Draghi saluta l’Europa cantandogliene quattro

da www.huffingtonpost.it
07 Ottobre 2022

Draghi saluta l’Europa

cantandogliene quattro

di Angela Mauro
“Sono mesi che discutiamo e ancora non decidiamo”. Alta tensione sia con la Commissione, che non ascolta la maggioranza degli Stati sul price cap sul gas, sia con Scholz, che frena. Dal summit Ue esce una scadenza (forse): una proposta formale entro il vertice del 20 ottobre. Ci saranno riunioni continue dei ministri dell’Energia, restano ricette diverse
“C’è una recessione e non stiamo facendo niente. Sono sei mesi che ne parliamo…”. Quando Mario Draghi prende la parola al vertice europeo di Praga, gli altri leader si ritrovano davanti un premier che non avevano mai visto così: arrabbiato, duro, netto. Ce l’ha con la Commissione Europea che ancora non sforna una proposta formale sul price cap sul gas, malgrado lo chieda la maggioranza degli Stati membri, in testa Italia e Francia. E naturalmente ce l’ha con gli Stati che bloccano la decisione comune, malgrado i tavoli di trattativa siano aperti da un pezzo. Nel mirino ci sono la Germania, l’Olanda e gli altri paesi dell’Ue che, pur riconoscendo la necessità di intervenire per abbassare i prezzi del gas, ancora prendono tempo. Con Olaf Scholz la tensione è alta, si apprende da fonti presenti in sala al castello di Praga, tanto che in conferenza stampa il cancelliere tedesco punzecchia esplicitamente Roma: “I 200 miliardi del piano tedesco? Anche l’Italia ha fatto un piano per aiutare famiglie e imprese”.
Ma al tavolo dei leader riuniti nel castello di Praga la discussione va oltre le critiche al maxi intervento che la Germania si può permettere, perché ha lo spazio fiscale per farlo, mentre altri paesi più fragili non ce l’hanno e per questo invocano un intervento comune europeo. “Sono chiariti i malintesi sul nostro piano”, concede anche Scholz. Il punto è che, messe da parte le critiche, non si riesce ad andare oltre.
Il Consiglio informale, ospitato dalla presidenza di turno dell’Ue affidata alla Cechia fino a fine anno, riesce a disegnare un orizzonte temporale di massima: entro il prossimo vertice a Bruxelles il 20 e 21 ottobre, la Commissione Europea dovrebbe presentare una proposta formale contro il caro energia. E nei prossimi giorni la presidenza ceca si impegna a convocare Consigli dei ministri dell’Energia informali in continuazione fino a quando non si trova un accordo. Il primo è in calendario martedì prossimo. Ma dal castello di Praga non vengono fuori i dettagli di questo eventuale piano: risucchiati nei gangli della burocrazia di cui parlava Kafka, evidentemente. Burocrazia europea, stavolta.
“Non abbiamo discusso i dettagli”, ammette Draghi all’uscita dal vertice. Ma il premier si dice comunque “soddisfatto”. I suoi confidano che questo summit sia servito a mettere l’Ue sulla strada giusta. Insomma, la sfuriata del premier sarebbe servita. E poi la buona notizia è che il prezzo del gas oggi è in forte calo nell’hub olandese Ttf: le quotazioni scendono del 12 per cento a 155 euro/Mwh, proprio in seguito al vertice di Praga dove i leader almeno concordano che dalla prossima primavera l’Ue farà acquisti comuni. “La prossima primavera, quando le nostre riserve saranno esaurite, sara’ di importanza primaria avere un sistema di acquisto congiunto di gas in modo che si eviti di fare concorrenza tra noi per avere un potere di contrattazione collettiva”, sono le parole della presidente della Commissione europea.
Ma, al termine del Consiglio, mentre Draghi e il suo alleato Emmanuel Macron indicano esplicitamente la data del 20 ottobre come prossima tappa fondamentale per decidere, Von der Leyen si limita a dire che la Commissione presenterà una proposta “nelle prossime settimane”. Il presidente del Consiglio Charles Michel invece è meno vago: “C’è l’ambizione comune dei leader di fare abbassare i prezzi dell’energia e lavorare con il Consiglio dell’Ue e con la Commissione. Il Consiglio di oggi è stato una tappa strategica per il cammino verso il prossimo Consiglio europeo, che dovrà essere l’occasione di fare passi in avanti che sono necessari”.
Su come attuare il price cap, le ricette restano diverse. C’è quello ‘dinamico’ proposto dall’Italia, nel ‘non paper’ firmato con Belgio, Polonia e Grecia. Significa stabilire una ‘forchetta’ di prezzo legato a diversi indici non solo il Ttf di Amsterdam. Poi c’è la ricetta di Spagna e Portogallo, che lo fanno già ma sono paesi staccati dalla rete europea. C’è Scholz che, pur ammettendo la necessità di intervenire, insiste: “Ogni intervento rivolto ai prezzi” del gas “sul mercato solleva automaticamente interrogativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento, quindi dobbiamo discutere queste cose con molta attenzione. Siamo tutti concordi che i prezzi del gas sono troppo alti e dobbiamo discutere con la Norvegia, gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea su come abbassarli”.
Eppure la sicurezza dell’approvvigionamento è messa nera su bianco nel ‘non paper’ italiano, l’offerta a Berlino per rassicurare i tedeschi. Ma c’è dell’altro dietro lo sfogo di Draghi a Praga. C’è che sulla proposta di un nuovo intervento europeo di garanzia per il debito degli Stati (che evidentemente crescerà ancora per sostenere imprese e aziende), Germania e Olanda fanno muro. “Io mi auguro arrivi questo accordo sul tetto al prezzo del gas, però non ci illudiamo che questo di per sé sia una soluzione miracolosa – dice il commissario Paolo Gentiloni in mattinata a Radio Anch’io su Radiouno – Avremo da affrontare il sostegno alle nostre economie, alle famiglie, sostegno al lavoro. E tutto questo richiederà non solo lo sforzo di ciascun Paese per conto proprio ma anche strumenti comuni”.
“Io sono d’accordo – afferma Draghi – condivido la proposta che hanno fatto Paolo Gentiloni e Thierry Breton”, due giorni fa nella loro lettera a quattro mani pubblicata sui maggiori quotidiani europei. “E tra l’altro proposte simili le avevo fatte anche 5-6 mesi fa – insiste il premier – è una proposta molto naturale in questa situazione. Tanto più ovviamente dopo la decisione tedesca” di varare un piano di aiuti all’economia da 200 mld di euro. Anche Macron ribadisce la questione a più riprese nella sua conferenza stampa: “Dobbiamo rispondere in maniera unita e mettere in atto meccanismo di solidarietà finanziaria europea”.
Ma se pure l’Ue troverà una decisione sul price cap, su un nuovo strumento europeo tipo quelli messi in campo nella pandemia la notte è ancora fonda.
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da www.governo.it

