L’EDITORIALE
di don Giorgio
Il populismo, ovvero un gioco perverso
di menzogne e di fasulle promesse
Qualcuno, più di uno, mi consiglia: «Don Giorgio, non prendertela troppo. Tu soffri, ti rovini il fegato, e le cose non cambiano. Lascia che il tempo faccia il suo corso. Prima o poi, il populismo sarà travolto dal suo nulla».
Anche questo è un invito per un disimpegno da un dovere, che consiste nel lottare, giorno dopo giorno, per un domani migliore.
I populisti non pensano mai al tempo che verrà, ma a sfruttare al peggio l’oggi, e l’oggi è sempre frutto di menzogne che passano come il tempo e di promesse che saranno sempre di un domani procrastinato all’infinito.
I populisti vivono di un oggi frutto di contraddizioni che passano e si rinnovano di menzogna in menzogna: l’oggi, infatti, è già ieri ad ogni secondo che passa. L’oggi già ieri viene sepolto da altri oggi-ieri di menzogne che si rinnovano sotto forme diverse: ecco le contraddizioni, che il popolo bue mangia e beve, senza rendersene conto, perché alla massa rincoglionita interessa solo l’immediato, anche se è frutto di menzogne del passato e di promesse fasulle.
Quando l’oggi diventa domani, non conta più, è sepolto, come tabula rasa, così le menzogne di ieri. Ad ogni istante le sue menzogne, che illudono la massa.
Il futuro conta ma solo come illusione per dare un po’ di speranza a un popolo che nel suo totale rincoglionimento crede nel populismo che fa sperare l’impossibile.
Anche il populismo in fondo è un’utopia, che punta però alla pancia e non all’intelletto.
Certo, è utopia per la gente che spera l’impossibile, ma non per i populisti che dell’utopia se ne fanno una sonora risata, mettendola nel culo del popolo bue.
Dobbiamo però chiarire. Oggi c’è un intellettualismo pauroso, ed è di chi fa credere che il grillismo e il leghismo siano frutto dell’intelletto.
È l’intellettualismo di facciata che vorrebbe, ma in un’altra maniera, ovvero più opportunisticamente, sfruttare ogni occasione per dare sfoggio della propria superiorità di potere intellettualistico.
Ma l’intelletto è un’altra cosa, e non è di casa neppure del populismo più filosofico o teologico o magari misticoide.
Il populismo è per sua stessa natura frutto dell’istinto più animalesco, e, se si avvale dell’intellettualismo, è solo per apparire sotto forme magari angeliche, ma la bestialità del populismo puzza anche da lontano e si tradisce.
Anche l’intellettualismo è una forma di populismo culturale, anche se rimane forte il distacco dal popolo che vive solo di pancia e di carnalità, e che non sa che farsene di burattini intellettualoidi che come cavallette saltano di qua e di là, seguendo gli umori del vento; o, meglio, la massa si serve anche di questi populisti intellettualoidi per dare una patina intellettualoide alle esigenze della propria pancia.
9 giugno 2018
Un bravo cristiano non può andare contro i dettami del Vangelo deve conformare il suo credo alle Parole di Gesù Cristo. Ne consegue che non ci possono essere buoni cristiani che votano lega ò leghisti buoni cristiani. Entrambi ,sono in malafede. Don Giorgio se vorrà potrà aggiungere gli innumerevoli passi del Vangelo che sanciscono questa realtà
Sig. Luciano, se la Chiesa dovesse indicare ufficialmente nome e cognome degli invotabili, con il relativo simbolo elettorale, allora ce ne sarebbe per tutti e torneremmo ai tempi del ‘non expedit’ di Pio IX. E’ vero, i leghisti non si conformano certo all’accoglienza evangelica, ma anche i cinquestelle, con l’assistenzialismo del reddito di cittadinanza, contrastano in pieno con la dottrina sociale della Chiesa. Lo stesso dicasi per lo statalismo di Liberi e Uguali, o dei piccoli arcipelaghi di estrema sinistra. Sul piano etico, cosa dobbiamo dire della vita privata di Berlusconi? E le leggi varate dal PD in tema di famiglia e fine vita, che con la morale cattolica c’entrano come i cavoli a merenda? Se la Chiesa dovesse dispensare consigli o vincoli elettorali, allora resterebbe solo il Partito della Famiglia, ma qui entriamo nella fantapolitica…
In merito al suo intervento nel quale invita la chiesa a buttare fuori tutti i leghisti, la vorrei semplicemente informare che io, leghista, ci sono uscito da solo dalle mura benedette, dopo che un suo esimio collega mi ha messo le mani addosso durante una confessione nella quale era più interessato alla mia vita sessuale che a perdonare i miei peccati! Pensi a fare pulizia dentro la chiesa dove c’è più marcio che in una pattumiera e si ricordi che ci sono brave persone e bravi cristiani che votano lega e che forse hanno più cuore di quanto ne ha lei!
Se hai il coraggio dimmi nome e cognome del mio “esimio collega” che ti ha molestrato. Non so se ti sei accorto, ma su questo sito denuncio i preti pedofili. Se non fai nome e cognome, sei solo un bugiardo e un vigliacco.