Ex Comune di Perego: Storia grottesca di un ecomostro

Ex Comune di Perego:

Storia grottesca di un ecomostro

di don Giorgio De Capitani
Esattamente il 12 novembre del 2015 (appena dimesso dall’ospedale per una operazione alla carotide: lo si nota!), avevo realizzato un video, mettendo insieme alcuni interventi precedenti, sempre nell’incertezza se ne valeva la pena o non avrebbe comportato qualche negativa conseguenza.
Dopo otto anni ho deciso di renderlo noto su youtube.
Motivo? A parte far conoscere un insieme di documenti che ritengo storici (se qualcuno ha qualcosa da contestarmi, lo faccia pure!), ho ritenuto questo un momento opportuno semplicemente per dire: senza la fusione dei due Comuni, Perego e Rovagnate (avvenuta dopo un referendum consultivo tenutosi il 30 novembre 2014, sul quale la maggioranza dei votanti di Rovagnate, 75%) e Perego 58%, aveva optato per il sì al nuovo Comune e alla sua nuova denominazione, che poi verrà istituto con la legge regionale 27 gennaio 2015 n. 1 con decorrenza dal 30 gennaio 2015) il Comune di Perego sarebbe scivolato in un totale fallimento, sia politicamente che economicamente. Dopo decenni e decenni, forse dagli anni ’50 o ancor prima, il paese di Perego anche dal punto di vista fisico e ambientale era stato sottoposto ad ogni scempio (sto ancora male, pensando a come era il paese della mia infanzia: un vero gioiello!).
Una cosa è chiara: la fusione di Perego con Rovagnate ha salvato Perego, mettendo però in crisi Rovagnate (non dico altro!), tanto più che a guidare la prima amministrazione del nuovo Comune, La Valletta Brianza, per una serie di situazioni assurde sono stati almeno tre ex amministratori pereghini. Una vicenda tutta da riscrivere, come monito alle future generazioni.
E questo per dire che la fusione avrebbe potuto salvare anche il Comune di Santa Maria Hoè (anche se i pesi morti sarebbero stati due, ma col tempo a tutto si rimedia!), ma gli amministratori di Santa Maria Hoè di quei tempi (mi pare che Efrem Brambilla fosse vicesindaco, ed è già eloquente) avevano deciso in proprio, perciò senza dover interpellare la popolazione, come richiederebbe la democrazia (“potere al popolo!”, e quando mai?) di non aderire alla fusione con Perego e Rovagnate; da me interpellato, il sindaco Carmelo La Mancusa mi rispose dicendo che dovevano essere coerenti con quanto avevano promesso in campagna elettorale, ovvero che il Comune di Santa Maria sarebbe sempre rimasto autonomo; non è servito a nulla il mio tentativo di farlo ragionare su che cos’è la coerenza. Gli ho fatto un semplice ragionamento che di solito facevo con gli studenti. A noi sembra di essere incoerenti, quando cambiamo idea su di una cosa o di una verità. Ma la coerenza non va vista nel suo aspetto statico, ma dinamico. Coerenza non significa che devo sempre rimanere con le mie convinzioni, senza fare un passo ulteriore. Se cambio idea, non per opportunismo, ma perché ho approfondito la verità, oppure perché mi sono accorto che prima ero in errore, allora anche la mia coerenza di vita cambia, perché devo far corrispondere il mio modo di vita alla nuova idea o alla verità che ho approfondito. Ecco in che senso la coerenza è dinamica: è in continua evoluzione, se è vero che sono sempre alla ricerca della verità. Non devo dire: per essere coerente, allora non cambio mai idea, se cambiare idea significa cogliere la Novità. In breve: la coerenza va di pari passo con la conoscenza della verità, e perciò nel mio comportamento mi devo adeguare. Per cui: sono coerente in rapporto al mio convincimento attuale, e non a quello passato. Allora ero coerente in un certo modo, ora lo sono in un altro. Si tratta sempre di coerenza.
E pensate che gli amministratori di Santa Maria abbiano capito il mio semplice ragionamento sulla coerenza? Neanche per sogno! Il Sindaco continuava a ripetermi: “Abbiamo promesso in campagna elettorale che non avremmo aderito a una eventuale proposta di fusione, noi perciò vogliamo essere coerenti, anche perché numerosi nostri cittadini ci hanno votato proprio per la nostra scelta”. “Ma, ripetevo, in due anni sono successe tante cose, per cui bisogna ripensarci, ed eventualmente, per non tradire la fiducia della popolazione, interpellarla di nuovo con un referendum. Che cosa vi costa?”. Come parlare al vento!
Non è successa la stessa cosa ultimamente con la recessione parziale dall’Unione? Perché gli amministratori di Santa Maria Hoè non hanno interpellato prima i cittadini, ma hanno deciso da soli, o, meglio, hanno ciecamente e ottusamente obbedito al volere di un sindaco pazzoide, di nome Efrem Brambilla?
Comunque, il grave difetto di non interpellare la popolazione su scelte importanti da fare, è di tutti i Comuni, e lo è stato anche per l’amministrazione Roberta Trabucchi, prima sindaca de La Valletta Brianza: quante volte la invitavo a indire incontri pubblici con la popolazione, prima di decidere su proposte di un certo impegno economico e anche di importanza per la cittadinanza, vedi Via Brusadelli, Centro di Perego e soprattutto l’intervento per il restauro di Villa Sacro Cuore.
Il video che vi propongo che riguarda la “Storia grottesca di un ecomostro” vuole dimostrare quanto si possa essere miopi e anche delinquenti (ogni sfregio all’ambiente è un delitto!), quando si concedono scriteriatamente permessi edilizi che gridano vendetta non tanto al buon senso, ma a cittadini di un paese che esige limiti di espansione, per evitare di mettere a rischio la stabilità fisica con possibili smottamenti, per dire anche solo un aspetto del tutto negativo.
Pensate: in quel momento di lotta avevo privatamente interpellato un geologo che conosceva benissimo il terreno del Comune di Perego, e mi aveva detto: “Il terreno su cui vogliono costruire una serie di villette, o forse peggio, è franoso!”.
E il sindaco di allora, Paola Panzeri, interpellata da me, mi aveva risposto che non si poteva andare contro permessi già inoltrati, lanciando provocatoriamente una proposta: “Comperiamo tutti insieme quel terreno”. Al che avevo risposto: “Benissimo! Facciamolo! Io sono pronto a dare una certa quota!”.
M’incazzo quando mi prendono per i fondelli!

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