Punto stampa del Presidente Draghi

a Praga

Venerdì, 7 Ottobre 2022
Domanda: Come è andato questo vertice, è soddisfatto?
Presidente Draghi: “Si. Abbastanza soddisfatto. Abbiamo avuto essenzialmente due punti importanti: uno sull’Ucraina e l’altro sull’energia. Sull’Ucraina tutti hanno riaffermato il sostegno unanime, su tutti i piani: finanziario, militare e soprattutto si è cominciato a riparlare di ricostruzione. Probabilmente ci sarà una grande conferenza in Germania per cominciare veramente a preparare un piano di ricostruzione. Si è registrata sostanzialmente grande unità. Molti si sono lamentati della propaganda russa nei loro Paesi, che è diventata più aggressiva. Hanno posto il problema su cosa fare, perché effettivamente questa propaganda è piena di menzogne e quindi i Paesi reagiscono. Questa è stata un’altra valutazione abbastanza condivisa da tutti. Sull’energia le cose si stanno muovendo. La Commissione presenterà al prossimo Consiglio Europeo una proposta in cui i tre elementi – far diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e un inizio di riforma del mercato dell’elettricità – ci saranno”.
Domanda: Lei auspica un nuovo strumento di debito comune anche in risposta a questo rischio di frammentazione dopo il maxi piano tedesco?
Presidente Draghi: “Condivido la proposta che hanno fatto i Commissari Gentiloni e Breton, tra l’altro proposte simili le avevo fatte anche 5-6 mesi fa. Perché è una proposta molto naturale in questa situazione, tanto più ovviamente dopo la decisione tedesca. E’ quello che serve per cercare di mettere tutti i Paesi, sia quelli che hanno spazio fiscale sia quelli che non hanno spazio fiscale, su un livello uguale”.
Domanda: Presidente ha registrato preoccupazioni dagli altri leader su un presunto caso Italia?
Presidente Draghi: “No. Ovviamente quando c’è un cambio di governo e di politica così importante c’è molta curiosità, ma non c’è preoccupazione. C’è gran rispetto delle scelte degli italiani e c’è interesse nel sapere come eventualmente si evolverà la linea politica del nuovo governo. Cosa che uno, ovviamente, si trova in difficoltà a dire. Però, per esempio, sulle scelte di politica estera – almeno se uno guarda le decisioni prese in passato – la linea di politica estera dovrebbe essere invariata”.
Domanda: Avete parlato di questo corridoio dinamico proposto dall’Italia?
Presidente Draghi: “No, non abbiamo parlato tanto in dettaglio delle questioni, anche perché tra ora e il 20-21 ottobre la Presidenza ceca ha detto che convocherà tanti Consigli dell’Energia quanti sono necessari ad arrivare a una proposta concreta. Ora dobbiamo aspettarci il 20 e 21 ottobre, come ha affermato la stessa Presidente della Commissione, non più vaghe proposte ma qualcosa di più chiaro, più concreto e in parte addirittura già proposte di regolamento”.

1 Commento

  1. luigi egidio ha detto:

    Perchè sono critico con i movimenti della pace che si stanno incarnando in Giuseppe Conte e che hanno molti predicatori laici e cattolici? Perchè sono più favorevole a Draghi? Perchè lo si voglia o no accettare o rifiutare è l’unico che in Italia ha le p…e. Immaginatevi Conte in questi vertici. Non sarebbe nè rispettato nè temuto come Draghi. Sarebbe un semplice personaggio da passarella. Sarebbe come il comico Grillo che ha rubato la sua arte a comici sconosciuti genovesi. Come quei cantanti che li rubano a cantanti sconosciuti fino a che venga scoperto il plagio. Non quello che hanno tentato di attribuirsi maldestramente Calenda e Renzi? Quando terminerai il tuo incarico Mario Draghi, tramite questo blog ti invio il mio grazie.

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