Su sponde diametralmente opposte, ma con lo stesso obiettivo: smascherare l’ipocrisia di papa Bergoglio!

soccidon
di don Giorgio De Capitani
Nel passato, mi sono scontrato più volte con Antonio Socci, che a sua volta non ha risparmiato giudizi pesanti nei miei riguardi.
Siamo da sempre su posizioni diametralmente opposte: lui, mai stanco di lottare per una Chiesa che non potrà più tornare, perché ancorata ad un passato che per fortuna è crollato sotto i colpi di un laicismo razionalista, ma soprattutto per l’avanzare di un “risveglio” dei valori umani, tali da scuotere il massiccio mostro strutturale ecclesiale; ed io, desideroso e voglioso che tale “risveglio dell’essere umano” travolga del tutto la struttura ostinatamente ancora chiusa della Chiesa cattolica.
Ma c’è un ostacolo in comune, ed è l’attuale Papato, che sembra accelerare i tempi dello Spirito fingendo di rimuovere rottami e sbloccare le aperture umane, ed è per questo che Antonio Socci gli lancia anatemi e maledizioni, perché teme che la gente ci caschi e vada alla deriva, sfruttando anche la popolarità di Bergoglio per fare i cazzi che vuole; ma in realtà questo Papato è del tutto illusorio, ed è per questo che anch’io mi scaglio contro, denunciandone l’inganno.
Antonio Socci su una sponda, ed io su un‘altra, riteniamo papa Bergoglio responsabile o di alto tradimento (da parte di Socci) o di illudere la massa come se la Chiesa stesse aprendo chissà quali porte e finestre (da parte mia).
Se Socci è per una restaurazione dell’antico, da parte mia c’è un grande desiderio per un rinnovamento radicale. Anche Socci crede che la Chiesa si sia allontanata dal suo Fondatore, ma forse da quel Gesù di Nazaret che è morto definitivamente sulla croce. Io credo invece che la Chiesa si sia allontanata da quel Cristo della fede o mistico, per il quale mistici e profeti sono stati martirizzati proprio dalla Chiesa-istituzione. Socci teme che la Chiesa si tolga qualche vestito di troppo, io invece temo che sotto la pelle della Chiesa-istituzione sia rimasto solo il vuoto interiore.
Ma forse bisognerebbe avere il coraggio di denudare le parole e toglierle dal guscio protettivo e mortificante: quello di giocare ad esempio su parole equivoche, quali: rinnovamento o restaurazione, apertura, fedeltà al Vangelo, umanesimo, ecc. Ma una cosa mi pare chiara: Antonio Socci è più sincero e coerente di papa Bergoglio; non cerca il consenso, e perciò scrive ciò che pensa in vista del bene di una Chiesa ancorata al passato, mentre Bergoglio è condizionato dal consenso quasi generale, soprattutto da parte dei mass media o di quei devoti atei che, paradossalmente, si dimenticano di essere… atei.
In realtà, non si sa cosa realmente pensi papa Bergoglio, probabilmente è sulla stessa linea di Antonio Socci, ma vuol far apparire di essere “modernista”, e ciò fa incazzare di brutto Antonio Socci. 
Anch’io m’incazzo, ma perché sono sicuro che papa Bergoglio la pensi come Socci, ma inganna il popolo credente e il mondo ateo, facendo loro credere di essere aperto ai problemi dell’uomo d’oggi.
Sì, Antonio Socci crede fermamente in ciò che dice o scrive, ma non per questo, pur rispettando la sua sincerità, condivido ciò che egli sostiene, perché ritengo che oramai sia fuori tempo massimo. Se la Chiesa deve tornare alle origini, ciò non significa che deve tornare indietro, ma deve far scaturire dalle origini della purezza evangelica quelle novità che, col tempo, ma già dagli inizi del secondo secolo, sono state subito frenate e represse sotto il peso di una struttura ecclesiastica, che via via s’ingrossava, imponendo la legge del potere e soggiogando le coscienze e mortificando gli spiriti liberi.
Anche l’ultima proposta di Antonio Socci di consacrare alla Madonna l’Italia per evitare in futuro altri disastri naturali, se ciò rientra nella sua concezione religiosa di potenze divine super protettrici, non è per nulla da me condivisibile, perché, a differenza di Socci, ho un’altra concezione della sacralità umana. Anch’io credo che tutto sia sacro, e che violentare la sacralità dell’essere umano o anche della natura in generale, ciò possa generare seri problemi e conseguenze dannose, ma ben al di là di fenomeni naturali.
Caro Socci, anche qui proprio non ci siamo. Per me sacralità è innata nell’essere umano e in generale in ogni realtà creata, anche nella natura, ma non puoi confonderla con l’aspetto religioso, che è un’altra cosa, purtroppo. Non è benedicendo un’auto o consacrando un paese o una nazione che l’auto o il paese o la nazione saranno esenti da ogni pericolo fisico. Che c’entra? Che concezione hai ancora di Dio o, meglio, della religione cattolica? Il fenomeno del terremoto non si risolve con un rito religioso: possiamo anche fare mille consacrazioni, ma i terremoti, se devono far danni, li faranno. Basterebbe già pensare al crollo delle chiese, dei conventi, ecc. Che siano anche questi crolli delle maledizioni divine? Come si può pensarlo? Casomai, è la nostra alienazione umana che, oltre al terremoto, procura altri danni oltre a quelli materiali. E la religione, essendo alienata e alienante, non solo non può nulla, ma crea ulteriori problemi.
Terremoti o no, alluvioni o no, il vero problema è l’essere umano che resta sempre in coma. Avvenissero terremoti interiori, tali da far scaturire all’esterno energie nuove!
Infine, lasciamo perdere la storia di Lutero e del tentativo di riappacificazione da parte della Chiesa cattolica con il grande Riformatore tedesco. Anche qui, altra ipocrisia di questo Papa che sembra aprirsi anche agli eretici, ma che in realtà finge per mettere il proprio cappello su chi, se fosse qui oggi, brucerebbe il Vaticano.  
 

