Omelie 2015 di don Giorgio: IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

8 dicembre 2015: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Gen 3,9a.11b-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26b-28
Premetto che le considerazioni che farò sono del tutto personali. Tuttavia, prima di stenderle, le ho ben ponderate. Inoltre, se le espongo anche a voi, è perché le ritengo che possano interessare, se non altro per discutere: perché rimanere sempre nella solita pigrizia mentale di subire la dottrina della Chiesa, senza nemmeno tentare un passo oltre, non per assaporare il proibito dell’eresia, ma per dare spazio alla libertà del nostro essere, che, in quanto tale, come essere, cerca, indaga, approfondisce, scava, alla ricerca del profondo Divino?
Una festa che ha dell’incredibile
Parto con una domanda: che senso ha celebrare una festa, l’Immacolata Concezione della madre di Gesù, che ha dell’incredibile, tanto è fuori dalla storia comune di una umanità, su cui pesano secoli e secoli di un male, di cui non si è mai capito né l’origine né la ragione?
Una donna del tutto privilegiata: ecco chi è questa ragazzina di Nazaret, di nome Maria, che è stata misteriosamente sottratta, non si sa bene come (la teologia ha trovato uno stratagemma, ma ben poco convincente), alle sorti inesorabili di un castigo immeritato, che ha colpito l’intero genere umano, di ieri, di oggi e fino alla fine del mondo.
C’è qualcuno che sia riuscito a capire il vero perché, per colpa di due progenitori, tutti indistintamente siano stati concepiti, tuttora vengono concepiti e saranno sempre concepiti già contaminati?
Secondo la tradizione, Archimede avrebbe detto: “Datemi un punto di appoggio ed io solleverò il mondo!”. Parafrasando le parole dello scienziato, potrei dire: “Datemi una sola ragione del peccato originale, ed io farò di tutto per rassegnarmi all’idea per tutta la vita, sopportando anche tutte le dolorose conseguenze!”.
Ma finora nessuno è riuscito a darmene una ragione, a parte la storiella del mito della disobbedienza di Adamo e di Eva che, pur affondando le radici nell’arcaicità di ogni religione, è arrivata fino a noi senza convincerci del fatto che l’onnipotenza divina si sia inchinata al potere del suo nemico. A che pro? Solo per dirci che siamo liberi? Ma che cos’è la libertà? Dio non è forse la libertà in persona, senza perciò dover scegliere tra il bene e il male? Libertà pura, dunque, è assoluta scelta del bene. E allora perché insistere nel dire che Dio ha dato la libertà all’essere umano, dunque può anche peccare? Se fosse così, Dio ci avrebbe dato una libertà sbagliata, o per lo meno limitata.
C’è qualcosa che non torna
C’è troppo male nel mondo per accettare che tutto ciò sia dovuto al capriccio di due progenitori, e c’è troppo male nel mondo per giustificare il fatto che Dio ha dato all’uomo la possibilità di scegliere. Come scegliere, quando il male oscura la coscienza, debilita le forze, ci mette ogniqualvolta nel pericolo di cedere?
C’è qualcosa che non torna. Forse meglio non pensarci, e credere che, al di là di ogni ragionevolezza umana, ci sia una strada da imboccare, dove aggrapparci a qualcosa che ci aiuti a sperare anche nell’impossibile umano.
Di per sé, non mi bastano solo esempi di santi. Chi sarebbero questi santi? Dei privilegiati, sottoposti sì alle tentazioni come tutti, ma in più dotati di energie superiori agli altri?
Posso ritenerli tanto fuori della norma da essere solo delle eccezioni. Ma le eccezioni confermano la regola, ovvero che la massa è la norma. E perché Dio ci prende come norma?
E, inoltre, la Chiesa che cosa fa? Mi offre i santi come ideali, sapendo però che serviranno sia a confermare la stessa struttura della Chiesa, sia per tenerci buoni, perché sa che il popolo ha bisogno di taumaturghi dai miracoli facili.
Maria, poi, eccelle per una assolutamente gratuita, perciò immeritata, esenzione dal male comune, quello che si chiama peccato originale. Come può, allora, esserci di modello? Forse come richiamo di quello stato innocente, quando il creato era solo nel Pensiero divino? Appena l’essere umano ha messo piede sulla terra, patratac, il sogno di Dio si è infranto. Perché allora ci avrebbe creato? Non sarebbe stato meglio restare in Dio, a goderci il suo Sogno?
