Mediterranea: presentata denuncia per diffamazione contro i giornali di destra che la accusano per i finanziamenti ottenuti da alcune diocesi

da Adista https://www.adista.it/articolo/71064

Mediterranea: presentata denuncia per diffamazione

contro i giornali di destra che la accusano

per i finanziamenti ottenuti da alcune diocesi

Redazione 07/12/2023
RAGUSA-ADISTA. È stata depositata ieri la denuncia per le diffamazioni di alcuni giornali contro la ong Mediterranea saving humans, da giorni sotto il fuoco del settimanale Panorama e dei quotidiani La Verità (diretto da Maurizio Belpietro) e Il Giornale (diretto da Alessandro Sallusti) che hanno pubblicato numerosi stralci di intercettazioni telefoniche relative ai finanziamenti ricevuti dalla Chiesa italiana (v. Adista Notizie n. 43/03).
«Ieri mattina – spiegano gli avvocati Fabio Lanfranca e Serena Romano – abbiamo formalmente rappresentato al giudice la gravità di ciò che sta accadendo e che riteniamo sia un atto ostile nei confronti non solo degli imputati ma anche del Tribunale e chiesto alla Procura di accertare quanto accaduto».
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Da ADISTA https://www.adista.it/articolo/71066

La Cei risponde alle «accuse diffamatorie»

della stampa di destra su “Mediterranea”

Redazione 08/12/2023
Non sono arrivati a scrivere, i media di destra, che la Chiesa paga gli scafisti, ma hanno gridato allo scandalo affermando che la Chiesa avrebbe finanziato con ben 2 milioni di euro le ong che, secondo loro, favoriscono l’immigrazione clandestina. E fra queste, Mediterranea Saving Humans – piattaforma della società civile che con la sua nave “Mare Jonio” salva naufraghi – con il beneplacito di più vescovi fra cui il presidente dell’episcopato, card. Matteo Zuppi.
Al di là delle falsità che stanno emergendo, dov’è lo scandalo? Afferma don Mattia Ferrari, prete modenese, “cappellano” della Mare Jonio, intervistato da Adista (n. 43/23, in uscita in questi giorni), che «il sostegno economico della Chiesa cattolica alle organizzazioni che soccorrono i migranti in mare non è una novità. Anche in altri Paesi europei le Chiese cristiane, sia cattoliche che protestanti, lo fanno. La Chiesa è presente ovunque, in terra e in mare, accanto a chi soffre: questo è semplicemente Vangelo. La missione della Chiesa è continuare nel tempo e nello spazio l’opera di Gesù. Se la Chiesa è scomoda, il vero “colpevole” è Gesù».
Oggi è la Conferenza episcopale italiana a intervenire nella querelle, smontando le false accuse. Questa la dichiarazione pubblicata sul sito:
«In questi giorni la Conferenza Episcopale Italiana e alcune Diocesi, insieme ai loro Pastori, sono state pretestuosamente chiamate in causa da qualche organo di informazione. Nel contesto di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Ragusa a carico di “Mediterranea Saving Humans – APS” per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunta violazione del codice della navigazione, sono state avanzate accuse diffamatorie nei confronti di persone e istituzioni ecclesiastiche, a partire da alcune chat usate in modo strumentale e improprio. Una pratica questa che, contro chiunque venga utilizzata, merita sdegno e disappunto.
Nel pieno rispetto della magistratura e nonostante non ci sia alcuna contestazione a carico della comunità ecclesiale, abbiamo volutamente atteso che l’iter giudiziario seguisse il suo corso prima di intervenire sulla vicenda.
La CEI non ha mai sostenuto in modo diretto “Mediterranea Saving Humans – APS”, ma ha accolto una richiesta presentata da due Diocesi in una cornice ampia che prevede, secondo il magistero di Papa Francesco, l’accoglienza, la protezione, la promozione, l’integrazione dei migranti e la cura e l’assistenza agli sfollati in zona di guerra in Ucraina. Tutto ciò con un sostegno nettamente inferiore rispetto a quello riportato sulla stampa: 100mila euro a ciascuna Diocesi nel 2022 e così pure nel 2023.
In questo solco, si muove e si muoverà l’azione ecclesiale con libertà e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, schierandosi dalla parte di chiunque soffre fuggendo da guerre, violenze e povertà. L’impegno della Chiesa è combattere l’illegalità con la legalità, evitando che il Mediterraneo diventi sempre più un cimitero: ogni vita va salvata!
La Chiesa è l’unica istituzione a finanziare attualmente con continuità e ingenti risorse progetti di sviluppo nei Paesi poveri o in situazioni di particolare difficoltà: circa 80 milioni di euro l’anno; a sostenere e promuovere insieme ad autorità di Governo e altre Istituzioni i corridoi umanitari – tre sono in arrivo proprio in questi giorni – unica alternativa legale e sicura ai viaggi della morte; a garantire l’accoglienza ai profughi: circa 50.000 nel solo primo semestre 2023 nel nostro Paese. Il tutto nella massima trasparenza e rintracciabilità.
Rinnoviamo l’invito ad affrontare il problema epocale delle migrazioni, sfuggendo alla polarizzazione del “tutti dentro o tutti fuori”, attraverso un sistema che dia garanzie e che combatta l’illegalità».
*La prima pagina del sito della CEI oggi
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da www.settimananews.it

