da www.repubblica.it
08 FEBBRAIO 2024
Putiniano, xenofobo, misogino:
Zemmour, il leader estremista francese
che voleva annettere il Nord Italia
dalla nostra corrispondente Anais Ginori
Con il nuovo alleato di Meloni, ha tessuto i rapporti Sofo, eurodeputato FdI e marito di Maréchal
PARIGI — Qualcuno l’ha paragonato a Jean-Marie Le Pen. Si conoscono e si stimano. «È il più bel incontro che ho fatto dopo quello con Saddam Hussein», aveva raccontato il patriarca dell’estrema destra francese. Le Pen (padre) era già l’Impresentabile, da cui la figlia Marine ha cercato di smarcarsi. Eric Zemmour non ne ha avuto bisogno, ama flirtare con i tabù, provare a riabilitare il collaborazionista Pétain e insinuare che forse Dreyfus non era innocente. Si ispira a intellettuali controversi, come lo storico Jacques Bainville, dentro al movimento di estrema destra Action française. Ammiratore di Vladimir Putin, definito in passato «patriota russo», vuole far uscire la Francia dal comando integrato della Nato.
La corsa di Zemmour per l’Eliseo due anni fa è stato un flop – ha ottenuto appena il 7 per cento dei voti – ma la sua narrazione continua attraverso Reconquête, il partito dell’ultradestra. In un’intervista al Corriere della Sera aveva teorizzato il concetto di «remigrazione», salvo poi tentare di correggere il tiro. Non ha mai invece ritrattato l’adesione alla tesi complottista del «Grand Remplacement» in voga tra i suprematisti bianchi. Due anni fa, alla tv francese aveva dichiarato che «le regioni del Nord Italia dovrebbero appartenere alla Francia». Ma la sua era «un’analisi storica fatta durante un dibattito di carattere culturale dove raccontava i falliti tentativi di conquista da parte della Francia del Nord Italia», puntualizza ora l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Vincenzo Sofo. Proprio quel Sofo, che è marito di Marion Maréchal – la nipote di Marine Le Pen, ora affiliata con Zemmour – è stato probabilmente il trait d’union fra Giorgia Meloni e Reconquête.
Sciovinista fino al midollo, Zemmour rappresenta la Francia sull’orlo della guerra civile, a colpi di video su periferie in fiamme e colonne di donne velate. Una visione crepuscolare. Non a caso il suo pamphlet di maggior successo s’intitola «Le Suicide français». Prima della discesa in campo scriveva per il rispettabile Le Figaro e si è fatto conoscere a colpi di provocazioni di Cnews, la televisione di Vincent Bolloré che l’ha sostenuto nella campagna presidenziale. Per respingere le accuse di antisemitismo e razzismo usa le sue origini. «Come potrei io, piccolo ebreo berbero venuto dall’altro lato del Mediterraneo?», domanda retoricamente, citando i suoi genitori pieds noirs in Algeria.
Durante la campagna per le presidenziali, è stato inseguito a Marsiglia dai fischi degli oppositori, ricambiando con il dito medio, un’immagine che aveva fatto il giro dei social. E le varie condanne per incitamento all’odio razzista – aveva detto, tra le altre cose, che tutti i minorenni immigrati sono «ladri, strupratori e assassini» – non hanno ammorbito il suo stile. Proprio ieri, il presidente di Reconquête, 65 anni, è stato condannato per diffamazione nei confronti di Danièle Obono, esponente del partito di Jean-Luc Mélenchon. Durante una trasmissione del 2020, Zemmour aveva attaccato la deputata di colore, accusandola di «organizzare incontri vietati ai bianchi» e di aver espresso «il suo amore per Mohamed Merah, che uccide i bambini ebrei».
Il ritratto di Zemmour più perfido lo fa Marine Le Pen. «Ha un modo oltraggioso, che non fa di lui un uomo di Stato» aveva commentato la leader dell’estrema destra quando ha visto apparire questo nuovo rivale sulla scena politica, mostrandosi per nulla preoccupata. «Al suo cospetto, noi sembriamo ragionevoli, seri, più pronti a governare. Zemmour mi ricentra», aveva osservato, dimostrando ottimo fiuto. Previsione che si è puntualmente realizzata. Zemmour, faceva ancora notare Le Pen, offende l’elettorato femminile. «Moltiplica le provocazioni su donne e omessessuali». Il polemista è stato accusato di essere misogino, anni fa pubblicò il pamphlet “Le premier sexe”, un “trattato di virilità” con un titolo che parafrasava il famoso libro femminista di Simone de Beauvoir. «Zemmour – dice sempre Le Pen – veicola un’immagine degradante delle donne. Una visione brutale e ingiusta». Meloni è avvertita.
