Semplicemente scandaloso!
di don Giorgio De Capitani
Mercoledì 6 gennaio scorso, giorno dell’Epifania, una tra le più solenni festività liturgiche cristiane, è stata trasmessa su Rete4 la S. Messa dal Duomo di Milano. Ci tenevo a vederla, anche per vedere le meraviglie di una tra le più artistiche cattedrali del mondo.
E così, alle ore 10.00 mi punto, mi sono sintonizzato sul canale berlusconiano.
Subito, uno shock: il Duomo era quasi vuoto, presenti forse neanche una settantina di fedeli!
C’era il celebrante accompagnato da due concelebranti, un cerimoniere e forse due o tre assistenti.
Un servizio liturgico scarso, per non scarsissimo!
Un coretto di adulti, che faceva pensa!
All’offertorio, due doni!
Uno spettacolo deprimente!
Credo che, neppure nella più sperduta chiesetta di montagna o di campagna, l’Epifania sia stata così maltrattata e snobbata!
Ma ci pensate? Un così esiguo numero di fedeli nel Duomo di Milano!
Si è toccato il fondo? Forse no, come prevedo il fondo non lo si vede ancora!
A parte la figuraccia meschina di una tra le più grandi cattedrali del mondo, mi sto chiedendo dove sia finita la grande secolare tradizione religiosa ambrosiana!
Che scandalo!
Ecco, la Messa dell’Epifania è la prova per me del degrado di una Diocesi, oramai ridotta al lumicino da un cardinale che fa di tutto per spegnerlo. Forse non ci riuscirà, ma è sulla buona strada.
E, a proposito del cardinale Angelo Scola, è apparsa su qualche giornale, in un angolino comunque, perché proprio il giorno dell’Epifania ha invitato a pranzo in arcivescovado una famiglia numerosa di musulmani, con tanto di pubblicità.
Tra parentesi, ciò che non riesco a sopportare di questo cardinale è che, quando scrive una lettera pastorale o fa qualcosa, richiama l’attenzione con i megafoni curiali e mediatici. Purtroppo per lui, l’effetto è ben misero!
Eminenza, Lei ha dimenticato il Vangelo! Cristo non ha forse detto: «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6,1-4).
Aggiungo il commento dell’Ufficio Castechistico Diocesano della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti:
«Vorremmo, a questo punto, sottolineare una dimensione della carità cristiana, che spesso nella società di oggi viene trascurata, che consiste nel fare il bene in modo tale che “la mano sinistra non sappia ciò che fa la destra”. È il distacco totale, il dono, nella gratuità dell’amore che crede in Dio Padre e imita tutto ciò che Egli fa. Il versetto di Matteo (6,1-4), invita a non sbandierare le proprie buone azioni, cioè quei pochi gesti compiuti gratuitamente, senza chiedere niente in cambio. Raccontarli, infatti, significherebbe che quel gratuitamente non ci va giù! Almeno un sorriso, un grazie, un bravo, da qualcuno deve arrivare. Invece no, dice il Vangelo, “se cerchi approvazione, rovini tutto”. C’è di più, in quel “non sappia la sinistra quello che fa la destra” non c’è semplicemente un monito a non vantarsi delle proprie azioni, ma quasi sembra che la notizia non debba proprio circolare, neanche nel proprio intimo, da destra a sinistra, ossia neanche per chi è l’autore del gesto, poiché alla fin fine ciò che conta è il cuore e nel cuore può albergare vanità o rancore, anche se fuori non esce nulla. Il “non sappia” evangelico, inoltre, non è un comandamento inteso come obbligo imposto dall’esterno, ma è la descrizione di uno stato di fatto di chi segue Cristo. La chiave della perfetta letizia è appunto la gratuità silenziosa del bene che uno fa all’altro e che appaga più di mille ringraziamenti».
Già, qualche eccezione ci vuole, soprattutto quando serve a coprire il vuoto di una Diocesi in via di estinzione!
