da www.huffingtonpost.it
07 Febbraio 2022
Giorgia Meloni in the ghetto
di Filippo Rossi
Si chiude in una galera psicologica una destra che taglia fuori tutti gli altri, che li ritiene nemici, che gode nello stare all’opposizione
Il ghetto è una galera psicologica che prescinde dai numeri. Si può stare nel ghetto anche con il 20 per cento, anche con il trenta. E la posizione ideale per Giorgia Meloni è proprio quella: un ghetto che si sta costruendo da sola, dichiarazione dopo dichiarazione, decisione dopo decisione. Perché il ghetto politico è fatto di un mix immondo di pensiero forte e dogmatismo identitario. Si chiude nel ghetto una destra che taglia fuori tutti gli altri, che li ritiene nemici. Si chiude nel ghetto una destra che pretende di dettare la linea sempre e comunque. E si chiude nel ghetto una destra che vuole per forza vincere tutto anche se non ha i numeri, una destra che, giusto per fare un esempio recente, si rifiuta di portare Pierferdinando Casini al Quirinale in quanto “traditore”. Una destra che gode nello stare all’opposizione. Sta nel ghetto una destra estrema in tutto, ma che pretende che il mondo le dia ragione sempre. Che vomita odio ma vuole rispetto.
Il ghetto? È pretendere (sì, pretendere) che le altre destre possibili si debbano per forza alleare con i nipotini italici di Orban e famiglia. Ed è continuare a declinare la propria azione politica in base alla categorie impolitiche della fedeltà e del tradimento. Ghetto è definire inciucio qualsiasi alleanza che non sia con te. Ghetto è totalitarismo interiore. Ghetto è declinare una cultura politica fatta di pane e opposizione, di totale mancanza di senso di responsabilità. Non puoi non stare nel ghetto se urli ai quattro venti il tuo antieuropeismo, anche se è evidente che ci si può salvare solo combattendo insieme per una nuova sovranità europea. E non puoi non stare nel ghetto quando rincorri ossessivamente le fascinazioni antiscientifiche dei novax.
Cosa è il ghetto? Sparare contro tutto e tutti: contro l’Europa, contro Draghi, contro il Palazzo, contro chiunque non la pensi come te. E poi è la caccia alle occasioni: prendersela con il greenpass, con le mascherine, con il lockdown. Ghetto è mettersi sempre dall’altra parte. E mettersi sempre dalla parte degli eterni arrabbiati. Di quelli che pretendono di governare, a parole, ma che intimamente sperano che ciò mai accada, perché non ne sarebbero capaci. Non sarebbero all’altezza di andare oltre il loro rassicurante ghetto.
Ogni tanto, infatti, viene davvero il dubbio che Giorgia Meloni faccia di tutto per non andare mai al governo. E che la sua strategia sia proprio quella di rimanere ai margini del sistema. Sembra quasi che sia lei stessa a volere costruire un muro che la separi dalla possibilità di governare il paese. Come ha scritto con cesellata perfezione Ugo Magri su queste pagine, Giorgia Meloni si ritrova “senza la prospettiva di contare, confinata nella Terra di Mezzo di un’eterna consolante, rassicurante, comoda opposizione”. E si ritrova, ancora Magri, “avversario ideale di una sinistra che, se Meloni non esistesse, ne dovrebbe fabbricare il clone (difatti da quelle parti la tengono in palmo di mano)”.
Ecco il punto. Mentre si capisce benissimo una sinistra che esalta una destra autoghettizzante, non si capisce proprio perché mai i tanti di Forza Italia che credono sinceramente in un’Italia liberale e popolare continuino a subire i ricatti di Giorgia Meloni. E non si capisce nemmeno l’atteggiamento di quella Lega del Nord che dovrebbe rappresentare le istanze e i valori di un’Italia produttiva e per nulla estrema.
Una destra diversa esiste in tutta Europa: non si capisce perché solo in Italia non sia possibile. Perché solo in Italia siano tutti succubi di una destra che vive per non governare.
Ma quelli che davvero non si riesce a capire sono i tanti che hanno militato in Alleanza Nazionale e che hanno sinceramente creduto in una destra europea capace di governare la complessità senza chiudersi a riccio. Come fanno a sopportare tutto questo, a sopportare chi li sta riportando in un ghetto psicologico più che ideologico. Alleanza Nazionale? Con tutti i suoi difetti rispetto a Fratelli d’Italia stava già miglia e miglia avanti. Perché quel mondo, quella destra, almeno voleva disperatamente scappare da un ghetto fatto di nostalgismo e senso di rivalsa. Mentre, al contrario, Giorgia Meloni fa di tutto per tornare in un ghetto fatto di propaganda sovranpoulista. E no, non sarà un venti per cento a salvarla. Perché la politica, una “donna di destra” dovrebbe saperlo, non sono solo numeri.
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