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Draghi resista
a questa destra irresponsabile
di Filippo Rossi
Sono liberali solo a parole, nei fatti a trazione sovranista-orbaniana-lepenista. Anzi, micragnosa
Una campagna elettorale piccola piccola quella di questo centrodestra a trazione sovranista-orbaniana-lepenista. Anzi, micragnosa. Anzi, pezzente. Anzi, meschina. Anzi, squallida. E gli aggettivi dispregiativi potrebbero essere infiniti per descrivere un atteggiamento tutto concentrato a nascondere lo smottamento che questo centrodestra antiliberale e antieuropeo sta vivendo un po’ in tutta Italia: liti interne, odi personali, spaccature ideologiche, incompatibilità personali…
Per mascherare tutto questo e tutto quello che è successo in questi mesi (divisioni sull’appoggio al governo Draghi, spaccatura su presidente della Repubblica…) questo centrodestra, in cui i liberali lo sono solo a parole e i moderati fanno i cavalier serventi ai peggiori estremismi, spara a palle incatenate contro Mario Draghi, che è l’unica possibilità di questa Italia di affrontare le tempesta della storia con credibilità e compostezza.
Insomma, nel momento in cui serve responsabilità questo centrodestra scommette sull’irresponsabilità. “Si azzuffano – scrive Elena di Giorgio – come quattro capponi di manzoniana memoria. Litigando non si capisce bene per cosa visto che Draghi ha detto che non ci saranno aumenti fiscali. Il peggiore spettacolo lo offre il centrodestra di lotta e di governo, uno schieramento che ormai ha perso ogni credibilità. Impiccato com’è alla logica dei sondaggi, sentendo odore di campagna elettorale, alza le barricate tanto per buttarla in caciara”.
Ecco, questo vuole essere un appello a cuore aperto a Mario Draghi: si faccia definitivamente e compiutamente politico. Come un De Gaulle di questo secolo prenda su di sé il compito di salvare l’Italia da se stessa e dal suo populismo diffuso e trasversale, da una politica sindacalizzata che, ormai e sempre di più, si è ridotta a difendere interessi di parte senza neanche più provare a ragionare strategicamente. Quanto ha ragione Mattia Feltri quando su queste pagine urla la sua insofferenza, insofferenza per una politichetta che gira sempre più a vuoto: “Se ci potessimo vedere da fuori, dalla collina mentre sotto tutto brucia, vedremmo come siamo ormai soltanto attori del melodramma, melodrammaticamente italiani, capaci di fare piccolo il grande e grande il piccolo, niente di meglio, niente è sottratto alla bega di cortile e di ringhiera, un bel gesticolare, il grido di strazio più compiaciuto, l’enfasi, l’esagerazione da palcoscenico, il falso e il verosimile, insomma la pura recita nella compagnia di giro e per il trambusto del loggione. Bisogna invocare il cielo che qualcuno questa guerra, un’altra volta, la vinca al posto nostro”.
E già, un’Italia che litiga sul nulla mentre la storia entra dalla finestra, ragazzini viziati pieni di come ma senza un perché. Per questo Mario Draghi ha il dovere storico di non arrendersi al nulla che fa finta di appoggiarlo e di costruire le basi di una battaglia politica contro l’Italia impolitica, contro l’Italia che continua a giocare facendo finta di nulla.
“Se stava mei quond se stava pesch”. E’ un ritornello che sentivo quando c’erano le emergenze. E’ la nostalgia del passato. Lo si vede in Russia dove la maggioranza sono nostalgici e Putin benedetto da Kirill godono del loro consenso nonostante la contrarietà dei giovani che sono la minoranza. Non solo l’Italia è a rischio di sovranismo, ma molti paesi al mondo se non lo sono già c’è il rischio che lo diventeranno. La stessa Chiesa contraria a papa Francesco (e sono in molti) ha tutto interesse ad un sovranismo nazionale per ritornare ha esporre le loro croci e i loro rosari, o come nel caso di Kirill le icone. Che fare? Don Giorgio con la Mistica razionale dei Meister Eckhart, Giovanni della Croce … fino a Simone Weil ne dà una prospettiva verso una nuova spiritualità. Ma ahimè sono convinto che prevarrà quella di tipo mariana irrazionale perchè è un buon sonnifero per le coscienze. E la gente continuerà a lamentarsi di essere nella “valle di lacrime” come mia mamma quando non sapeva cosa rispondere alle sofferenze sull’ingiustizia oppure a continuare a ripetere il ritornello con cui ho iniziato: “Se stava mei quond se stava pesch”.
Nonostante tutto, buona pasqua don Giorgio con la speranza che trionfi il Risorto mostrando quelle ferite che salvano i seguaci della sua via di allora e di oggi e che non appartengono al solo cristianesimo ma a tutta quella spiritualità che si appoggia sulla Mistica razionale e non a quella irrazionale.
Credo che il presidente Draghi riuscirà a tenere fino alle prossime elezioni, poi purtroppo temo che vinceranno le destre.
Gli Italiani come altre popolazioni votano per colui che le illudono con prospettive irreali: la gente preferisce i sogni alla realtà, e si ribella a chi cerca di indurla a stare con i piedi per terra.
In questo fine settimana il pensiero è rivolto ovest, al di là delle Alpi, alle elezioni presidenziali in Francia. Se dovesse vincere la candidata di destra per i populisti di destra nostrani sarebbe una ventata di ossigeno e per l’Europa un colpo mortale. se poi al ballottaggio dovesse andare male rischieremmo di festeggiare uno dei più amari 25 aprile della storia.