Sulle offerte a «Mediterranea»

9 dicembre 2023
di: Erio Castellucci
Le notizie diffuse negli ultimi giorni dalla stampa nazionale, con ampio rilancio sui social e sulla stampa locale, riguardanti donazioni che le diocesi italiane erogano alla ONG «Mediterranea Saving Humans», toccano anche l’arcidiocesi di Modena-Nonantola e alcune mie scelte. Contro ogni garanzia costituzionale, è stata diffusa parte della mia corrispondenza privata con Luca Casarini, totalmente estranea alle indagini in corso su «Mediterranea». Senza entrare negli ambiti di competenza della Magistratura, nella quale ripongo la massima fiducia, mi sembra opportuno diffondere questa Nota per offrire alcune informazioni relative alla sola arcidiocesi di Modena-Nonantola.

Nella fedeltà al Vangelo

A partire dall’autunno 2020 ho deciso di aiutare «Mediterranea», elargendo periodicamente delle somme attinte alla «carità del vescovo», alimentata da diversi contributi (tra i quali una percentuale dell’otto per mille affidata al vescovo per interventi assistenziali), offerte liberali ed eredità o lasciti ricevuti in diverse occasioni e per diversi motivi, destinati a progetti da me scelti o concordati con i donatori, secondo le loro intenzioni.
La Chiesa, nella fedeltà al Vangelo, è sempre prossima, specialmente là dove la vita e la dignità umana sono minacciate: aiuta i bambini non ancora nati e le loro famiglie, opera per l’educazione, soccorre chi si trova in situazioni di povertà in Italia e nel mondo; difende chi è perseguitato a causa della fede in Gesù e assiste i fragili e i malati. Sono situazioni che richiedono quelle che il Catechismo chiama «opere di misericordia corporali e spirituali», dedotte dal Vangelo, là dove Gesù considera fatto a sé stesso il soccorso prestato agli affamati, assetati, poveri, malati, stranieri, carcerati (cf. Mt 25,31-46).
Esistono una fame di pane e una fame di fede, una sete di acqua e una sete di senso, una povertà fisica e una culturale, una prigione del corpo e una del cuore, un’estraneità fisica e una spirituale, malattie che investono il fisico e altre che arrivano all’anima. L’intreccio tra necessità materiali e spirituali è l’orizzonte di intervento della Chiesa, da sempre.

