Omelie 2018 di don Giorgio: IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA V. VERGINE MARIA

8 dicembre 2018: IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA V. VERGINE MARIA
Gen 3,9a-b.11b.12-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26b-28
La festa di oggi celebra il dogma della Immacolata Concezione, ovvero che Maria di Nazaret è stata concepita senza il peccato originale. Non aggiungo altro, perché le cose si complicherebbero, non essendoci tra l’altro nessun riferimento esplicito nella Bibbia.
Non ho, perciò, alcuna intenzione di soffermarmi sul dogma, ma vorrei invece riflettere sul brano di Luca: i primi tre versetti della cosiddetta “annunciazione della nascita di Gesù”.
Gli angeli
Il brano inizia con il nome di un angelo, Gabriele, incaricato da Dio ad annunciare ad una ragazza di Nazaret che sarebbe diventata la madre del Messia.
Non abbiamo mai l’occasione di parlare degli angeli: esseri spirituali, che hanno missioni e incarichi che si alternano tra servire Dio e trasmettere agli uomini i messaggi divini. Naturalmente parlo degli angeli buoni, ovvero di coloro che sono rimasti fedeli a Dio.
La tradizione biblica distingue gli angeli in diverse categorie gerarchiche: ci sono angeli che hanno compiti più importanti degli altri, perciò possiamo parlare di semplici angeli e di arcangeli.
E, proprio in funzione dei loro incarichi, conosciamo anche il nome di alcuni arcangeli. La Bibbia parla di Michele, il protettore dei protettori, l’arcangelo guerriero, principe delle milizie celesti, avversario di Satana e degli angeli che si erano ribellati a Dio, contro cui aveva vinto al grido di guerra: «Chi è come Dio?», che è anche il significato del suo nome in lingua ebraica. La Bibbia parla anche di Raffaele, che in ebraico significa “Dio guarisce”: è l’arcangelo che, sotto forma di un giovane, accompagna Tobiolo, incaricato dal padre, il vecchio e cieco Tobia, di andare a riscuotere un credito di dieci talenti d’argento. E infine la Bibbia parla di Gabriele, “forza di Dio” (questo significa il suo nome): è l’angelo messaggero per eccellenza. Prima che a Maria, Gabriele era apparso al profeta Daniele per rivelargli il numero delle settimane che dividevano il suo tempo dalla venuta del Messia. Era apparso poi all’anziano sacerdote Zaccaria, per annunciargli la nascita di Giovanni Battista.
Chi sono in realtà gli angeli?
Ed ecco la domanda: chi sono in realtà gli angeli o arcangeli? Solitamente vengono presentati nelle loro missioni tra gli uomini, e da queste missioni hanno assunto anche il loro nome. Ma gli angeli di per sé, essendo puri spiriti, non andrebbero rivestiti di forme umane: siamo riusciti non solo a estraniarci dal nostro mondo spirituale, ma addirittura a rendere sotto forme umane il mondo di Dio, che è del tutto spirituale. Non è questione di credere o di non credere negli angeli, ma di credere nelle varie e molteplici manifestazioni divine che, più sono spirituali, ovvero agiscono all’interno del nostro essere, più sono efficaci. Del resto, perché dare forme visibili al mondo del Divino, quando già la natura che ci circonda è tutta una manifestazione sensibile della bellezza di Dio?
In uno dei suoi Sermoni, Meister Eckhart alla domanda “cosa è un angelo?”, risponde citando tre maestri, come li chiama lui. «Dionigi (Areopagita) dice: un angelo è uno specchio senza macchia, purificato all’estremo, che riceve il riflesso della luce divina. (Sant’) Agostino dice: l’angelo è vicino a Dio, e la materia è vicina al nulla. Giovanni Damasceno dice: l’angelo è un’immagine di Dio, che illumina quel che gli appartiene con quell’immagine. L’anima possiede tale immagine nella sua cima più alta, nel suo ramo più alto, dove la luce divina incessantemente risplende. Questa è la sua prima affermazione sull’angelo. Dice poi che l’angelo è una lama tagliente, fiammeggiante di desiderio divino, e anche che l’angelo è privo di materia, tanto privo di materia da esserle ostile».
Qual è, dunque, la missione dell’angelo così inteso? Sta nel renderci puri nello spirito, per incontrare il Divino che è in noi.
Il dialogo tra l’arcangelo Gabriele e Maria
Ora sembra più facile comprendere ciò che dice l’arcangelo Gabriele a Maria. Anzitutto, non le appare visibilmente, ma nello spirito interiore. Non parla con parole umane, ma con il linguaggio dello spirito. Tutto si è svolto, non in un casa di sassi o di mattoni, ma nella casa dello spirito.
Parlare ora di ciò che è successo in Maria non è facile, proprio perché è successo nel modo più intimamente spirituale. Tuttavia, possiamo fare qualche considerazione.
Cercando sempre di tenere il più alto possibile le nostre riflessioni, non posso che rifarmi ancora ad alcune intuizioni di Meister Eckhart. Anzitutto, parlando ancora dell’arcangelo Gabriele osserva che egli non chiama per nome la ragazza di Nazaret, e il motivo è che il messaggero di Dio non si rivolgeva solo ad essa, ma “a una grande moltitudine: a ogni anima buona che desidera Dio”. Ed ecco l’affermazione veramente interessante di Eckhart: «… se Maria non avesse generato prima spiritualmente Dio, egli non sarebbe mai nato da lei corporalmente. Una donna disse a Nostro Signore: “Beato il corpo che ti portò”. Allora Nostro Signore rispose: “Non è beato solo il corpo che mi ha portato; sono beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. Per Dio è di maggior valore essere generato spiritualmente da ogni vergine, ovvero da ogni anima buona, piuttosto che nascere corporalmente da Maria».
Ecco perché quando Eckhart parla di vergine, non la intende tanto in senso fisico, quanto in senso spirituale: come colei che è tutto spirito, non contaminata dall’esteriorità. E in quanto vergine spirituale genera in se stessa la generazione di Dio, ecco perché diventa madre. Per cui Eckhart arriva a dire: la verginità senza la maternità è nulla; si diventa madre in quanto, nello spirito, ogni essere umano (indipendentemente dal sesso) genera il Verbo di Dio.
Sì, siamo in piena Mistica, ma forse bisognerebbe far volare la nostra fede al di là e al sopra dei soliti discorsi, banali, di una religione ancora ferma ad una tale esteriorità da lasciarci lontano da quel mondo divino, che è la nostra vera vita.

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