Un duomo “vuoto” e un vescovo “distratto”

di don Giorgio De Capitani
Il 6 di gennaio, Festa dell’Epifania, nel Duomo di Milano, alle ore 11, è stata celebrata una Messa solenne dal vescovo Delpini (semplicemente Mario per gli amici).
Parecchi sacerdoti e ministranti, un coro misto di fanciulli e di adulti, e una quarantina di fedeli presenti in Duomo.
La Messa è stata trasmessa su canale 195, per cui ho potuto vedere lo scenario “desolante”.
Tanto e tanto fumo d’incenso, canti urlati senza misticità, ecc.
E il Duomo era vuoto!
Il vescovo è salito sul pulpito a tenere la solita stucchevole asettica omelia: parlava e forse guardava verso l’oriente, magari aspettando l’arrivo di altri magi a riempire le navate della grandiosa casa di Dio.
Ma i magi forse preferirebbero stare nel loro Oriente, là dove il sole sorge sempre, mentre qui da noi, in Occidente, è sempre in caduta libera, e a Milano c’è fitta nebbia.
I magi del racconto di Matteo sono personaggi fittizi, non sono mai esistiti, anche se nella Basilica di Sant’Eustorgio di Milano si continua a venerare le loro reliquie: meglio non parlarne, come meglio non parlare del Santo Chiodo che si trova nel Duomo di Milano.   Però, diciamo la verità: le false reliquie hanno conservato almeno un certo interesse, forse più di chi siede sulla cattedra di Sant’Ambrogio.
Sta di fatto che vedere il Duomo di Milano “vuoto” è davvero impressionante, per non dire scandaloso, ma ciò non sembra creare qualche emozione alle mummie della curia milanese.

2 Commenti

  1. Luca ha detto:

    Don Giorgio, tralasciando le altre valutazioni sulle qualità delle omelie o sulla persona dell’Arcivescovo, noto una frequente insistenza sul tema del “duomo vuoto” alle celebrazioni (almeno a molte di esse, soprattutto le Messe delle domeniche e solennità). Obiettivamente il duomo, così enorme, fa impressione vederlo così vuoto di fedeli. Però non saprei se tu hai monitorato nel tempo l’affluenza per poter rilevare una diminuzione. (Prima le Messe non erano trasmesse in streaming e vedeva solo chi ci andava). Per mia modesta esperienza anche negli anni 90 quando ho abitato a Milano, il duomo nelle Messe festive aveva quattro gatti presenti e metteva tristezza (e l’arcivescovo era Martini). Non attribuirei quindi la cosa a eventuale scarso carisma degli ultimi due arcivescovi; a mio avviso giocano anche e soprattutto altri fattori:
    1- La diminuzione della frequenza alle Messe è abbastanza generalizzata ovunque.
    2- Il duomo è enorme e la scarsità di gente è più appariscente che altrove.
    3- La “mattina del dì di festa”, i fedeli vanno normalmente a Messa nella propria parrocchia e non confluiscono in duomo (non è una convocazione diocesana come fosse la Traditio Symboli o altre simili). E la parrocchia del Duomo è fatta da pochissime persone residenti, sempre meno e sempre più anziane.
    4- Le recenti misure di sorveglianza e militarizzazione non rendono il Duomo un luogo “caldo” dove si entra volentieri… scappa la voglia e altre chiese in centro non mancano.

    In definitiva, forse Delpini e Scola saranno responsabili di tutti i mali del mondo (forse…) ma non addebiterei a loro anche il “duomo vuoto” alle Messe festive.

  2. raimondo testa ha detto:

    La tristezza e l’angoscia delle chiese sempre più vuote, nonostante l’incombenza di vertiginose depressioni, possono ancora riaccendere negli spiriti non schiavizzati bagliori di speranza. Bisogna trovare il coraggio di guardare oltre le voraggini.

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