Un Discorso noioso, prolisso, inconcludente: un’altra occasione persa…

Tutti gli anni, dopo aver ascoltato il Discorso alla Città, tenuto da Mario Delpini il 6 dicembre, vigilia della festività di Sant’Ambrogio, nella bella Basilica a lui dedicata, sono costretto a porre le stesse domande, a fare le stesse critiche, anche se mi verrebbe la tentazione di calare il sipario su un vescovo che sembra ostinatamente orgogliosamente cocciuto nel continuare sulla strada di una pastorale che si rivela sempre più fallimentare.
Ho detto “pastorale”, ovvero del pastore che definirlo “buono” forse mancherebbe di rispetto alle parole di quel Cristo che aveva ben altre idee del “buon” pastore.
Anche quest’anno sono rimasto del tutto deluso, anche perché questo vescovo proprio non vuole uscire dal suo schema mentale, nello stesso tempo aperto e chiuso: sembra aperto al mondo moderno, ma è in realtà chiuso a quella visuale evangelica che imporrebbe una ben altra strada.
È la strada che porta a rientrare, e non a uscire.
Vale anche e soprattutto per il cristianesimo il detto dell’oracolo di Delfi: “Conosci te stesso”, dunque rientra in te stesso, rientra in casa, se vuoi scoprire chi sei, e il mondo divino che è in te.
Come si può tenere un lungo discorso (più di mezz’ora) senza mai accennare alla realtà dello spirito?
Che tu, Delpini, tenga un discorso più o meno istituzionale, diciamo anche con risvolti socio-politici, non cambia nulla, anzi dovresti sentirti in dovere di comunicare quel mondo interiore che tutti, credenti o non credenti, cristiani o laici, hanno da difendere, ma che purtroppo hanno perso di vista, lungo strade così esteriori e superficiali che strozzare l’essere per quel bene, materiale, che non può soffocare il mondo dell’essere.
Anche il filosofo dovrebbe parlare di essere, il mistico parla necessariamente dell’essere supremo, ma anche il religioso dovrebbe parlare di essere, e così il mondo politico.
L’essere fa parte di ogni realtà umana.
E tu, Delpini vescovo, pretendi di solleticare l’elefante, o il “grosso animale”, per risvegliare quella coscienza che è scintilla divina?
Anche un discorso prettamente socio-politico non dovrebbe mai dimenticare l’essere, che è (in) ciascun cittadino, credente o non credente. Raimon Panikkar parlava di meta-politica, ovvero di quella Politica che va oltre l’aspetto materiale o sociale o strutturale della società.
Forse bisognerebbe parlare di meta-religione, visto che la religione, anche quella cattolica (già dire questo è offensivo del Cristianesimo puro, che non è una religione), è una struttura, più o meno mastodontica, che è chiusa in una tale carnalità da soffocare lo spirito, l’essere, la realtà divina che è in ciascuno di noi.
Tu, Delpini, puoi anche fare un discorso socio-politico, ma almeno secondo quell’ideale platonico che volava alto, sopra quella misera idea (o ideologia) politica che è la qualità dei partiti di oggi.
Certo, ci può essere tanta buona volontà e impegno tra i nostri amministratoti, non in tutti però, ed è giusto, doveroso riconoscerlo, apprezzarlo ed esserne riconoscenti, ma non bastano le buone intenzioni, se questi amministratoti locali non sono animati da un concetto alto di bene comune.
Bisogna allora proporre loro, anche da parte tua, vescovo Delpini, qualcosa di elevatamente profondo che li stimoli a elevarsi da quel pragmatismo, pur lodevole, che ha però poco futuro.
Meta-politica è Ideale platonico, meta-religione è Mistica. Diciamo che la Politica è quella elevata Filosofia che affonda le sue radici nell’antichità greca.
E tu, Delpini, che discorso hai tenuto la vigilia di Sant’Ambrogio, nella basilica a lui dedicata?
Quando ho letto su Casateonline le prime parole del presidente della conferenza dei sindaci oggionesi Giuseppe Chiarella che ha sottolineato a nome dei colleghi l’estrema attualità delle parole spese dall’alto prelato (Delpini): «È stato un discorso di straordinaria profondità…», mi sono detto: questi sindaci locali che cosa intendono per “straordinaria profondità”?
A questo punto, tenetevi il discorso di Delpini, ma sono sicuro che il giorno dopo l’avrete già dimenticato.

LEGGETE
Discorso alla Città: non dimentichiamoci degli altri
Testo integrale Discorso alla Città

Video omelia Festa di Sant’Ambrogio

Video omelia Festa Immacolata

 

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