Non ne possiamo più: ribelliamoci apertamente
di don Giorgio De Capitani
Siamo nelle mani di bastardi e criminali,
uno peggio dell’altro,
il tutto in un decadimento di valori
di una massa di coglioni putrescenti.
Non credevo che si arrivasse a tanto:
veramente il Covid ha scoperchiato la pentola,
dove c’era un marciume
sempre pronto a scoppiare.
Infatti…
E la mia amarezza con tanta rabbia
è che si rimane impotenti.
Cosa fare?
Sembra di colpire
un muro di gomma.
D’altronde la merda non ha pudore,
né coscienza, né possibilità di conversione.
Gente malata
dalla punta dei piedi alla testa (quella che c’è).
Urgentemente, senza perdere altro tempo,
usciamo tutti allo scoperto:
ribelliamoci di brutto,
con la forza delle nostre Idee.
Non servono le armi fisiche:
se ammazzate un criminale, ne sorgerà un altro,
sempre più merda, perversione mentale.
Abbiamo dentro una energia nucleare
da far scoppiare ogni marciume.
Tiriamo fuori il Meglio, risvegliatelo,
e scendiamo in piazza,
a partire dal nostro piccolo,
in questi paesi brianzoli pieni di puzza leghista
e di gente addormentata,
di parroci seduti a vivacchiare,
di sindaci pragmatisti con la fissa
del fare o strafare senza un grande Pensiero.
E la Chiesa istituzionale è allo sfascio,
con un papa rimbambito,
con vescovi trottola, ridicoli, vuoti,
pastoralmente una frana.
Non disperiamo, non demordiamo,
dobbiamo stare sempre con il capo elevato.
Svegli, determinati, autorevoli…
Non dobbiamo disperderci
nella nebbia di una società allo sbando.
Tutti in piazza, senza forconi,
usando quella violenza evangelica
che colpisce il cuore del potere,
e le pantegane uscite dalla fogna
torneranno nella fogna da dove sono venute…
Ma non basta fare piazza pulita,
non basta eliminare il male,
estirpare la zizzania,
se non seminiamo del buon grano.
La migliore, efficace lotta contro il male,
sta nel contrapporvi il bene:
quel bene, credenti o no, che quel Bene Assoluto
da cui siamo venuti e a cui dobbiamo tornare.
Più si semina il bene,
più si toglie spazio al male.
Non ho mai visto una rivoluzione
che sia finita bene: perché?
Solo la rivoluzione interiore fa scattare
quella rivolta che produrrà il vero progresso umano e sociale:
per fare la rivoluzione ci vogliono anzitutto
idee chiare e forti, e non balorde
come quelle di un capobanda che decide
di usare la sedia elettrica o l’impiccagione.
Occorre che l’intelletto sia “attivo”,
illuminato dall’Alto,
così da poter fare le scelte giuste, usare i mezzi giusti
per ribaltare ogni religione o politica
che si è messa sulla strada verso il burrone.
Illuminati dal di dentro, allora si parte
da spiriti veramente liberi,
contestando ogni potere, ogni istituzione,
ogni struttura, e ogni manichino, fantoccio,
i buffoni di corte, e quei faraoni che
si credono voce di un dio bastardo.
Sì, è l’idolatria il vero male di ogni secolo:
l’ego che si autoincensa, che annebbia la mente,
e così il populista più scemo o stronza
si crede un dio in terra, scemo o stronza.
Un dio scemo che incarna una ideologia scema,
una politica scema, una chiesa scema.
E il cerchio maledetto è ancora qui
a stringerci il collo non per farci subito morire,
ma per tenerci in perenne stato comatoso,
così da servirli, pulendo il loro culo sporco.
Bastardi, figli di tr***
non avrete mai la nostra anima,
scordatelo!
Saremo sempre una spina nel vostro fianco:
con le nostre nobili dee,
con le nostre convinzioni di ferro,
sempre pronti a usare l’arma della bomba atomica:
basta una scintilla, quella divina, che è in noi,
per dar fuoco a tutta la paglia del mondo!
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