Festival di Sanremo, ipocrita passerella…

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Festival di Sanremo, ovvero una ipocrita passerella dei diritti a tutti, pur di farsi un po’ di pubblicità gratuita, soprattutto quando manca qualcosa all’arte canora.
 Premetto che, da tempo, sto anch’io lottando perché il Parlamento italiano, finalmente, approvi la legge sulle unioni civili, senza se e senza ma, perciò anche con le adozioni. Ma rimarrei malissimo, se, approvata la legge (come spero con tutto il cuore e con la mia fede in quel Cristo che non è certo quello della Chiesa ottusa e cieca), dicessero che il Festival ha dato un grosso contributo. Sarebbe anzitutto una grossa bugia, e poi una grave offesa nei riguardi di coloro che, da anni, portano avanti il discorso sulle unioni civili e su altri temi socialmente sensibili.
 Il Festival è il parto di un mostro qual è Mamma Rai, quando pensa solo all’audience e agli introiti.
 Sanremo deve tornare ad essere il Festival della canzone, della bella canzone soprattutto italiana, senza quel contesto da gossip o da comici da strapazzo che, tra l’altro, rappresentano un costo anche economico.
 Non accetto che al Festival si parli d’altro, tanto più che, come dicevo, rischia di essere la passerella ipocrita di coloro che fanno i buonisti, o i difensori dell’Umanità, ma solo per farsi vedere “buoni”, “aperti”, “sensibili” ai problemi umani. E poi, in concreto, che cosa fanno?

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