Grazia: che cos’è?
Continuando in queste mie personali intuizioni, forse poco ortodosse secondo la Chiesa istituzionale, ma nel pieno diritto di ogni essere, che per sua natura è alla ricerca del segreto della vita, mi sembra di scoprire qualcosa di luminoso, uscendo però da quanto la religione vorrebbe farmi credere con qualche favola, sigillata da dogmi di fede.
C’è una parola di una particolare intensità presente nel brano del Vangelo di oggi, e che troveremo anche negli scritti del Nuovo Testamento. Ma, in bocca all’arcangelo Gabriele, diventa addirittura la qualifica o il nome nuovo che Dio dà alla ragazza di Nazaret: la “piena di grazia”. Non è, anzitutto, difficile notare la correlazione tra grazia e gratuità, come a dire: “Maria, tu sei il dono privilegiato di Dio!”. Ma c’è di più. Anche in italiano dire grazia è dire gentilezza, bellezza. Ma Dio va oltre un aspetto estetico, o un aspetto che riguarda un comportamento morale. La bellezza divina è riflessa, fin dall’inizio della creazione, nell’intimo stesso dell’essere umano, e, in generale, dell’Universo. E qui, nell’essere più profondo, ovvero in ciò che i mistici chiamano lo spirito, anche senza essere santi come vuole la Chiesa, è presente quel segreto della vita, che neppure il peccato originale è riuscito a corrompere.
Il nostro essere, nella sua realtà più mistica, non è stato, dunque, intaccato dal male in modo irreversibile: offuscato sì, nella sua pienezza di coscienza. Ben pochi sanno di essere “spirito”: è come se, tra il nostro essere interiore e il mondo esteriore, tra il mondo spirituale e il mondo carnale, si fosse elevata una barriera insormontabile. Tutta la nostra esistenza, purtroppo, si svolge al di qua della barriera, al di fuori dello spirito, in un mondo esistenziale dove il male fa sentire il proprio fascino irresistibile, il suo prepotente potere, lasciandoci in balìa dei propri peggiori istinti.
L’essere umano nasce come “spirito puro e incontaminato”, ma, appena mette piede in questo mondo, subito si crea una tale barriera tra il dentro e il fuori da sentirsi fuori di sé, e qui, fuori dal proprio essere incontaminato, ciascuno è destinato a vivere la propria esistenza “superficiale”. E l’inganno sta nel credere che la propria esistenza sia tutta qui, in un vivere fuori dal proprio essere spirituale. Basterebbe poco per averne una prova: pensare a come viviamo, ai nostri problemi quotidiani.
Crediamo di trovare talora delle bellezze in questo mondo, e ci aggrappiamo gustandone qualche colore, sapore e odore, ma non basta, se poi non rientriamo nel profondo del nostro essere per scoprire quell’armonia cosmica che unisce tutte le realtà belle e incontaminate dell’Universo.
La Festa, allora, dell’Immacolata Concezione, un senso lo potrebbe avere: sta a dirci che anche ciascuno di noi “normali” è stato concepito come riflesso di un Divino incontaminato. Purtroppo, siamo stati subito immersi in una società di alienati, e come alienati siamo stati bollati da una religione che ha tutto l’interesse a ritenerci tali, ovvero alienati, per soggiogarci meglio, in nome di una salvezza promessa da parte di un dio che si diverte quasi a farci soffrire nell’attesa.
Eppure, basterebbe poco: sentirci dire che dobbiamo solo rientrare dentro di noi, per tornare alla purezza originaria del nostro spirito. In questo senso, l’Immacolata Concezione di Maria potrebbe essere un invito a risalire alla fonte del nostro essere, se vogliamo riscoprire il mistero della nostra  immacolata concezione.

2 Commenti

  1. MARCO ha detto:

    Già, viene difficile credere che Dio abbia sbattuto fuori di casa i Suoi Figli al primo fallo, con tutto il male che ne è derivato. E’ difficile credere questo e credere che Dio si buono se diamo per vero il P.O.

  2. mario ha detto:

    Caro don Giorgio,se ho ben compreso il tuo articolato intervento,tu pensi che anche tutti noi siamo stati concepiti senza peccato originale (concetto,da quello che so, elaborato in particolare da sant’Agostino,probabilmente per mettere una toppa alle sue sregolatezze prima della conversione)e che il vivere in un “mondo di alienati” sia motivo della nostra “contaminazione”.
    Sulla religione che tende a sottomettere sono pienamente in sintonia.Grazie

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