Ma… questo cardinale non ne azzecca proprio una!
Almeno una, ovvero ritirarsi a Imberido (Lc), a vita privata!
Se il duomo di Milano è vuoto non date la colpa a Scola! Il fenomeno di secolarizzazzione è un fatto europeo e investe tutte le religioni, nel nord europa solo il cinque per cento dei luterani va ai riti religiosi, in Italia le parrocchie si vuotano, la piccola chiesa Valese ha perso 500 membri in un anno, gli evangelici sono in calo, nella chiesa protestante che frequento io Domenica scorsa eravamo in otto…L’Europa non crede piu’.
Scola ci ha messo del suo! Anche questo Papa ha fatto la sua parte.
Conosco Don Giorgio la vostra lucidità nel mettere a fuoco i problemi, si è vero Scola ci a messo del suo!
ha sentito, don Giorgio, pizzaballa al posto di scola, cosa ne pensa ?
http://www.ilgiornale.it/news/politica/milano-tentazione-papa-pizzaballa-posto-scola-1239136.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=Milano%2C+la+tentazione+del+Papa%3A+Pizzaballa+al+posto+di+Scola+-+IlGiornale.it+cla&utm_campaign=Facebook+Interna
Quando ero bambino mia mamma, persona davvero eccezionale, mi spingeva a partecipare alla Messsa ad ogni piè sospinto. Ricordo di queli tempi la solennità, lo sfarzo delle Sante Messe solenni in terza, Celebrante, Diacono, Suddiacono, Cerimoniere, sei chierichetti, coro maschile/femminile, canti semplici che poteva seguire anche il popolo, organista professore d’orchestra, ambiente che induceva alla preghiera, silenzio “religioso” e partecipazione. Ora tutto ciò è definitivamente perduto; ho assistito a Messe incredibili, una per tutte una Messa con conferimento della Santa Cresima: officiante un monsignore delegato, il parroco che in ogni momento dava istruzioni varie ed avvisava circa manifestazioni diverse, viaggi, pranzi, ecc. cresimandi maschi vestiti alla meglio, con jeans strappati e pezzati, movimenti della bocca ad indicare il consumo di caramelle, coro da paura, stonato ed accompagnato da terribile chitarre sguaiate; dietro una colonna ho pure notato una coppia che si scambiava effusioni, chiacchiericcio insopportabile, Voglia di tornare ad una simile Messa: NESSUNA
E’ un brutto segno. E’ il segno di una Chiesa sempre più lontana dal Vangelo. Sbaglierò, ma c’è tanto bisogno di Dio e di parlare di Dio nelle persone. Mai come in questi tempi mi sembra vero. Basta provare a parlarne con i propri amici, con i propri vicini per rendersene conto. Eppure nonostante il desiderio di Dio, le chiese sono sempre più vuote. Non sembra una strana coincidenza? Non sono degno di citare Gesù, ma certi esponenti delle gerarchie ecclesiastiche mi fanno venire in mente le parole di Matteo 23. Sembrano i nuovi farisei che trasgrediscono quelle che Gesù chiama le prescrizioni “più gravi” della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Filtrano il moscerino, imponendo una vasta serie di peccati “mortali” (dei quali a volte sembra non esserci traccia nelle Sacre Scritture) e poi ingoiano il cammello sguazzando nel lusso di appartamenti da 800 metri quadri o minimizzando abominii come la pedofilia o compiacendo il potente di turno, anche se è un operatore di ingiustizia.