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da www.repubblica.it
08 FEBBRAIO 2024
L’ultradestra di Zemmour
alleata di FdI in Europa: si allarga il fronte nero
dal nostro inviato Daniele Castellani Perelli
Marion Maréchal, nipote di Le Pen, annuncia l’ingresso dei francesi di Reconquête nei Conservatori. L’obiettivo è arrivare terzi alle Europee, subito dopo Popolari e Socialisti, prima di Macron e Salvi
STRASBURGO — Mentre si discuteva di una loro possibile alleanza con i Popolari dopo le elezioni europee di giugno, e mentre Marine Le Pen inviava segnali di dialogo a Giorgia Meloni, ecco che ieri a Strasburgo i Conservatori e riformisti dell’Ecr, il gruppo europeo di cui fa parte Fratelli d’Italia, hanno annunciato l’ingresso dell’ultradestra francese di Eric Zemmour, Reconquête, finora senza gruppo nell’Europarlamento.
È una mossa a sorpresa che sembra rendere più difficile sia un’alleanza tra Ecr e Ppe sia un avvicinamento tra Meloni e Le Pen, che rimane nel gruppo rivale Id (Identità e Democrazia) cui appartiene anche la Lega di Matteo Salvini. Tanto più che la capolista di Reconquête alle europee sarà proprio Marion Maréchal, vicepresidente del partito e nipote di Marine Le Pen, rivale politica con cui intrattiene rapporti tesi.
Ed eccola Marion Maréchal. Sorride a Strasburgo alternando francese e italiano mentre illustra l’ingresso dell’unico eurodeputato di Reconquête, Nicolas Bay, in Ecr. Al suo fianco c’è appunto Bay (a lungo portavoce di Marine Le Pen), insieme a Nicola Procaccini di FdI, co-presidente di Ecr che, per nulla imbarazzato e anzi soddisfatto per l’alleanza con l’ultradestra francese, dice di essere anch’egli preoccupato dall’islamizzazione dell’Ue, «problema che attiene allo stile di vita europeo e su cui la pensiamo allo stesso modo».
Procaccini elogia «il patrimonio di valori conservatori di Bay». Maréchal parla di «visione comune di un’Europa rispettosa delle nazioni», dove «le esigenze dell’ecologia non possono andare contro la sostenibilità economica» e la Commissione non deve finanziare «la propaganda Woke e Lgbtq o quella islamista».
L’Ecr si spinge dunque sempre più a destra, a pochi giorni dall’annuncio del premier ungherese sovranista e filorusso Viktor Orbán, pronto anch’egli ad entrare nel gruppo, dopo le elezioni, con il suo Fidesz. «Orbán può essere un alleato naturale», commenta Maréchal.
Quanto a Marine Le Pen, che nei giorni scorsi aveva preso le distanze dagli alleati tedeschi di Afd, che sono nella bufera per incontri segreti con dei neonazisti, sia Maréchal sia Procaccini si dicono comunque disponibili a dialogo e collaborazione, nonostante militino in gruppi diversi. Oggi, in campagna elettorale, sono rivali. Dopo le elezioni chissà.
Per l’Ecr e Meloni le ragioni di una alleanza così controversa con l’ultradestra francese si possono spiegare forse con la necessità di ottenere più seggi a giugno e poter contare quindi il più possibile nei giochi politici post-elettorali. Cercando di arrivare subito dopo i Popolari e i Socialisti e davanti sia ai liberali di Renew sia all’altro gruppo di estrema destra Id, che nei sondaggi sono oggi un po’ più avanti. «Con Ecr possiamo essere la terza forza al Parlamento europeo e battere Macron e il suo Renew Europe – dice Maréchal – Possiamo essere il perno di una ricomposizione del Parlamento, spostare a destra il centro di gravità impedendo la riedizione dell’alleanza contronatura tra Ppe, socialisti e liberali». E Procaccini le dà ragione, parlando di Ecr e Ppe come cuore di un’alleanza di centrodestra, in cui lascia intendere potrebbe esserci spazio anche per delegazioni di Id e di Renew Europe.
L’ingresso di Reconquête porrà sicuramente insidie in campagna elettorale, anche se ad esempio sull’Ucraina Bay assicura che non c’è divergenza con Meloni. In Ecr c’è però chi storce il naso, come l’eurodeputata olandese Dorien Rookmaker: «Siamo perplessi. Perché accettare un membro così controverso, così vicino alle elezioni?».
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da www.fanpage.it
7 Febbraio 2024
Il partito di Zemmour e della nipote di Le Pen
entra nei Conservatori europei:
Pd e M5s attaccano Meloni
Reconquete!, il partito di estrema destra francese fondato da Eric Zemmour e del quale Marion Marechal, nipote di Marine Le Pen, è vicepresidente, entra a far parte dei Conservatori europei, guidati da Giorgia Meloni. E dai partiti di centrosinistra esplodono le critiche.
A cura di Annalisa Girardi
La famiglia dei Conservatori europei, guidata in Europa da Giorgia Meloni, si allarga e accoglie Reconquete!, il partito di estrema destra francese fondato da Eric Zemmour e del quale Marion Marechal, nipote di Marine Le Pen, è vicepresidente. Lo hanno annunciato a Strasburgo proprio Marion Marechal, Nicolas Bay (eurodeputato di Reconquete! che finora militava tra i non iscritti) e l’italiano Nicola Procaccini, co-presidente di ECR.
