Che ipocriti! Che blasfemi!

Abu-mazen-Shimon-Peres-567x377[1]
di don Giorgio De Capitani
In questi giorni siamo storditi dai Mondiali di Calcio
– forse noi italiani, un po’ meno:
per fortuna siamo usciti prima, altrimenti
dalla Germania avremmo preso una quindicina di goal! –
e non ci preoccupiamo
di ciò che sta succedendo tra ebrei e palestinesi.
Un odio e una carneficina che non possono non interessarci.
Tutti, volere o no, ne siamo già coinvolti
e lo saremo anche nelle conseguenze.
Un tale (non importa chi) ha detto:
“Se uno viene ferito, anche tu ti senti ferito,
e non solo moralmente, anche fisicamente.
Là dove c’è uno scempio umano,
c’è uno squilibrio tale che non puoi sentirti al sicuro:
puoi anche dormirci sopra, evadere, divertirti,
ma nel suo profondo l’essere ne risentirà”.
A proposito, una cosa che nessuno ricorda:
ai primi del mese scorso, esattamente l’8 giugno,
c’è stato nei Giardini Vaticani
un incontro definito “storico” di papa Francesco
con il palestinese Abu Mazen e l’israeliano Shimon Peres.
Si sono trovati a pregare per la pace!
Forse tutte e tre le divinità
(il dio del papa, il dio degli israeliani e il dio dei palestinesi)
erano occupate altrove o dormivano o giocavano a carte!
L’incontro è stato combinato, manco a dirlo, da papa Francesco, l’uomo delle sorprese e delle “prime volte”. Ci aveva provato già nella sua visita in Terra Santa dello scorso 24-26 maggio: le resistenze, però, erano state troppe e nessuno dei due leader aveva voluto pregare a casa dell’altro. «Offro la mia casa in Vaticano per ospitare questo incontro» propose allora il pontefice, in quello che sembrava uno dei tanti appelli al dialogo nella questione mediorientale. A sorpresa, i due nemici hanno accettato di guardarsi negli occhi in territorio neutro e pregare a modo loro, ognuno con la propria confessione, per la pace.
Dopo aver pregato, ciascuno il loro dio, ecco un gesto altamente simbolico – tale doveva essere nelle loro intenzioni –: Shimon Peres, Abu Mazen, il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo  e Papa  Francesco hanno piantato insieme nei giardini vaticani un albero di ulivo, simbolo di pace.
Che dire?
Lascio a voi ogni considerazione,
oppure il silenzio.

10 Commenti

  1. lina ha detto:

    Mi sembra che il primo dialogo tra l’Islam e l’Occidente, si svolse tra S.Francesco d’Assisi ed il Sultano d’Egitto. Non si può quindi parlare di prima volta.

  2. Edoardo ha detto:

    Abu Mazen non rappresentava anche Hamas, il responsabile di quelle che sta succedendo.
    Lascerei stare tutti e tre gli “Dei” perché non c’entrano un fico.

  3. trevize ha detto:

    Al posto di un ulivo sarebbe stato più corretto un albero di fico… in modo da coprire le proprie nudità (arroganza nel ritenersi unici interpreti del volere del dio unico) con le di lui foglie.
    … e contemporaneamente usare la “propria foglia religiosa” per coprire i desideri umani di conquista e prevaricazione (a volte definita diffusione del proprio credo).

  4. zorro ha detto:

    Cominciamo ad avere un solo DIO poi forse tutto si aggiusta?Per il semplice motivo che l’uomo e’ uno e solo la natura dell’ uomo e l’esistenza sulla terra sono univoci non esiste un uomo a 4 zampe o a due teste o non si attiene ai principi della fisica.Pertanto sarebbe opportuno che tutti si identificassero in un DIO unico senza varianti marginali.Io non sono teologo pero’ certi sofismi lasciano il tempo che trovano se poi creano odi e dissidi anche cruenti,forse un po’ di semplicita’ aiuterebbe tutti

  5. Giuseppe ha detto:

    Peres e Abu Mazen non potevano rifiutare l’invito di Francesco, altrimenti avrebbero fatto una figuraccia davanti agli occhi del mondo, a cui vorrebbero far credere di volere realmente la pace. Tanto sono anni che parlano di pacifica convivenza e di cessate il fuoco, mentre continuano ad ordire trame belliche e rappresaglie. Con tutto il rispetto per chi ci crede realmente e per tutte le persone in buona fede, bisogna guardare in faccia la realtà: Israele è uno stato paramilitare e guerrafondaio, creato apposta dai paesi occidentali a forte presenza giudaica, quasi a mo’ di indennizzo per la Shoa e tutte le persecuzioni che gli ebrei hanno subito nei secoli. Non per niente è in guerra con i paesi limitrofi (salvo brevi intervalli) da quasi settanta anni. D’altro canto una buona parte dei palestinesi, purtroppo, ha scelto la strada della violenza per rispondere all’imperialismo israeliano, così da rendere un’utopia il raggiungimento di una pace vera, sentita e duratura.

  6. Valentina ha detto:

    Se si vuole ottenere qualcosa, bisogna impegnarsi e lavorare sodo per raggiungere lo scopo, anziché pregare perché ciò che si desidera piova dall’alto. La preghiera è inutile. Non è la prima volta che si promuovono iniziative di preghiera per la pace, ma le guerre ci sono sempre state e ci sono ancora. Pregare non serve a niente. Io non credo in alcuna divinità che ascolti le preghiere degli uomini e che intervenga in loro aiuto. Troppe volte ho visto che questo non accade. Solo gli uomini possono risolvere ogni problema, impegnandosi e collaborando tra loro, anziché riunendosi a pregare inesistenti divinità.

  7. PietroM ha detto:

    Il fanatismo religioso è una piaga sociale e morale che pare inestirpabile. Scaturisce da spiriti deboli ed invasati che si aggrappano a presunte certezze rivelate (da chi?) per cullare la sensazione di essere forti ed avere in tasca tutte le verità del creato. Non invoco relativismo, ma una elasticità che, sul piano delle relazioni sociali e politiche, quasi nessuna religione concede.
    Ma il fanatismo è assolutismo religioso tipico di un’umanità infantile, rimasta piccola, da commiserare, compatire e .. sopportare. Anche per i bambini di tre anni vi sono dei limiti ai capricci. Vi sono la caramelle, ma anche i divieti e le punizioni educative. Per semplificare: il mondo è di tutti ed ognuno ha il diritto alla vita, rispettandone quella degli altri. Pare banale come enunciato, ma arrivarci è un’impresa che certi popoli non riescono proprio a concretizzare. Mi pare di vedere papa Francesco scuotere la testa…

  8. Mauro Callegari ha detto:

    purtroppo gli terroristi del Hamas che hanno
    aperto il fuoco, mandando centinaia di razzi
    verso l israele non erano
    presenti all incontro con il Papa!!

  9. GIANNI ha detto:

    Che dire?
    Beh, sui mondiali meglio coprire con un pietoso velo.
    Sul resto: simbolismi.
    Ed i simbolismi spesso sono distanti dalla realtà.
    Il simbolismo è spesso finzione, e lo è anche nei rapporti internazionali, per cui….

Lascia un Commento

CAPTCHA
*