Milano, clochard invalido fa causa al Comune per la casa popolare negata. Il paradosso della sentenza: «La sua è emergenza sociale, non abitativa»

dal Corriere della Sera
5 maggio 2025

Milano, clochard invalido fa causa al Comune

per la casa popolare negata. 

Il paradosso della sentenza: 

«La sua è emergenza sociale, non abitativa»

di Maurizio Giannattasio
Roberto mangia alla Caritas e dorme sui mezzi pubblici. Estromesso da un dormitorio, il Tar gli aveva riconosciuto il diritto a un alloggio dei Sat, i Servizi abitativi transitori. Ma il Consiglio di Stato ha ribaltato il verdetto
Questa è la storia di «Omissis». La si può leggere in una delle ultime sentenze del Tar. «Omissis», che chiameremo Roberto, è stato «estromesso» dal dormitorio dove passava le sue notti. È malato, con un’invalidità riconosciuta del 50 per cento. Più volte è finito nelle corsie degli ospedali. L’ultima, per un infarto. Un ricovero che gli ha impedito di partecipare al bando per l’assegnazione di una casa popolare. Non ha soldi, non ha un impiego, mangia alla Caritas, dorme sui mezzi pubblici o lo si può trovare su una panchina vicino alla stazione di Porta Genova. Vorrebbe cambiare vita, trovare un tetto sotto cui ripararsi. Ma allo stato Roberto «non ha alcuna possibilità di procurarsi una soluzione abitativa alternativa alla strada — scrive il Tar — non godendo di reddito sufficiente, ma la richiesta di accesso ai Sat (gli alloggi dei Servizi abitativi transitori del Comune, ndr), è stata negata, così come è stato rigettato il successivo ricorso, in quanto sarebbe persona sola, in attività lavorativa, che potrebbe provvedere alle proprie esigenze e reperire una soluzione abitativa autonomamente anche in eventuale condivisione o posto letto».
È il primo tempo. Roberto si rivolge al Tar. Il Comune fa lo stesso e ribadisce che per avere un alloggio temporaneo debba prima accertarsi «la condizione effettiva e attuale di emergenza-urgenza, nonché la limitatezza degli alloggi disponibili che nel 2023 sono stati 170 a fronte di 1.528 domande e la necessità di un’autonomia personale ed economica, laddove il ricorrente avrebbe dimostrato soltanto una situazione di emergenza sociale». «Fumus boni iuris» replicano i giudici e per la prima volta in questa storia piena di buio Roberto intravede una luce. Quella frase in latino significa che ci sono buone ragioni giuridiche perché venga sospesa e rivista la decisione di Palazzo Marino. Scrivono anche che la condizione di emergenza sociale non costituisce una «legittima ragione di rigetto dell’istanza». Sembra fatta. Ma sembra soltanto, perché il Consiglio di Stato a cui si rivolge il Comune, è invece perentorio: «Il Sat non è finalizzato alla tutela di situazioni diverse da quella di “grave emergenza abitativa”».
Il Tar che pur aveva accolto l’istanza cautelare, riconoscendo le ragioni di Roberto, deve entrare nel merito della vicenda. E qui arriva la doccia gelata. Dopo aver riportato i criteri di accesso al Sat stabiliti dalla legge regionale, oltre alle varie sentenze che si sono succedute nel tempo, i giudici di primo grado vanno al sodo: «Declinando i suddetti principi al caso di specie, deve ritenersi che l’odierna parte ricorrente, pur versando in una condizione di fragilità economica e vulnerabilità, non si trovi in una condizione di emergenza abitativa sopravvenuta, improvvisa e transitoria non altrimenti fronteggiabile ed equiparabile a quella dei nuclei familiari privi di un qualsivoglia alloggio». Aggiungono che Roberto non ha mai avuto un lavoro e non potrebbe quindi pagare il canone dell’alloggio Sat come previsto dalla legge. Conclusione: Roberto «versa in una situazione di emarginazione e di emergenza sociale in quanto privo di un impiego, ma non di emergenza abitativa quale richiederebbe una soluzione temporanea per consentire il recupero dell’autonomia abitativa cui è possibile porre rimedio con l’assegnazione temporanea di un alloggio Sat».
Suona paradossale: emergenza sociale sì, emergenza abitativa no. Dicevano gli antichi che ogni tanto la perfezione della legge sconfina dal campo della giustizia. Se Roberto ha bisogno di un tetto si deve rivolgere ad altri servizi del Comune. Le case date in emergenza dal Sat non vanno bene per il suo tipo di emergenza.

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