Se noi preti avessimo anche solo un granello del tuo cristianesimo…

 

Caro don Luigi Ciotti,
ti ho sentito venerdì scorso, 1 febbraio, su La7,
durante la trasmissione Zeta condotta da Gad Lerner.

Eri ospite principale:
la discussione si è svolta attorno all’appello da te lanciato
per una politica più trasparente e contro la corruzione.

Anzitutto, invito i miei lettori a sottoscrivere l’appello.

PETIZIONE – firmiamo per ottenere trasparenza e impegno contro la corruzione
La corruzione è uno dei motivi principali per cui il futuro dell’Italia è bloccato nell’incertezza. Pochi paesi dell’Unione Europea vivono il problema in maniera così acuta (ci seguono solo Grecia e Bulgaria). Si tratta di un male profondo, fra le cause della disoccupazione, della crisi economica, dei disservizi del settore pubblico, degli sprechi e delle ineguaglianze sociali.
Il prossimo 24 e 25 febbraio verremo chiamati a eleggere i nostri rappresentanti in Parlamento. È il momento di chiedere che la trasparenza diventi una condizione e non una concessione, esercitando il nostro diritto di conoscere.
Per questo domandiamo adesso, a tutti i candidati, indipendentemente dal colore politico, di sottoscrivere 5 impegni stringenti contro la corruzione. Serviranno per potenziare la legge anticorruzione nei primi cento giorni di legislatura e per rendere trasparenti le candidature.
Con questa petizione chiediamo a tutti candidati di:
1. Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”
2. Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
3. Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
4. Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
5. Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari
Grazie alla sottoscrizione di questi impegni si potrà sapere davvero quali candidati saranno disposti a lottare in Parlamento contro la corruzione.

Più siamo a firmare questa petizione, più i candidati dovranno ascoltare le nostre richieste.
Firma adesso
QUI
per un futuro senza corruzione.

Caro don Luigi,
hai parlato con calore dell’impegno di “Libera”, una tua creatura,
che sta coinvolgendo migliaia di associazioni
che oggi operano attivamente e non solo a parole
per salvare il nostro Paese dalla corruzione mafiosa.

Sì, esistono numerosi gruppi d’ogni fede religiosa e politica:
c’è chi è più visibile e chi agisce quasi nell’anonimato.

Ogni forza è preziosa,
ogni energia riattiva anche la speranza.

E Dio sa di quanta speranza noi italiani abbiamo bisogno!

Purtroppo, sì purtroppo, non sembra che la situazione socio-politica
stia cambiando in meglio.

Siamo sommersi da scandali quotidiani:
almeno la corruzione uscisse tutta allo scoperto!

No, è forte l’impressione che gli scandali riguardino il passato,
e che tuttora ci sia gente corrotta che lavora ancora dietro le quinte.

Il male che viene alla luce è ben poca cosa
in confronto al male che agisce nelle tenebre.

Non bisogna mai cantare vittoria, neanche quando
le forze dell’ordine riescono a catturano un pezzo grosso della malavita:
tanti altri sono liberi, e operano quasi indisturbati.

La cosa peggiore che è stata finora fatta
consiste nell’aver localizzato mafia, camorra e ‘ndrangheta
come se fossero un cancro del sud,
ancor peggio caratterizzando alcune regioni,
quali la Campania, la Calabria, la Sicilia.

Oggi finalmente si stanno aprendo gli occhi,
e si scopre che il cancro è una metastasi che ha invaso
l’intero nostro Paese.

C’è la sete di potere, ma il potere senza soldi è impotente.
Il potere allunga le mani là dove c’è da fare denaro.
Potere e soldi: questa è la mafia!

È chiaro che, quando un pascolo non rende più,
allora si emigra altrove, e si occupano pascoli più fiorenti.

Gli affari non cambiano solo zone o regioni,
cambiano anche gli interessi:
oggi si chiamano appalti edilizi, fonti energetiche,
ricostruzioni dopo emergenze naturali,
il mondo sportivo e il mondo d’azzardo.

La mafia non vive solo sul marcio:
vive sul progresso tecnologico e sullo stesso bene comune.

Si infiltra, in nome del dio religioso o di mammona,
in nome del mercato più selvaggio o delle cause più nobili.

Se prima era il male in sé la fonte di guadagno della mafia,
oggi è il bene, in qualsiasi campo si trovi.

I mafiosi si presentano come i benefattori dell’umanità:
costruiscono ospedali, chiese, santuari,
fanno opere buone, sostengono iniziative parrocchiali,
si presentano in politica in nome della patria.

I mafiosi con la faccia d’angelo sono i peggiori:
pregano, lottano per la religione,
sorridono, ti fanno complimenti, e poi… ?