Trasparenza

Si possono certo commettere degli errori nella destinazione degli aiuti, ma la Chiesa non può rinunciare a quella «storia della carità» tratteggiata da papa Benedetto XVI nella sua prima enciclica. Con questo animo – lo dico molto umilmente – ho cercato negli anni di ministero a Modena di valutare anche la destinazione delle somme affidatemi; come parte di quel servizio ai poveri per il quale, nel giorno dell’ordinazione episcopale, ho promesso di impegnarmi: «Vuoi essere sempre accogliente e misericordioso, nel nome del Signore, verso i poveri e tutti i bisognosi di conforto e aiuto?».
Quando mi è stato chiesto aiuto per soccorrere persone in pericolo di vita nel Mediterraneo, ho perciò deciso di impiegare alcune somme dalla «carità del vescovo», tra le quali non pochi contributi finalizzati dagli offerenti stessi. E le ho indirizzate a «Mediterranea», che per quanto potevo constatare stava intervenendo efficacemente. Queste somme, “scoperte” dagli organi di stampa – peraltro maggiori rispetto a quelle divulgate dagli stessi – in realtà erano state regolarmente contabilizzate dentro al bilancio della diocesi, come le altre offerte liberali che partono dalla «carità del vescovo», tutte tracciabili attraverso i movimenti bancari. Le ho definite “una goccia nel mare”, e lo confermo, nonostante il sarcasmo di qualcuno: una goccia che è stata però utile per salvare la vita a qualche fratello e sorella in pericolo di vita.
Con la «carità del vescovo» in questi anni non sono stati aiutati solamente i migranti. A titolo esemplificativo, tra gli interventi con un contributo superiori ai diecimila euro, leggo dall’estratto conto degli ultimi due anni: un reparto maternità di un ospedale in Tanzania; diverse esperienze di formazione della pastorale giovanile e universitaria dell’arcidiocesi; la sistemazione di alcune canoniche ed edifici parrocchiali per i quali non erano sufficienti le offerte dei fedeli; la pubblicazione di libretti della collana «Figurae» sul Duomo di Modena e l’Abbazia di Nonantola; il sostegno economico ai presbiteri che conseguono titoli accademici fuori diocesi; l’aiuto alla popolazione di Boa Vista, nell’Isola di Capo Verde, ridotta alla fame dalla pandemia; l’adozione a distanza di seminaristi nella diocesi di Leopoli in Ucraina; il contributo alla ristrutturazione di una residenza parrocchiale per anziani a Modena; e una somma consistente, in questo caso totalmente finalizzata dagli offerenti, per il progetto di avvio di due laboratori per detenuti nel carcere Sant’Anna di Modena.
Ritengo, in conclusione, che il fine principale di questo attacco mediatico, portato avanti con quel tono sprezzante che nasconde sempre carenza di ragioni, sia di condizionare la libertà della Chiesa, per impedire il suo aiuto ai migranti naufraghi. La Chiesa però continuerà ad annunciare il Vangelo, celebrare i sacramenti e aiutare i poveri, compresi quelli che si imbarcano nel Mediterraneo per fuggire dalla fame e dalle guerre.
Modena, 7 dicembre 2023
+ Erio Castellucci,
arcivescovo di Modena-Nonantola
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da www.lastampa.it

Accusato di favoreggiamento

dell’immigrazione clandestina, Luca Casarini:

“Solo diffamazione, mi risarciranno

e userò i soldi per salvare altra gente in mare”

