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07 Aprile 2023
Marino Niola:
“Non crediamo più a nulla,
ma abbiamo bisogno di affidarci
a Madonne piangenti”
di Adalgisa Marrocco
L’antropologo ad Huffpost: “La Chiesa, ormai troppo sociale e dedita all’ordinaria amministrazione, non sa più dare risposte alle nostre grandi domande. E così sospendiamo il giudizio, cerchiamo la trascendenza in contesti extraliturgici, rischiando di dare fiducia alle Wanna Marchi del sacro”
Versano lacrime, stillano sangue, trasudano olio, emanano fragranze d’incenso o essenze floreali: i prodigi delle statue che raffigurano la Madonna fanno registrare decine di casi nel mondo. In Italia l’ultimo arriva da Trevignano, in provincia di Roma, dove una riproduzione della Vergine non solo lacrimerebbe acqua e sangue, ma ogni terzo giorno del mese invierebbe messaggi grazie all’intercessione dell’autoproclamata veggente Gisella Cardia, appena raggiunta da un esposto depositato alla Procura di Civitavecchia. Secondo un investigatore privato, infatti, sangue di maiale potrebbe essere stato usato per simulare le lacrime piante dalla statuina.
Ma il caso di Trevignano, dicevamo, non è un unicum. Molti ricorderanno quando nel 1995, a Borgo Pantano – anche in quel caso a pochi chilometri da Civitavecchia – una bambina di cinque anni, Jessica, raccontò al padre Fabio di aver visto scorrere sul viso di una Madonna di Medugorje che avevano in casa un liquido simile al sangue. Seguirono anni di pellegrinaggi oceanici, addirittura un sequestro da parte della magistratura e poi l’oblio. L’anno prima, il 22 maggio 1994, nella cucina di una famiglia di Assemini, in provincia di Cagliari, una statuina raffigurante la Vergine Maria cominciò improvvisamente a lacrimare. Accorsero i vicini di casa e il parroco, dopo qualche giorno la notizia divenne di dominio pubblico e la Procura decise di indagare. Non vennero trovati meccanismi all’interno della statuina, così fu chiesto ai coniugi di sottoporsi al test del Dna, ma rifiutarono. Le analisi vennero eseguite a distanza di anni, fornendo un risultato inequivocabile: il sangue era quello della padrona di casa. Nonostante le prove, la diretta interessata ha continuato ad affermare che si trattasse di un miracolo, sostenuta dall’avvocato di famiglia: “È ovvio che il sangue non poteva essere della statuina. Ed è altrettanto scontato che se la Madonna vuole manifestarsi in qualche modo può usare le lacrime o il sangue della persona a lei più vicina”. E ancora: nel 2015 ad Auditore, nelle Marche, si è scoperto che nel liquido rosso colato sul volto di una riproduzione della Madonna di Lourdes non c’era niente di soprannaturale, ma soltanto sangue di capriolo. La gente, anche in quel caso, ci aveva creduto fino all’ultimo.
Insomma: la domanda di eventi straordinari, tali o presunti, non conosce flessione. “Il miracolo è un evergreen, nella difficoltà di spiegazione razionale risiede il suo fascino. Si tratta di eventi che mettono a sedere le difese della ragione, smentiscono la scienza e le leggi della natura, il senso e il buon senso”, spiega all’Huffpost Marino Niola, antropologo, docente all’Università Suor Orsola Benincasa. Secondo l’esperto, il pianto di Maria ha una presa particolare: “È una delle icone fondanti del nostro immaginario, le sue lacrime sono la rappresentazione massima del dolore. E se quel pianto diviene sangue, allora la potenza è ancora maggiore: entrano in gioco fortissime simbologie arcaiche che da sempre ci abitano”.
Ma da cosa nasce questa domanda miracolistica? “Dallo smarrimento, da una crisi individuale e collettiva – risponde Niola –. Anche in un’epoca secolarizzata, è quando tutto sembra perduto che si decide a quale santo votarsi. È un’esigenza umana che la Chiesa, diventata troppo sociale e dedita all’ordinaria amministrazione, non riesce più a soddisfare: perciò la trascendenza viene cercata altrove, in contesti extraliturgici. Non è più il tempo dei sacerdoti ma dei profeti, purtroppo anche dei profeti taroccati”. Così, prosegue l’antropologo, “l’uomo sospende l’incredulità e il giudizio e rischia di trovarsi a navigare in acque torbide. In un momento storico in cui non crediamo più a nulla, neanche alla scienza, diamo però credito alle Wanna Marchi del sacro che intercettano la necessità e prendono il posto che una volta era occupato dalla religione e della politica”.
L’ultimo pontefice a mostrarsi veramente conscio del bisogno di trascendenza umano, secondo Marino Niola, è stato Karol Wojtyła, “che alla potenza arcaica del sacro dava del tu. Poi è arrivato Ratzinger, teologo raffinato, uomo di testa ma non di corpo. E oggi Bergoglio è un bravo padre di famiglia: il suo momento simbolico più alto è stato durante il lockdown del 2020 quando, sotto la pioggia pioggia battente in una piazza San Pietro deserta, ha invocato la fine della pandemia. In quell’istante ha preso i cuori e le anime, incarnando l’archetipo di cui il fedele è alla costante ricerca”. E questa necessità perpetua, sempre uguale ma sempre diversa, assume forme a seconda dell’epoca: “Oggi, per esempio, in piena religione della magrezza – conclude l’esperto –, non mancano i santuari a cui rivolgersi per chiedere un miracoloso dimagrimento. È la specializzazione degli effetti speciali”.
Le religioni soddisfano il desiderio di magico che alberga nell’ animo dei deboli mentali
Non fa una piega!
E se guardiamo, inoltre, alle liturgie barbare e spesso “bambinesche” cui possiamo partecipare, soprattutto alle messe domenicali di metà mattina – quelle denominate “per la Comunità” – ci accorgiamo ancora di più di come la Chiesa rinunci al trascendente, anzi, è quasi avversa, per celebrazioni tutta pelle e di basso, bassissimo livello. La Bellezza, quella vera, che conduce ad un percorso spirituale, costa fatica, meglio adeguarsi alle squallide mode del momento. Con lo spiacevole effetto collaterale che continuando di questa strada di distrugge la Cultura, la Civiltà, il desiderio di aggregare e costruire, con effetti dannosi sulle stesse comunità.
Ma credo – sono fiducioso – ci vorranno anni ed anni per svegliarsi da questo sonno maledetto..