Quando te ne accorgi, è troppo tardi.

Anche la denuncia non serve, rimane sterile,
anzi si ritorce contro chi esce allo scoperto e alza la voce.

Il popolo non crede alla realtà,
crede invece alle apparenze tanto più se queste
hanno l’aureola di santità, non importa se contraffatta.

Caro don Luigi Ciotti,
ti ammiro per il tuo impegno, ma non illuderti:
a che serve una massa di gente che ti sostiene,
se poi i frutti sono quelli che sono?

Tu tagli un tentacolo, e già un altro è spuntato:
la piovra andrebbe colpita nella testa o nel cuore,
ma dov’è la testa o il cuore?

Dal nord sei andato al sud,
ed ora ti stai accorgendo che la mafia è salita al nord.

E qui al nord ha già messo le radici:
Buccinasco non è la zona peggiore,
non illudiamoci come al solito!

La mafia è già penetrata come un virus culturale
nei nostri piccoli paesi.

La gente stessa respira mafia e non si accorge
di pensare e di agire come i mafiosi.

A noi cristiani poi basta un po’ di acqua santa,
o una veloce confessione sacramentaria
e ci sentiamo a posto in coscienza.

Pensiamo solo a chiedere perdono a Dio
per i soliti peccatucci quotidiani,
e mai e poi mai immergiamo la coscienza
in quella fonte di Giustizia che è l’armonia dei beni universali.

Provate a fare questi discorsi ai super-cattolici:
non capirebbero!

Mafia!
Parola che irrita, parola sgradita,
parola scandalosa se pronunciata nelle nostre chiese.

Eppure, la Chiesa gerarchica da sempre ha convissuta con la mafia:
chiamatela come volete, io la chiamo mafia!

Ha convissuto sia attivamente che passivamente:
connivente con i mafiosi, o tacendo opportunisticamente.

Anche qui al Nord, caro don Luigi, i preti tacciono:
se si specula sul territorio, il parroco tace;
se il ricco fa il prepotente, il parroco tace;
se una ditta chiude, il parroco tace.

E poi: come vengono educati i nostri ragazzi?
Questo è il vero problema educativo.

A Napoli i ragazzi sono sulle strade, facili prede della malavita,
qui al Nord sono in giro a bighellonare, nell’ozio,
coi motorini a tutto gas, regalati da genitori coglioni.

Chi è capace di fare il male è anche capace di fare il bene,
ma chi è un rincoglionito come il ragazzo del nord
cresce da rincoglionito, e non servono tutti i sacramenti
a farlo rinsavire.

Ma noi preti, e le nostre comunità cristiane,
siamo sempre alla ricerca della novità pastorale
ma chiusa ad ogni discorso più umano.
 
Qui al Nord da anni Comunione e Liberazione predomina,
in ogni campo: da quello sanitario a quello industriale,
da quello mediatico a quello affaristico,
da quello culturale-scolastico a quello religioso.

Una vera setta, Cl! Un vero affare, Cdo!

C’è mafia e mafia, caro don Luigi!

Qui al Nord non è la mafia che si allea con la religione,
è la religione che si è fatta propria la cultura mafiosa!

Nulla di violento! Certo!
Mancherebbe altro!

I ciellini hanno imparato la lezione:
sono come il lievito nella pasta, politicamente parlando,
grumi di sale, cattolicamente parlando.

A loro “il cattolicamente parlando” interessa relativamente:
anzi godono di essere grumi di sale.
Ma non sanno di essere il lievito mafioso della massa sociale.

Ogni setta vive sulla ingenuità dei suoi adepti,
per lo più incapaci di critica e di auto-critica:
è la forza della setta in quanto tale
a proteggere i suoi da eventuali nemici,
ma i nemici veri sono loro stessi,
vittime di un plagio che ottenebra la coscienza.

La mafia crea paura, e perciò l’omertà;
la setta protegge dalla paura, ma isola i suoi adepti.

Caro don Luigi,
se noi preti del Nord avessimo un granellino della tua passione
per la causa dei più deboli
forse le nostre comunità pastorali sarebbero ben diverse.

Eppure, anche tu me lo dici,
lavorare nel quotidiano e sul posto
sarebbe il miglior antidoto ad ogni infiltrazione mafiosa:
non c’è solo la mafia con la lupara,
la peggiore è quella cultura che mortifica la vita.

E noi preti diocesi sappiamo quanto oggi
le nostre comunità, nei suoi ragazzi e giovani,
stiano subendo le peggiori conseguenze,
quelle che vanno a incidere sulla dignità dell’essere umano.