Il 6 dicembre l’udienza preliminare per il titolare dell’ong Mediterranea Saving Humans. Aveva utilizzato le donazioni dei fedeli per finanziare il salvataggio dei migranti
Flavia Amabile
29 Novembre 2023
I soldi dei fedeli per finanziare il salvataggio in mare dei migranti da parte di Luca Casarini e la sua ong Mediterranea Saving Humans. L’inchiesta in corso da parte della procura di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione del codice della navigazione si arricchisce di un nuovo capitolo secondo quanto risulta dalle notizie pubblicate dalla stampa di destra ma Luca Casarini smentisce in modo categorico le cifre che emergono dalle indiscrezioni. Il 6 dicembre ci sarà l’udienza preliminare e lui si dice certo di poter contestare tutte le accuse. «Solo un’operazione di diffamazione. Vinceremo e il piacere più grande sarà usare tutti i soldi del risarcimento per salvare persone in mare», spiega.
Soldi raccolti dalle diocesi per finanziare il salvataggio dei migranti in mare. Che cosa c’è di vero in questa accusa?
«Abbiamo già dato mandato di procedere legalmente per denunciare i responsabili innanzi alle componenti giudiziarie».
Però ci sono le intercettazioni in cui ammette, per esempio, di aver pagato l’affitto con quei soldi.
«Vi sono apparati nel nostro Paese che hanno accesso a intercettazioni di conversazioni e mail personali i cui contenuti sono tutelati dal segreto di indagine, se parte di inchiesta della magistratura. Alcune frasi riportate dal dossieraggio sono copia e incolla di intercettazioni tolte dal contesto, e volutamente manipolate. Altre sono inventate come le cifre, del tutto fantasiose. Io sono da tutta la vita nel mirino, una volta per una cosa, una volta per un’altra, di inquisitori e apparati di ogni genere. Perché non mi arrestano se sono così criminale? Perché, nonostante anni e anni di intercettazioni, pedinamenti, inchieste, processi a mezzo stampa, non sono riusciti a mettermi le manette? Se mi fossi così arricchito da attività illecite dovrebbero procedere. Invece sono state scritte menzogne e falsità come dimostreremo in sede di processo. Sono state tirate in ballo persone a noi molto care come Papa Francesco che non ci ha mai abbandonato in questi anni in cui abbiamo osato disobbedire all’odio e all’indifferenza».
Qual è la sua risposta a questo attacco?
«Nessuna e nessuno di noi si è mai arricchito, anzi, ma questo è facile da riscontrare: i bilanci della nostra associazione sono pubblici e consultabili. Il 90 per cento di ogni singolo centesimo raccolto va alle missioni in mare e in Ucraina non a persone. Il rimanente dieci per cento serve a far funzionare un’associazione che ha migliaia di associati e oltre 40 nodi territoriali. La Chiesa e alcune diocesi contribuiscono alle missioni come tantissimi altri, per fortuna. Io vivo in una vecchia casa in affitto, non ho proprietà di sorta, ho un’auto che ha 23 anni, più dei miei due figli. Sono contento così perché ricevo solo quello che mi serve per vivere, ed è poco. Cinque anni fa, con la nascita di Mediterranea, ho deciso di dedicarmi a tempo pieno a questa missione. Sono stato accusato più volte di favorire l’immigrazione clandestina ma per me nessun essere umano può essere clandestino. Comunque se le cifre riportate nel dossieraggio sono totalmente inventare la cifra che chiederemo a quei signori, invece, sarà molto concreto. E di un certo peso».
Quanto?
«Milioni di euro, mi pare ovvio! E il piacere più grande sarà usarli tutti per salvare persone in mare».
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da La Repubblica

Caso Mediterranea, padre Zanotelli:

“Dossieraggio per minare l’attività dell’ong

e impedire gli aiuti della Chiesa”

di Alessia Candito
“Stiamo assistendo a un vero e proprio “dossieraggio” nei confronti della Ong Mediterranea”. Dopo l’intervento della Cei e del suo presidente, il cardinale Matteo Zuppi, anche padre Alex Zanotelli interviene a difesa di Mediterranea, da oltre una settimana tirata in ballo da Panorama e La Verità per i finanziamenti ricevuti dal mondo ecclesiastico, usati – sostengono – per fini molto personali. La fonte: una chat presente sui telefoni di Casarini e altri sequestrati un anno fa dalla procura di Ragusa, finita insieme ad altre conversazioni agli atti di un procedimento che solo a febbraio giungerà a udienza preliminare, dunque riservati.
“Il taglia e cuci delle conversazioni telefoniche serve a minare l’attività della Ong, in particolare il finanziamento da parte della Chiesa”, tuona padre Zanotelli. “Una vera gogna mediatica, un vigliacco attacco verso operatori delle navi salvavita come don Mattia Ferrari, Luca Casarini, con il solo obiettivo di impedire l’aiuto economico da parte della Chiesa alle ong”, dice il missionario, che l’11 dicembre prossimo – ha annunciato – sarà a Roma per un nuovo sit-in contro le politiche migratorie del governo “sempre più razziste e xenofobe. L’ultima trovata è spostare i richiedenti asilo in Albania”.
Per Zanotelli, “questo accordo è una mostruosità giuridica che viola la Costituzione, la legislazione europea e il diritto internazionale: è l’ultimo capitolo vergognoso di una squallida politica migratoria. Quando il governo Meloni ammetterà il totale fallimento delle sue politiche migratorie? I dati sono implacabili”. Dati alla mano, il sacerdote osserva: “Quest’anno ben 151.000 migranti sono arrivati in Italia, quasi il doppio del 2022. Oltre 2.000 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo (siamo ormai sui 100.000 migranti sepolti in quello che è ormai un cimitero a cielo aperto!) Con i nostri soldi, il presidente tunisino Saied ha intercettato in mare oltre 800 migranti e deportato nel deserto oltre 1.800 uomini e donne subsahariane. E sempre con i nostri soldi (grazie al Memorandum Italia- Libia di Minniti!), il governo di Tripoli ha intercettato in mare e riportato in Libia oltre 15.000 profughi)”.
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da www.farodiroma.it

Quei media che distorcono la realtà

a servizio di un’ideologia sanguinaria.

