Noi italiani manchiamo di proporzione e di misura

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Noi italiani manchiamo di proporzione e di misura

Noi italiani manchiamo di proporzione e di misura.
Sì, siamo degli imperdonabili squilibrati: nel nostro modo di vedere e nel nostro modo di giudicare la realtà.
Vedessimo la realtà! Almeno qualcosa!
Siamo in balìa delle più idiote apparenze, e ogni apparenza più o meno idiota crea sproporzione e dismisura.
Rimaniamo scossi (magari solo per qualche ora, il tempo che durano le forti emozioni, che perché forti durano poco) per una tragedia di montagna (dimenticando che chi violenta la montagna perisce di montagna!), e non soffriamo più (ma quando abbiamo sofferto?) per la bestialità di una guerra, il parto di una perversione mentale di potere umano.
Scorrono in continuazione sotto i nostri occhi immagini agghiaccianti (sempre quelle, ripetute e ripetute fino alla noia: se le vediamo è perché siamo masochisti!) di un ghiacciaio che frana, uccidendo alcuni turisti dissennati e, nello stesso telegiornale, passano poi nella indifferenza più totale altre immagini, magari fugaci, di una guerra ben più atroce.
Noi italiani manchiamo di proporzione e di misura.
No, non è una solo questione di quantità, ma di quel “ben oltre”, che dovrebbe ogni giorno porci qualche domanda di estrema importanza: sul perché ancora oggi non ci capisca che c’è male e male: un male di imprudenza dissennata, e un male diabolico che nasce da quell’”amor sui”, che, da embrione, si impone man mano in modo del tutto sproporzionato e senza misura, creando nella massa quel senso di nausea che è frutto di un altro “amor sui”, ovvero di quell’amore per il proprio voler goderci un angolo che riteniamo nostro.
Basterebbe poco per capire come siamo conciati male.
Ma c’è una protezione che ci salva: quel saper difenderci da tutto ciò che disturba il nostro voler star bene.
Qualche lacrima la dobbiamo pur versare, fa anche bene, ma che provenga da disgrazie che diciamo naturali! Sul cosiddetto solidarismo versiamo non lacrime, ma catturiamo qualche interiore soddisfazione nel sentirci almeno qualche volta buoni e generosi.
Noi italiani siamo un popolo strano, tanto strano da non sapere più che cosa di questo popolo condannare e che cosa ammirare.
Alla fine cado inevitabilmente nella tentazione di condannare quella ipocrisia che vorrebbe coprire il male, ma che munge dalle disgrazie qualcosa di utile.
09/07/2022
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