di don Giorgio De Capitani
Che dica bugie per salvare chissà che cosa (la faccia o facciata, la struttura fondata sulle ipocrisie?), è fuori discussione. Tutti i giorni ne ho le prove.
Non giudico la buona fede (solo Dio riesce a capirci qualcosa!), ma sto ai fatti, e i fatti contano più della buona intenzione, se quest’ultima mette in dubbio i fatti stessi.
E i fatti sono lì a dimostrare che la Curia (mi riferisco in particolare a quella milanese) copra la realtà della verità, che, siccome è scomoda, bisogna “falsificare”, magari in nome di quel regno di Dio, dove la zizzania cresce accanto al buon grano. Forse già Cristo pensava alla “sua” Chiesa che, lungo i secoli, non avrebbe fatto altro che seminare zizzania, bruciando il buon grano.
Mi sono deciso a intervenire un’altra volta sulla Curia milanese, dopo aver letto stamattina un articolo che parlava dell’ingresso di don Isidoro Crepaldi a Valmadrera (Lecco), il successore di don Adelio Brambilla, che era stato spostato, a quanto appare, in modo del tutto scriteriato e disumano dalla sua Comunità.
Tutti ne hanno parlato. Basta leggere anche i giornali locali. Ho parlato direttamente con Don Adelio, il quale mi ha espresso tutta la propria amarezza per il come era stato trattato dalla Curia.
Un dato è certo, a parte le motivazioni (ho sentito solo una campana!): Don Adelio non ha rinunciato “spontaneamente” alla parrocchia di Valmadrera. Gli è stato imposto di lasciarla, in poco tempo, senza un preavviso, senza un dialogo.
Sono rimasto di nuovo scandalizzato (perché poi dovrei scandalizzarmi, visto che è l’andazzo pastorale della Curia milanese?), leggendo quanto segue (dal Decreto firmato dall’arcivescovo Mario Delpini): «La parrocchia si è resa vacante per la rinuncia di don Adelio Brambilla, esigendo così la nomina di un nuovo pastore».
Perché non dire che don Adelio ha rinunciato, perché è stato costretto a farlo? La gente non è tutta allocca: almeno quelli del paese sanno come sono andate le cose. Però la Curia butta tutto sul vago o, meglio, butta fumo negli occhi, come se tutto debba far parte di quel progetto divino (che è poi una interpretazione ecclesiastica del tutto soggettiva!), in cui tutto deve rientrare: anche la mutilazione della personalità umana dei ministri di Dio, costretti non a servire in coscienza e libertà di spirito il mondo del Divino, ma il mondo del Maligno che sa ben camuffarsi sotto le vesti di una Chiesa, a cui basta poco perché resti ben presto in mutande.
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Il termine “ipocrisia”, per quanto abbia sperimentato nel corso della mia non brevissima vita trascorsa, è basico in ambienti cattolici. Forse per “gli scribi e i farisei”, quindi per quanto riportano le stesse Scritture. Io sono stato educato in quegli ambienti, ma devo dire che, stanti le situazioni che vedo ed anche esperimento, peraltro in maniera sempre più indiretta, anziché convergere con esso, quanto a convinzioni, ne divergo sempre di più. … e mi pare che le menzogne non alberghino solo “ai piani bassi” ma anche a quelli più eccelsi! E, allora, mi chiedono: che gioco è mai questo?… perché sorprendersi?… ed, infine, perché restare in una congrega di bugiardi? Non credo che Dio sia bugiardo… Ad maiora!
Il grande pensatore Agostino di Ippona nei discorsi sui pastori scrive: “Fate quello che dicono e non fate quello che fanno”. E’ una frase che sentivo spesso quand’ero giovane. Qui è peggio. Non solo non fare quello che fanno (vedi la rimozione di don Adelio) ma non fare quello che dicono. Come possano dei preti essere leghisti, Dio solo lo sa. Come le chiese autocefale ortodosse. Quello che Martini ha costruito (lo dico da non credente) Delpini lo sta distruggendo. Per ignoranza o per malafede Dio solo lo sa. Penso che come per la Raggi, questa distruzione è dovuta alla sua incapacità. Che Dio, se esiste, provveda in fretta per il bene suo e ma più per quello nostro.
Bentornato don!
Pensavo le avessero chiuso la bocca dall’alto. Le cose non cambieranno mai. Nella mia parrocchia è cambiato il vicario e siamo ripiombati nel clericalismo più spinto. Restaurazione di gesti liturgici che non hanno senso; attenzione al ripristino di una liturgia pomposa….manca solo che si ritorni a celebrare di spalle. E’ sempre più dura recitare quella parole “credo la chiesa…etc”. Speriamo di farcela.