“Difesa dell’identità delle nazioni e della nostra civiltà di fronte all’immigrazione e all’islamizzazione; difesa delle libertà economiche contro la burocrazia; preservazione dei nostri valori di fronte al wokismo: Reconquete si unisce al gruppo ECR al Parlamento europeo”, ha scritto Marion Marechal su X.
Le critiche di socialisti e liberali
Non sono mancate le reazioni dal centrosinistra. La vicepresidente socialista del Parlamento europeo, Pina Picierno, ha commentato: “Mi pare che la cosiddetta svolta istituzionale di Meloni crolli di fronte alla realtà. L’annunciata svolta istituzionale, il braccetto con von der Leyen, il tentativo di presentarsi come istituzionale e moderata cade di front all’ingresso di un partito estremista”, fondato da “un personaggio molto discutibile, anti-semita, che viene abbracciato da Procaccini”. Per poi ribadire che “sarebbe da chiedere alla presidente von der Leyen che cosa ne pensa della sua amica Meloni che abbraccia nel gruppo di Ecr queste forze politiche così estremiste e anti-Ue”.
Parole a cui ha replicato lo stesso Procaccini, sottolineando le origini di Zemmour: “Posto che oggi abbiamo accolto nel gruppo Ecr un collega, non un partito, invito l’eurodeputata del Pd, Pina Picierno, a non trascendere nella violenza verbale contro un avversario politico. Evidentemente senza neanche conoscerne davvero le idee. Senza conoscere l’identità culturale ed etnica di Zemmour, definito dalla Picierno un antisemita, malgrado lui stesso sia semita. Invece di guardare in casa altrui, Picierno pensi ai disastri provocati dal Green deal del suo collega di gruppo Timmermans”.
Ad ogni modo, le critiche arrivano anche da Renew: “Accogliendo Reconquete, l’unica cosa che il Gruppo Ecr ha ottenuto è l’esclusione definitiva dai negoziati politici, anche prima dell’arrivo di Orban. Renew Europe non permetterà che l’estrema destra europea distrugga i nostri valori europei in Parlamento”, ha scritto, sempre su X, la presidente del gruppo dei liberali di Renew, Valerie Hayer.
Il M5s in Ue: “Quando Zemmour voleva annettere il Nord Italia”
Il Movimento Cinque Stelle, invece, ha ricondiviso un video del 2021 in cui Zemmour parlava di annettere le regioni del Nord Italia alla Francia. Giorgia Meloni – attacca la delegazione pentastellata a Strasburgo – “accoglie nella sua famiglia politica europea Eric Zemmour, il leader dell’estrema destra francese che fa sembrare Marine Le Pen addirittura moderata”. E ricordano: “In una intervista all’emissione televisiva ‘Face à l’info’ del 5 luglio 2021, Zemmour aveva dichiarato che le regioni del Nord dovrebbero appartenere alla Francia e non all’Italia. Meloni sostiene l’Autonomia differenziata di Calderoli che spacca l’Italia e si allea con chi sogna di annetterne una parte, per costruire la ‘Grande Francia’. Da Fratelli d’Italia a Fratelli di Francia è un attimo”.
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da video.repubblica.it
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“L’Italia del Nord sarebbe dovuta essere francese. Penso che non c’è differenza tra Milano e Nizza. Penso che dovrebbe esserci una grande Francia”. Ecco Eric Zemmour in una esibizione tv a “Face à l’info” di tre anni fa. Esattamente il 5 luglio del 2021. Il leader dell’estrema destra francese, nuovo acquisto del partito europeo Ecr di cui Giorgia Meloni è presidente, aveva idee di annessione. Un “chicca” scovata a Bruxelles dal gruppo di 5Stelle. E che sta già diventando virale. Per capire meglio chi è Zemmour e il suo partito Reconquete!, che si contende con il Rassemblement lo scettro delle proposte più xenofobe, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ma mancavano le mire espansionistiche. Una dichiarazione che fa (quasi) impallidire le uscite di Marine Le Pen che sta in Europa con Matteo Salvini. I grillini conducono l’attacco: “Ora Fratelli d’Italia può diventare Fratelli di Francia: è un attimo”. E aggiungono: “Marine Le Pen può sembrare moderata. Giorgia Meloni sostiene l’autonomia differenziata di Calderoli che spacca l’Italia e si allea in Europa con chi sogna di annetterne una parte per costruire la Grande Francia. Siamo con Zemmour davanti a oscuri personaggi che vagheggiano pericolose teorie di ingegneria politica e istituzionale”. Alla premier spetta ora rispondere
di Giovanna Casadio
Alla faccia del Nazionalismo! La nostra trottola di governo sta raccattando tutta l’immondizia disponibile, senza fare la differenziata…