6 Commenti

  1. massimo ha detto:

    Caro don Giorgio,
    Mi basterebbe anche solo sospettare che Socci è in aperta campagna intellettuale contro il santo Padre per prendere tutte le difese di Francesco e appoggiarlo incondizionatamente.
    E’ un po’ come per il referendum, avere la certezza che Berlusconi, Salvini e d’Alema hanno scelto di votare NO, ecco io potrei andare al seggio e senza neppure leggere il quesito sparerei una croce sul SI senza indugio.
    E’ una semplificazione a cui non sono abituato, ma un po’ di provocazione per iniziare la settimana non credo faccia male……….

  2. GIANNI ha detto:

    Inutile cercare di fermarsi agli aspetti formali, come leggo in diversi commenti, visto anche che con poche parole questo papa ha detto molto, di recente.
    Non condivido, infatti, l’opinione di chi si ferma agli aspetti formali di un pontefice, senza entrare nel merito delle sue posizioni.
    Non dimentichiamo che il papa è non solo fonte del magistero ex cathedra, ma anche colui che indirizza l’opinione di quanti sono al vertice della chiesa nella definizione della dottrina cattolica.
    E proprio il recente viaggio in Svezia la dice lunga.
    Proprio perchè a volte poche parole dicono molto di più di altre mille parole che non dicono nulla di particolare.
    Proprio in tale occasione, cosa ha detto il pontefice?
    Che l’obiettivo deve essere quello della riunificazione, altro che ecumenismo.
    L’avrà detto anche in modo sobrio e sommesso, ma l’ha detto.
    Chi avesse seguito i discorsi del pontefice in tale occasione, avrebbe tratto un significativo elemento di ausilio per comprendere il suo pensiero.
    Il resto, modi da curato di campagna o da aristocratico del clero, non devono farci distogliere l’attenzione dal contenuto storico di qualsiasi pontificato, ed è l’errore in cui incorrono molti.
    Su altri aspetti, invece, non è chiara la sua posizione, ma a tal riguardo, voglio citare un aneddoto che la dice lunga.
    Qualche tempo fa mi ritrovai, per miei interessi musicali legati all’organo a canne, in una chiesa, dove ebbi uno scambio di opinioni con il locale parroco.
    Praticamente, conoscendo anche certi miei interessi storici e teologici, mi domandò se secondo me documenti, come la Amoris laetitia, consentissero o meno l’eucaristia a fedeli risposati.
    Risposi che la mia opinione era quella di molti, cioè sì, ma anche no, e viceversa.
    Quindi gli domandai perchè mi avesse rivolto tale domanda.
    Mi rispose che lui stesso non sapeva come comportarsi, e che neppure coloro, più in alto di lui, cui aveva chiesto ausilio, gli avevano saputo dare certezze….
    Quanto alle auspicate benedizioni, come dicevo in altra occasione, possono forse combattere il maligno, non certo le disgrazie naturali, che nulla abbiano a che vedere con entità metafisiche.
    Possono anche intervenire in misura copiosa, ma certo, non possiamo considerarle garanzia che non capiti nulla di negativo.

  3. Giuseppe ha detto:

    Sono convinto di aver già commentato questo post, ma non vedo più quello che ho scritto. Cercherò quindi, per sommi capi, di riassumere la mia opinione, ovviamente esprimendo solo le mie sensazioni senza pretendere di avere ragione a tutti i costi. Comunque, ho l’impressione che il problema di papa Bergoglio sia la sua popolarità, che sarebbe frutto di una forma accattivante di mostrarsi dicendo cose che possano piacere a tutti, anche a coloro che di solito si professano atei o agnostici. Tutto ciò o per celare un immobilismo fatto passare per rinnovamento, del tipo “fingere di cambiare tutto, per non cambiare nulla”, oppure una deriva di modernità che non sarebbe coerente con la natura stessa della chiesa cattolica, che ogni caso si limiterebbe solo ad un aspetto esteriore. Francamente però, sia come sia, in entrambi casi mi sembra un bell’esercizio di dietrologia che non mi convince. Molto più semplicemente io penso che papa Francesco abbia il dono della spontaneità e della naturalezza e che dica ciò che pensa come farebbe un qualunque prete di parrocchia, per questo, probabilmente, il suo consenso è così ampio e variegato. Forse non è quello che teologi e addetti ai lavori si aspettano dal principe degli apostoli e dal capo della chiesa cattolica, ma io -da persona comune- non ci trovo nulla di sconveniente o di scandaloso.

  4. Fiorenzo ha detto:

    Faccio proprio tanta fatica a capire il suo livore e la sua rabbia. Mi sembra che ad esempio solo nella nomina dei vescovi ci sia decisamente un cambio di rotta, ci sia nei documenti, ci sia nello stile di Francesco. Ma questo è solo il mio banale parere. Mi rimane una domanda: ma lei don Giorgio, concretamente cosa farebbe oggi….. perchè se poi non scende nel concreto, quando leggo lei mi sembra di leggere Marco Travaglio: “sempre e comunque contro”.

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