Il sindaco di Esino Lario e…
gli amministratori de La Valletta Brianza
di don Giorgiuo De Capitani
Il sindaco di Esino Lario, Pietro Pensa, ha messo in vendita il Municipio e altri simboli del Comune, per salvare il suo paese.
Chiaramente è una provocazione, una forte provocazione per suscitare il grosso problema di come risolvere la gestione economica dei Comuni, quando sono piccoli. Certo, non si risolve il problema vendendo i beni immobiliari del Comune. Se anche ciò fosse possibile, il problema verrebbe solo rimandato.
Diversa, molto più grave in un certo senso, è la decisione autoritaria dell’amministrazione de La Valletta Brianza di affrontare una spesa ingente per il restauro della Villa S. Cuore, già sede municipale.
Diciamo subito che tale sede, senza riproporre tutta la vicenda di questa Villa da quando è stata comperata negli anni ’70 dall’allora Comune di Rovagnate fino ad ora, richiede senz’altro un intervento di restauro, tanto più che parecchie cose non sono a norma.
È successo che, con la fusione dei due Comuni, Perego e Rovagnate, da cui è nata La Valletta Brianza (30 gennaio 2015), la prima Amministrazione ha potuto usufruire di una ingente quantità di soldi provenienti da contributi statali, e ciò ha dato l’input perché si pensasse finalmente al restauro della Villa, il cui costo però va ben oltre la disponibilità finanziaria del nuovo Comune.
E poi, non tutto è chiaro: il progetto c’è, ma sarebbe monco; il progetto c’è, ma non rispecchierebbe tutte le esigenze come sede municipale, anche tenendo conto che esiste l’Unione dei servizi tra La Valletta Brianza e Santa Maria Hoè, per cui una decisione puramente unilaterale (senza entrare nel merito delle eventuali responsabilità oggettive di Santa Maria) sarebbe partire con il piede sbagliato.
Sì, è forte l’impressione – ma non è solo l’impressione di un comune cittadino – che l’attuale amministrazione stia per fare una scelta scriteriata, con conseguenze deleterie sul futuro del Comune.
Ecco perché, quando ho letto la notizia della provocazione del sindaco di Esino Lario, ho subito pensato al mio Comune, che sarà messo in vendita (nel suo futuro) per poter restaurare la sede municipale.
Non sono contrario alle grandi opere per principio. Non solo un grillino! Solo dico che bisogna usare cervello, valutare bene le scelte, tutte le scelte, mettendo in campo anche la possibilità di scegliere tra il restauro estremamente costoso e per nulla integrale di una Villa fatiscente (non si tiri in ballo il suo valore storico che non ha in questo caso nessuna importanza) e la costruzione ex novo di una sede municipale (più economica e più adatta agli scopi di una sede municipale), rimettendo in gioco il Comune di Santa Maria.
Mancano pochi mesi alla fine del mandato (l’anno prossimo, 2020, ci saranno nuove elezioni). Mi chiedo: come si può decidere su un’opera grossa e metterla tutta sulle spalle della prossima amministrazione?
Ma perché – è l’unica cosa ragionevole da fare! – non rimandare la decisione alla prossima amministrazione, la quale, come si spera composta di amministratori più competenti e più saggi, potrà affrontare la questione con più calma e coinvolgendo la popolazione con un referendum?
Deciderete in questi mesi?
Vorrei vedere con quale coraggio andrete in giro con la testa alta per il paese!
Responsabili non sono solo i tre gatti della Giunta, ma anche i Consiglieri e i tecnici che firmeranno il progetto. Tutti sarete messi sotto accusa!
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