C’è un gran bisogno che la Chiesa torni al Vangelo parlando e promuovendo la giustizia, la misericordia e l’amore verso i propri fratelli, i benefici che derivano dalla fedeltà al messaggio di Cristo. Insomma, sono convinto che c’è un gran bisogno di Dio nei cuori delle persone, ma c’è una parte della Chiesa (i nuovi farisei?) che “usa la Parola” per mantenere se stessa, il proprio potere, i propri privilegi, macchiandosi di una delle cose che più allontanano da Dio: l’ipocrisia. In questo scenario purtroppo, molte di quelle persone desiderose di Dio non sono “pronte”, “mature” non dico a “correggere/ammonire” i propri pastori, ma almeno a “perdonarli” partecipando ugualmente alla Santa Messa. Ed ecco le chiese semi vuote, soprattutto dove trovi sacerdoti incapaci di spiegare quanto il messaggio evangelico sia intimamente legato alla realtà della vita quotidiana. Incapaci, cioè, di trasmettere il concetto che il messaggio del Vangelo è quanto mai vivo e aperto all’umanità intera, non solo ai cattolici (che spesso si sentono “farisaicamente” degli eletti). Non dimentichiamo le bellissime parole di Gesù (“I pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel Regno di Dio”) che ci fanno capire quanto il premio (il Regno di Dio) non sia il risultato di un’appartenenza religiosa, ma piuttosto il frutto dell’aver operato, aderito consapevolmente o inconsapevolmente al messaggio di amore universale del vangelo: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt.7)
scola non ha speranza. se la chiesa è vuota è perché è troppo intellettualoide e lontano dal popolo, se è piena sono tutti pecoroni ciellini. come fa, fa sbaglia
Usa il cervello, forse ti manca qualcosa!
ai tempi di martini le cose andavano diversamente
Ho letto gli altri commenti e mi pare che un po’ tutti sono d’accordo che sia meglio guardare alla qualità più che alla quantità. Che, oltretutto, spesso si accompagna all’abitudine di seguire la corrente, tipo gregge, o di mettersi al passo con le tendenze del momento. Basti pensare alle piazze stracolme dei concerti o dei comizi d’una volta, per non parlare delle oceaniche adunate fasciste. Certo è brutto vedere le chiese semideserte durante la messa, e la cosa appare ancora più desolante se si tratta di edifici monumentali e dalle grandi tradizioni, ma mi sembra di poter affermare che la disaffezione verso un culto che non riesce (o fa fatica) a rinnovarsi radicalmente, col tempo sia andata via via aumentando, e non sempre solo per colpa dei fedeli.
La chiesa: luogo di culto o anche quloc’altro?
Secondo me, ha maggiore valore la chiesa quale elemento storico, artistico ed architettonico, anche perché quello vale per tutti, poi, ovviamente, come luogo di culto solo per i credenti.
Quanto a riempirla, non so se sia meglio la quantità o la qualità.
Credo che siano affollate le messe del papa, ma meglio un raduno oceanico, di una fede che resta in superficie, o meglio una fede di pochi, ma buoni, che vadano un po’ più a fondo nelle cose?
Anche se magari non è per tutti e si rischia una visione elitaria.
Ma, del resto, all’inizio la chiesa non era, in sostanza, un gruppo ristretto di adepti?
Come dice il Papa, se uno é intelligente e colto vada ad insegnare all’Università. Farà molto bene.
Per condurre una Parrocchia, una Diocesi ci vuole anche altro.
Calza perfettamente per Scola.
Ormai per la massa sono rimaste Pasqua e Natale si riempiono le chiese.Le altre santificazioni le chiese sono semi vuote.Nonostante il papa della misericordia risulta difficile evangelizzare al di fuori del circo mediatico.E’ difficile combattere contro il consumismo e la crisi economica sembra che la massa sia ebetita e stordita dal viver quotidiano travagliata da incombenze e sfruttata dal mercantilismo.Sono riusciti a far morire l’anima i nuovi nazisti mercantilisti che con le leggi economiche opprimono intere fasce di societa’?Si deve combattere i loro metodi disumani con un semplice voto di rappresentanza uniti contro le scelte scellerate.
Sono vecchio e ricordo il Duomo stracolmo quando c’era Montini. Peccato poi che abbia rovinato tutto con la Humanae Vitae del ’68!