www.huffingtonpost.it
11 Maggio 2024
Il Vaticano fino al 2018
ha investito anche nella pillola
di Maria Antonietta Calabrò
Per oltre vent’anni acquisizioni in fondi che possedevano azioni di ditte farmaceutiche che producono anticoncezionali, considerati dal Papa pericolosi come le armi. È emerso nel processo contro il cardinale Becciu e gli altri imputati del processo sul palazzo di Londra
«Gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e i contraccettivi: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita», ha tuonato Papa Francesco intervenuto agli Stati Generali della Natalità, venerdì 10 maggio. Eppure cinque anni fa il Pontefice ha fatto la sorprendente scoperta che c’era anche il Vaticano a finanziare società farmaceutiche i cui profitti vengono in larga parte dai contraccettivi. È stata questa una delle “rivelazioni” emerse durante il processo vaticano contro il cardinale Angelo Becciu ed altri 9 imputati, finito a metà dicembre 2023 con 9 condanne ed una sola assoluzione.
Questa affermazione è contenuta in una delle due denunce che hanno portato all’avvio delle indagini, quella del Revisore generale del Vaticano Alessandro Cassinis Righini che l’8 agosto 2019 ha consegnato una relazione circostanziata all’allora Promotore di Giustizia, Giampiero Milano. «Su richiesta della Superiore Autorità, (e cioè del Papa, ndr) l’Ufficio del Revisore Generale (URG) nell’autunno 2018 ha svolto una analisi sui principali processi e relativi dati patrimoniali ed economici della Segreteria di Stato (SdS) al 31 dicembre 2017, in seguito aggiornata con i dati al 30 settembre 2 0 1 8 (c.d. “revisione specifica”)», si legge nell’esposto. «Da tale analisi sono emersi elementi che possono prefigurare dei reati – si legge ancora nella denuncia agli atti del processo- che questo Ufficio ritiene di segnalare all’Ufficio del Promotore di Giustizia come previsto dall’Art. 4, 83 lett. c) del proprio Statuto».
E viene spiegato: «Su un totale di 586 milioni della Sds, importo complessivo di 437 €/mln risulta impiegato in Fondi che a loro volta investono in titoli di cui il cliente non viene messo a conoscenza e che potrebbe non condividere. Da una verifica fatta dall’URG sono apparsi investimenti in titoli che potrebbero comportare anche un rischio reputazionale per la Santa Sede (es. i titoli del Sultanato dell’Oman, Popolare di Vicenza, Federazione Russa, titoli di aziende farmaceutiche che producono anticoncezionali)». La maggior parte dei Fondi quotati hanno mostrato peraltro nel 2018 rendimenti negativi.
«Questo dell’investimento in case farmaceutiche che producono anticoncezionali è stata una caratteristica per oltre 20 anni, fino al 2016, del Vaticano che ha investito anche in un’industria che produceva la pillola del giorno dopo». Ad affermarlo in una intervista alla trasmissione Report del 2021 è stato il primo revisore generale vaticano, Libero Milone, secondo la quale «attraverso l’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la Segreteria di Stato ha posseduto quote azionarie per un valore di circa 20 milioni di euro in due industrie farmaceutiche che producevano la pillola del giorno dopo». Milone, ex Deloitte, che ha spiegato che «l’Apsa aveva investito in alcune società farmaceutiche che noi consideravamo investimenti di carattere rischioso perché non rispondevano alla dottrina sociale della Chiesa».
La pillola del giorno dopo, come la pillola dei cinque giorni dopo, è un contraccettivo d’emergenza per il quale non è necessaria la ricetta. La posizione del Vaticano è da sempre chiara: pur riconoscendo che si tratta di un farmaco contraccettivo e non di un farmaco abortivo, il Vaticano chiede l’obiezione di coscienza sulla prescrizione di tale farmaco. La stessa denuncia è stata allegata da Milone alla memoria presentata presso il Tribunale vaticano nel 2022 per ottenere un risarcimento dopo il suo “licenziamento” su due piedi , nel 2017. Ma il suo ricorso è stato respinto.
Commenti Recenti