L’EDITORIALE
di don Giorgio
A che punto è la notte…
Tutti gli anni, in modo particolare quest’anno, mi chiedo a che punto è la notte, e se l’alba della Risurrezione sia ancora lontana.
Non ci vuole molto per renderci conto che siamo in piena notte: il Covid colpisce ancora, la guerra in Ucraina continua con una ferocità sempre più spaventosa, l’imbecillità politica sembra contaminare ogni nazione, e noi italiani siamo veramente conciati male. E la Chiesa? Non ho più parole per esprimere tutta la mia amarezza nel sentirmi parte, con il cuore in agonia.
Eppure, Cristo è Risorto duemila anni fa!
E allora mi chiedo che senso dare alla Risurrezione, quando il mondo è ancora immerso nelle tenebre; anzi, giorno dopo giorno, l’uomo sembra peggiorare in una perversione irreversibile. Come uscirne?
Quante belle parole in questi giorni di una Chiesa che trionfalisticamente a Pasqua canta Alleluia!, e il giorno dopo continua la sua strada di cocciuto progressivo allontanamento da quell’Odòs, cammino, come era definito il Cristianesimo primitivo.
Dunque, il puro Cristianesimo è solo un Sogno, subito svanito nella Chiesa istituzionale fattasi religione ovvero organismo che impone il suo dio da dorare?
Almeno fosse un Sogno o quell’Ideale che ci perseguita ogniqualvolta lo riduciamo in polvere, dopo averlo frantumato emarginando gli spiriti liberi!
No! Neppure un Sogno o Ideale purissimo!
Si cammina ciecamente in un vicolo cieco.
Cristo è risorto!, lo si canta in ogni angolo della terra.
Neppure un seme! O il seme c’è, ma dov’è?
Il seme cresce, altrimenti che seme sarebbe?
Se non cresce, il seme è rimasto nel cuore arido di credenti che si sono venduti al peggior venditore di fumo.
Ai credenti nel Cristo risorto basta poco per tradire la Risurrezione, che è sì un Evento, ma è anzitutto quella Realtà interiore che dovrebbe scatenare una grande rivoluzione.
Ai credenti basta promettere quel di più che permetta loro di vivere con tanti agi a loro disposizione, e il gioco del Maligno è fatto. E il Maligno se ne sta tranquillo, perché sa che in nome suo agiscono bellamente infiniti guru di speranze facili dietro pagamento, e perciò ancor più ingannevoli.
Ma, nonostante tutto, il seme della Risurrezione c’è, ed è vivo, ed è dentro di noi. Basta poco: fermarci, riflettere, rientrare…
Siamo fuori, tremendamente fuori!
Dobbiamo rientrare in noi.
Non occorre andare in India, e neppure in Palestina.
I guri sono morti, e con loro il loro mondo illusorio, anche Gesù di Nazaret è morto, e non ha nemmeno una tomba su cui pregare.
È il Risorto!
L’Unico che è Risorto, lasciando una tomba vuota.
“Io Sono la Risurrezione e la Vita”, ha detto a Marta, sorella di Maria e di Lazzaro.
IO SONO!
È detto tutto.
Ma a noi credenti basta qualche briciola di un avere rubato o strappato senza rispettare nemmeno le regole dei diritti e dei doveri, per crederci più felici, e la felicità costruita sulle ingiustizie grida vendetta al cospetto di Dio, ma soprattutto di quel Risorto che ha sparso ovunque semi di vita, in attesa che rientriamo in noi stessi, nel profondo del nostro essere interiore.
E allora potremo gridare a tutto il mondo:
ALLELUIA!
08/04/2023
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