Il grido del Patriarca di Gerusalemme: “A Gaza situazione disumana, la politica di Israele è inaccettabile”
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Il grido del Patriarca di Gerusalemme:
“A Gaza situazione disumana,
la politica di Israele è inaccettabile”
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa ha denunciato la catastrofe umanitaria in atto e puntato il dito, senza più reticenze, contro le responsabilità dirette del governo israeliano.
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11 Giugno 2025
Un’accusa senza precedenti, netta, che rompe ogni ambiguità diplomatica. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, ha scelto di parlare con chiarezza, dando voce a un’indignazione crescente che attraversa il mondo umanitario e religioso di fronte al massacro in corso nella Striscia di Gaza.
Intervistato da RaiNews24, Pizzaballa ha denunciato la catastrofe umanitaria in atto e puntato il dito, senza più reticenze, contro le responsabilità dirette del governo israeliano.
“Quello che il governo, la politica israeliana sta facendo a Gaza è inconcepibile e inaccettabile e dev’essere detto con molta chiarezza. Condannare questa politica non significa condannare l’ebraismo, ma bisogna essere onesti e netti: quanto accade è intollerabile.”
Parole pesanti, che assumono un valore eccezionale proprio per la fonte da cui provengono: non un attivista o un politico, ma il massimo rappresentante cattolico nei Luoghi Santi, il Patriarca della città simbolo delle tre religioni monoteiste. Il cardinale Pizzaballa non si è limitato a un giudizio politico, ma ha restituito l’immagine concreta della devastazione in corso nella Striscia.
“La situazione resta disastrosa, drammatica e disumana. Il sistema sanitario è completamente saltato, mancano medicinali, igiene, acqua. Il cibo scarseggia da mesi e la popolazione è letteralmente affamata. Sono esterrefatto. Non riesco a comprendere il senso di tutto questo. È qualcosa che va oltre ogni limite comprensibile.”
Parla con toni quasi biblici, il Patriarca, nel descrivere la realtà di Gaza: un territorio trasformato in un inferno a cielo aperto, dove le prime vittime sono sempre le stesse, gli ultimi.
“Questa guerra la stanno pagando i poveri, le donne, i bambini. Non dimentichiamolo: non solo soffrono la fame, ma non possono più andare a scuola. È una situazione disumana. È una cosa che noi religiosi gridiamo al cospetto di Dio.”
Questa denuncia, arrivata da una voce autorevole e non sospetta di parzialità, squarcia il velo su una narrazione dominante spesso sbilanciata o ambigua, che elude la realtà concreta dei crimini compiuti a Gaza. Il Patriarca richiama alla responsabilità morale e politica l’intera comunità internazionale, e implicitamente denuncia l’assordante silenzio di molti governi occidentali, complici per omissione.
Le sue parole non sono solo un atto di testimonianza, ma anche un appello urgente alla coscienza collettiva: la catastrofe di Gaza non può più essere giustificata, taciuta o normalizzata. Non si può accettare che una politica di guerra e punizione collettiva venga scambiata per legittima difesa. Il confine tra diritto e sopraffazione è stato da tempo oltrepassato, e chi ha voce, oggi, ha il dovere di parlare.
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