Un altro prete imbecille e… ciò che penso dei pittori e dei loro quadri messi all’asta

 

da www.merateonline.it

Verderio:

malumore nella comunità per la partenza inattesa

di Don Andrea Restelli

È arrivato ma non per restare. La sempre più prossima partenza di don Andrea Restelli dopo un solo anno dal suo approdo (settembre 2020) sta generando diversi malumori tra le parrocchie di Verderio, Robbiate e Paderno d’Adda che vanno a formare, insieme, la comunità pastorale della Beata Maria Vergine Addolorata. Una partenza che la popolazione avrebbe inteso come inaspettata, ma in realtà (da quanto ci è dato sapere) pare ben programmata dai vertici, in quanto il ruolo di don Andrea sarebbe stato quello di “aggregatore tra le parrocchie”. Solo per un anno però, al termine del quale sarebbe stato chiamato a nuovo incarico, che ora si sa essere presso la comunità di Lomagna. Il malcontento nato, infatti, a seguito dell’amara “sorpresa” ha spinto le tante volontarie (diverse decine, da quanto ci è stato riferito) dell’oratorio di Verderio ex Inferiore a farsi portavoce della questione. “Quello che ci domandiamo è quale sia lo scopo del far rimanere un prete, giovane, bravo, deciso e concreto un solo anno per poi mandarlo in un’altra parrocchia – hanno riferito – e la cosa che più ci preoccupa è che molto probabilmente il suo posto non verrà sostituito da nessun altro”. Dunque don Andrea, seppur rimasto così poco e in un anno così difficile, caratterizzato da pochi incontri in presenza, è riuscito a lasciare il segno e in tanti si sono affezionati al suo modo di essere prete in mezzo alla gente e specialmente ai giovani. È stato sicuramente una figura in grado di riportare l’ordine e l’organizzazione all’interno delle quattro parrocchie, hanno raccontato le volontarie, senza contare che nel giro di pochi mesi è riuscito a “mettere in piedi” l’oratorio feriale in tutti e quattro i “centri” della Pastorale nonostante le difficoltà legate al covid. E proprio grazie alla sua dimestichezza con i social – il sacerdote è molto attivo sulla sua pagina IG “Andrestegram” – a tenere un contatto quasi quotidiano con i suoi giovani. Giovani come lui, verrebbe da dire, 40anni appena compiuti, che gli permettono una maggiore abilità a rapportarsi con i ragazzi e a rispondere alle loro esigenze. Questo ha trovato conferma anche nel racconto di una parrocchiana, “I bambini lo ascoltano. Durante la messa le sue prediche sono molto coinvolgenti. Fa riferimenti ed esempi con i cartoni animati”. Insomma quello che verrà a mancare da settembre sarà sicuramente una figura di coordinamento e un referente decisionale per la pastorale giovanile che riesca a unire in una sola rete le quattro parrocchie, proprio come ha saputo fare don Andrea nel corso del suo breve “mandato”. A esserci del dispiacere non è solo negli adulti, ma anche nei giovani che hanno avuto il piacere, seppur per poco, di incontrarlo e conoscerlo. Riguardo al suo nuovo incarico – hanno tenuto a specificare le volontarie – non possono che essere contente che don Andrea abbia avuto questa bella opportunità, al tempo stesso però non nascondono rammarico e preoccupazione circa il loro futuro. A lasciare un po’ di dispiacere nella comunità è anche il fatto che, a differenza di quanto avvenuto in altre parrocchie, dove si è dato spazio a giovani, da parte delle “vecchie leve”, qui non è avvenuto e don Andrea è stato destinato ad altra missione, senza avere certezze di continuità nel terreno dove aveva ottimamente seminato.
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www.huffingtonpost.it
CULTURA
08/07/2021

All’asta piccolo disegno di Leonardo da Vinci,

verso somma record

Realizzata oltre 500 anni fa, è raffigurata una testa d’orso. Si prevede che serviranno 14 mln per aggiudicarselo da Christie’s
Un piccolo disegno di Leonardo da Vinci raffigurante la testa di un orso verrà offerto oggi al migliore offerente dalla casa d’aste londinese Christie’s e, secondo le previsioni, potrebbe essere battuto per un massimo di 12 milioni di sterline, circa 14 milioni di euro. Lo riporta la Bbc. I
Intitolata ‘Testa di un orso’, l’opera – che misura appena sette centimetri per sette – è stata realizzata più di 500 anni fa e potrebbe superare così il record di 8,1 milioni di sterline pagato nel 2001 per un altro disegno dell’artista, ‘Cavallo e cavaliere’. Il disegno offerto oggi online da Christie’s è appartenuto al pittore e collezionista Sir Thomas Lawrence, che lo vendette nel 1860 – sempre attraverso la casa d’aste londinese – per 2,5 sterline.
Nel 2017 il dipinto a olio su tavola ‘Salvator mundi’, attribuito a Leonardo da Vinci, è stato venduto a New York per un record di 450 milioni di dollari (circa 381 milioni di euro), il prezzo più alto mai pagato ad un’asta per un’opera d’arte.

2 Commenti

  1. Luigi Egidio ha detto:

    Una struttura ecclesiastica è sempre una struttura, come un’istituzione è sempre un’istituzione. Per renderla viva occorre creare una spiritualità e questo è il compito del pastore dal papa, ai vescovi fino ai preti, frati e suore. Il prete in un anno quale spiritualità ha creato nei tre paesi? Sapeva che aveva un anno a disposizione prima di diventare parroco di una parrocchia. Dalle sue reazioni e da quelle delle volontarie non sembra sia avvenuto. Il prete che l’ha preceduto, don Marco, qualche traccia ha lasciato. Lo deduco dai nipoti che alle domande su don Andrea c’è stata scena muta rispetto a don Marco che rimpiangono. La testimonianza è il dono dello Spirito e non il merito di una struttura, di un’istituzione o della certificazione di volontarie. La bontà del vino è dal sapore che esprime. Non so nulla di don Andrea e poco sapevo di don Marco, ma i preti se perdono la spiritualità sono solo dei burocrati di un’istituzione e dei rappresentanti di una struttura che può custodire, ma anche soffocare lo Spirito che li anima.

  2. Cristiano ha detto:

    Non voglio entrare nel merito della persona in questione, nè esprimere dissenso circa i ragionamenti di don Giorgio che condivido. Tuttavia, il problema è un altro, nel senso che parlerei di imbecillità della Curia in primis! A parte il fatto che è difficile frenare l’entusiasmo di un prete giovane – credo sia impossibile non seminare qualcosa, nel bene e nel male, a quell’età – ma che senso ha mandare un sacerdote giovane per un anno a Paderno per un anno per poi farlo parroco subito dopo a Lomagna, cioè a pochissimi km di distanza? Non potevano mandarlo direttamente là? Oppure nominarlo parroco a Paderno-Verderio dove abbiamo un prete prossimo alla pensione, un ex parroco appena deceduto (Verderio Inferiore) e scarsità di religiosi? Ma a che cazzo pensano a Milano? Se la Curia si mostrasse più empatica verso i fedeli stessi, forse pian pianino si potrebbe riscostruire tutto quello che si è perduto e sperare in una Chiesa nuova. Certo, ci vorrebbero tanti don Giorgio con la testa e con le palle, ma basterebbe dare qualche certezza in più alla gente. C’è bisogno di guide stabili, non amministratori del momento. Grazie

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