L’attacco alla Cei e le giustificazioni

dei massacri israeliani (I. Smirnova)

di Redazione
02/12/2023
“L’uomo su cui la banda di Luca Casarini puntava maggiormente era l’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Era lui la loro arma segreta. O perlomeno i Casarini boys si auguravano potesse diventarlo”. È questo l’incipit di un ingannevole servizio di Panorama sul “caso” dei finanziamenti di enti ecclesiastici alle operazioni di soccorso nel Mediterraneo.
Una distorsione inquietante dei fatti, basata su un presupposto del tutto falso e in definitiva offensivo anche per l’intelligenza dei lettori. Ovvero che salvare i naufraghi che rischiano di affogare nel Mediterraneo sia un male. Da questo convincimento, che non ha nessuna fondatezza, scaturisce l’attuale linciaggio alla Chiesa italiana che giustamente ha dato aiuti finanziari alle associazioni che svolgono il meritorio servizio di salvataggio dei migranti, che è un dovere di tutti e del quale la Chiesa non può non farsi carico.
“L’uomo su cui la banda di Luca Casarini puntava maggiormente era l’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Era lui la loro arma segreta. O perlomeno i Casarini boys si auguravano potesse diventarlo”, scrive La Verità farneticando, con la pretesa di stabilire quello che la Chiesa può o non può fare.
“Accuse totalmente inventate”, dice Casarini di quelle pubblicate da Panorama che si distacca dalla realtà pretendendo di stigmatizzare ad esmpio il fatto che chi rinuncia a altre attività per dedicarsi a questo servizio nobilissimo possa avere uno stipendio e riporta con peloso scandalismo che al fondatore di Mediterranea “sta roba gli ha permesso di pagare l’affitto di casa e la separazione senza andare a lavorare in un bar”.
“Nel 2023 da enti ecclesiastici, quindi anche buddisti o valdesi, abbiamo ricevuto 400 mila euro, il 23% di tutto quello che abbiamo raccolto nell’anno. Basta consultare i nostri bilanci che sono pubblici. Si vedrà anche che il 90% delle donazioni lo spendiamo in missioni”, si evince dalle intercettazioni che non dimostrano alcuna irregolarità o reato. Anche l’inchiesta della Procura di Ragusa non c’entra nulla con i contributi arrivati da enti ecclesiastici: aver ricevuto 125 mila euro dalla compagnia danese Maersk, proprietaria della nave che aveva salvato 27 naufraghi poi presi a bordo dalla Mare Jonio di Mediterranea. Un bonifico arrivato alla società proprietaria della Mare Jonio. L’ipotesi è che il trasferimento dei migranti avvenne per soldi e non per motivazioni umanitarie. «Non vediamo l’ora di poter dimostrare che è tutto falso – replica Casarini – Non capisco perché un’azione illecita venga fatta con bonifico. E poi perché qualunque cosa a questo mondo deve essere fatta solo per interessi? Non può darsi che sia stato un riconoscimento per il nostro lavoro, visto che siamo stati anche premiati in Danimarca con una cerimonia pubblica?”.
Per Casarini, addirittura, l’obiettivo sarebbe più in alto. “Mi spiace di essere lo strumento per quello che è chiaramente un attacco a Papa Francesco”. Un Papa che “considero un padre”. “Io — confida — vivo come un dono ogni volta che posso parlare con lui o incontrarlo”.
In queste stesse ore, i media di destra (in Italia ormai quasi tutti) ospitano anche un’infamia ancora più grande e che a ben vedere ha la stessa radice in un’ideologia sanguinaria come quella xenofoba che vuol condannare a morte migranti e profughi. Si sostiene che la ripresa della guerra a Gaza sia colpa di Hamas e in definitiva dunque del popolo palestinese (che è invece vittima innocente). “Le conseguenze della rottura della tregua ricadono su tutti i bambini di Gaza, Israele e Cisgiordania. Ancora una volta, i minori di Gaza si sono svegliati al suono degli attacchi aerei. Ancora una volta rischiano di essere uccisi dalle bombe, dalla fame, dalle malattie o dalla disidratazione”, denuncia inascoltata l’ONG Save the Children.
Irina Smirnova

 

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