Sì, basterebbe un granello della tua passione per l’Uomo,
ma qui al Nord, più che l’omertà, imperano:
l’indifferenza, l’apatia, l’attivismo pragmatistico festaiolo,
l’immobilismo sociale!

I ragazzi fanno spavento per la loro inerzia!

 

 

12 Commenti

  1. Carmen ha detto:

    Don Giorgio, ho capito maggiormente il suo pensiero sui giovani attraverso questa lettera aperta a Don Ciotti.. Mi ha colpito anche il suo tono particolarmente accorato e preoccupato. Probabilmente lei ha sotto gli occhi una realtà più grave di quella dove vivo io. Ma è anche vero che a volte non si vuole ammettere che la realtà ci sta crollando addosso,questo per tanti motivi: per paura, per senso di impotenza, per tirare a campare cercando di non immpazire..Comunque grazie per le sue parole e per la sua forza nell’esprimerle.Un abbbraccio cordiale!

  2. franz ha detto:

    Conosco poco o ninte don luigi Ciotti. Penso sia un uomo retto , di buona volontà e coraggioso. Mi piace anche il suo gruppo Abele , di cui alcuni menbri mi hanno ascoltato quando avevo bisogno di ascolto. Purtroppo non posso parlare altrettanto bene di Libera; gli intenti sono buoni, ma non posso che associarmi a chi sostiene che i membri non abbiano smalto. Inutile che un’ associazione si prefigga come obiettivo di contrastare mafia e corruzione quando poi , di fronte ad una segnalazione , non trova altra risposta che ” l’unica è rivolgersi alla magistratura della città” : una risposta che sa di presa in giro , che avrebbe saputo dare anche il fruttivendolo. Se dobbiamo arrangiarci a cosa ser ono le associazioni ?

  3. Federico ha detto:

    grazie don luigi, grazie don giorgio.
    firmato!

  4. isabella ha detto:

    Don Giorgio, mi fanno paura le sue parole tanto sono vere, mi fa paura pensare ai giovani in questo modo e io stessa li proteggo dicendo che la gioventù è fatta così,è bella perchè spensierata, ma le parole che li descrivono sono molto reali e per questo anche drammatiche .Dovrebbero leggerele tutti i genitori e risvegliare in loro il dovere di spingere gli stessi figli ad un impegno sociale .Grazie firmato e invierò le sue parole a tutti i conoscenti.

  5. gil ha detto:

    firmato !

  6. Giuseppe ha detto:

    Giustissimo!

  7. davide ha detto:

    Grazie d. Giorgio per questa bellissima lezione …….. appello firmato

  8. Bruno ha detto:

    Grazie don Giorgio per tutte le condivisibili parole che hai scritto a don Luigi!
    Ho firmato anch’io ed ho condiviso l’appello per quanto nelle mie capacita.
    Bruno

  9. ROBERTO ha detto:

    SONO D’ACCORDO, HO FIRMATO

  10. Gianni ha detto:

    Si, firmato anch’io, ma in effetti mi domando anch’io, come suggerito dall’articolo:
    a cosa servono certe iniziative?
    Certo, la consapevolezza…le dichiarazioni sulla propria posizione processuale, ma …tutto questo non basta.
    Finchè non cambia la cultura di certe situazioni…..
    quei disvalori che per certe realtà sono invece valori….come connivenza ed omertà…..
    tutto questo potrà, forse, un giorno cambiare, ma credo occorrano minimo due, tre generazioni, perchè cambi la testa della gente…..

  11. filippo ha detto:

    Come é bella, don Giorgio, la sua invocazione che sembra un anelito e quasi un sogno sanguinolento, ma pur sempre sogno.
    Mi piace questa sua comunione di tensione sofferta con don Luigi.
    Don Luigi é – a me pare . un profeta, se profeta vuol dire guida, fonte di ispirazione, stimolo, “vento che non lascia dormire la polvere” (D. Turoldo), pungolo, “testimone fedele” (Apocalisse). Io credo che don Luigi sia un “uomo di Dio” perché porta Dio nel cuore dell’uomo che soffre quasi con delicata e rispettosa carezza.
    Ho assistito spesso alle sue celebraioni, e l’intensità della sua preghiera, vorrei dire della sua estasi, dà l’impressione di una immersione profonda nel mistero della salvezza che celebra in sé stesso e inseme al popolo, che si sente trascinato e immerso in una comunione che ti costruisce e che costruisce una comunità di uomini liberi, lieti “veritatem facientes in charitate”.
    Io ringrazio sempre il Signore perché ci ha donato un uomo come don Luigi e mi sento intimamente legato a lei per le parole che a lui ha rivolto.

  12. diogene ha detto:

    … firmato!

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