori, senza badare al consenso, ma con l’unico intento di “risvegliare” nell’essere umano quel mondo interiore assopito e narcotizzato, anche per colpa di una Chiesa-struttura che ha fatto del cristianesimo una religione vuota d’anima vitale.
Non posso concludere senza dire una mia preoccupazione: questo Papa ha distrutto il dissenso nella Chiesa, quel dissenso profetico e mistico che punta al mondo interiore. Certo, ha scatenato le ire dei fondamentalisti, tipo Antonio Socci, che conosco molto bene. Papa Bergoglio si è conquistato anche il consenso delle “comunità di base”, che una volta erano come il sale sulle ferite della Chiesa. È perciò rimasto solo il dissenso fondamentalista.
Oggi sembra sparito anche quel piccolo “resto d’Israele”, che negli anni più bui del cristianesimo era come un faro, una voce, talora un grido.

 

1 Commento

  1. Francesco66 ha detto:

    Finalment etornato nel Suo sito ( navigando per lo più con lo smatphone non mi veniva in mente ) .
    Può darsi che le sue analisi siano vere: sono disorientato e non so dare un giudizio . Mi complimento per come scrive

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