Rincoglionimento di massa da parte di un potere politico e religioso

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Rincoglionimento di massa

da parte di un potere politico e religioso

Accendi la tv, ascolti un telegiornale, ed ecco la solita lunga sfilza di notizie di cronaca nera (oramai è un abitudine quotidiana che un maschio ammazzi una donna, nonostante le lenzuola rosse appese ai davanzali delle case o le manifestazioni di protesta che valgono quanto un foglietto di carta velina in balìa del vento), e “meno male” che ogni tanto qualche terrorista ci toglie dalle nostre paranoiche depressioni, meno male soprattutto per i giornalisti e i cronisti inviati sul posto, che hanno così modo di riempire le pagine o di occupare gli spazi televisivi, luoghi di sciacalli sempre pronti a divorare ogni particolare pur di catturare qualche demente teleutente. Altrimenti, se non succedesse nulla o di poco “interessante”, si rischia di leggere in prima pagina il litigio tra Adriana Volpe e Giancarlo Magalli o qualche altra ennesima sfuriata di Vittorio Sgarbi che non sa più come sciupare quel bel dono che si chiama intelligenza.
Ma un dato è certo: in questi ultimi anni il mondo sembra tornato alla pazzia collettiva. L’essere umano sta toccando il fondo della più feroce bestialità. E questo non solo perché l’odio di massa sembra predominare sulle cosiddette virtù umane, in particolare tra i cristiani che proprio loro nel passato avevano fatto delle virtù il loro impegno ascetico, ma soprattutto perché l’uomo d’oggi sta perdendo l’uso della ragione. Eppure sembrava che avessimo raggiunto il bel traguardo del progresso non solo tecnologico ma anche civile, con grandi conquiste nel campo sociale e dei diritti umani. Che illusione!
Sì, sembrava che avessimo toccato finalmente il cielo con un dito, o forse con la stessa mano o con lo stesso corpo (non importa dov’era l’anima o lo spirito!) e che fossimo sul punto di ricostituire il paradiso sulla terra.
Ma, a differenza del passato, quando era il potere politico e religioso a scatenare violenze e guerre con il medesimo intento di asservire corpi e coscienze, oggi constatiamo che è la massa della gente comune, rincoglionita dallo stesso potere, a impensierire la cosiddetta civiltà. Sì, la gente comune ha perso la capacità di elevare lo spirito e di contrapporsi alla pazzia alienante del potere.
La massa si è preso un pezzo di potere, tanto quanto le è bastato a perdere la testa, ed ecco le conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti, tranne di coloro che, restando massa rincoglionita, continueranno a credere che tutto stia andando per il meglio o che arriverà finalmente il tempo in cui gli attuali imbonitori da strapazzo ribalteranno la triste sorte in buona sorte. E allora i bagliori delle guerre diventeranno luci di stelle.
Oltre che del potere omicida di chi vuole dominare il mondo in nome di chissà quale bene comune o di chissà quale dio del cielo, la massa è anzitutto vittima di se stessa.
E a nulla è servita la Chiesa cattolica che, in questi ultimi anni, sembrava poter salvare il mondo in balìa delle forze malefiche. Ha rivelato invece tutta la propria impotenza salvifica.
Più papa Bergoglio fa da paciere e abbraccia da buon pastore le folle oceaniche, più la Chiesa appare in tutta la sua fragilità, come un ente che dispensa medicine apparentemente curative, ma che in realtà non sono altro che placebo che durano un giorno o forse meno.
Non riesco proprio a comprendere la massa di esaltati che sperano ancora che quella dei placebo sia la strada giusta per rimettere in piedi un mondo, oramai con i piedi che stanno per affondare nelle sabbie mobili.
Solo pochi sanno gridare che bisogna cambiare strada, che non è quella delle religioni tradizionali o di potere e che non è quella dei populisti che ogni giorno fanno presa sulla pancia della gente.
8 aprile 2017
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

3 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Aggiungerei ai notiziari anche gli immancabili talk show, i cui autori sono convinti che la gente non possa fare a meno della dose giornaliera di crimini (meglio se efferati), cronaca rosa e, naturalmente, pettegolezzi per soddisfare il proprio bisogno morboso di curiosità. Tra l’altro, in assenza di novità dell’ultim’ora, rinvangando fatti del passato, più o meno recente che sia, allungando così il brodo delle banalità e affondando impietosamente il dito nelle piaghe delle vittime e dei loro famigliari.

  2. GIANNI ha detto:

    Il paradigma dell’homo homini lupus, di hobbesiana memoria, non è mai tramontato.
    Talora, oggi, assume forme, come dire..civili, come le liti giudiziarie, ma spesso continua ad essere incivile, vedasi reati, guerre, genocidi, e chi più ne ha, più ne metta.
    Probabilmente quello che diceva Hobbes sulla natura umana non può essere confinato solo a determinate epoche del passato.

  3. Carmine ha detto:

    «Miei cari amici, potete discutere finché volete. Ma se non entra la capacità dell’accoglienza dell’altro, delle differenze sociali, culturali, religiose, economiche, se non entra questo allora il Signore l’avremo messo in disparte». Don Tonino Bello.

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