da Il Corriere della sera
Il partito della bistecca
e l’abolizione delle tasse
di Gian Antonio Stella
Non sono mai mancati gli aspiranti parlamentari che promettevano «tutto a tutti». Tra questi Corrado Tedeschi, fondatore nel 1953 del Partito Nettista, nel 1953
Programma: «1) Svaghi, poco lavoro e molto guadagno per tutti. Le macchine devono sostituire l’uomo nella sofferenza del lavoro. La caratteristica della specie umana è l’intelligenza ed è sfruttando questa che deve campare. 2) Assistenza medica e medicine (comprese le specialità) gratuite per tutti. 3) Tre mesi di villeggiatura assicurata ad ogni cittadino. 4) Grammi 450 di bistecca assicurata giornalmente al popolo, frutta, dolce e caffè (è ora di finirla con le limitazioni!)».
Prima ancora delle promesse strabilianti di certi partiti oggi in corsa per conquistare i voti degli italiani il prossimo 25 settembre e prima ancora dello strepitoso manifesto elettorale dell’aspirante parlamentare bolzanino Oscar Ferrari che anni fa puntò al Senato con lo slogan «Prometto tutto a tutti!», il più fenomenale cacciaballe di tutti i tempi deciso a conquistare il Parlamento per farne il collodiano Paese degli Acchiappacitrulli (capitolo 19° de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino) fu certamente il fiorentino Corrado Tedeschi, giornalista, editore, fondatore nel 1953 del Partito Nettista Italiano, meglio conosciuto come «Il partito della bistecca».
E chi se lo dimentica? Oltre ai solenni impegni già ricordati, garantiva: «5) Massimo incremento a tutti i giochi: arti, letteratura, musica e ballo» giacché «la cosa più seria della vita è il gioco». «6) Continue tombole e lotterie che rallegreranno i cittadini… 7) Compagnie di varietà e pagliacci di Stato che saranno sommamente onorati e ricompensati nella Repubblica Universale. È ora di finirla coi sacrifici e le missioni da compiere! Cerchiamo di ridere e di stare in buona salute». E via così, con la promessa di «referendum estesi a tutti i cittadini che decideranno volta per volta delle più importanti questioni locali ed universali al posto degli antiquati e sorpassati Parlamenti» (altro che Beppe Grillo e Casaleggio!), e ancora «impiegati dello Stato inviati in pensione e in villeggiatura con stipendio doppio», «orari scolastici ridotti a trenta ore l’anno» e istruzione affidata all’enigmistica, alla radio, alla televisione, ai cinema e agli spettacoli vari che «istruiranno il popolo sovrano».
Ma, «siori e siore!», il bello doveva ancora venire. Come spiegava il leader anche in un irresistibile filmato girato su un pulmino elettorale (motto trionfante: «W la pacchia!») oggi visibile online nell’Archivio Istituto Luce, l’aspirante capo del governo prometteva anche l’«Abolizione di tutte le tasse!» Tutte! Altro che la Flat tax al 15 per cento! Ricorda la cronaca che la lista della bistecca raccolse in totale, ahinoi, 4.305 voti. Pochini, per chi voleva cambiare la storia…
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