Crimini contro il Pensiero!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Crimini contro il Pensiero!

Certi crimini si pagano a lungo, e forse si pagheranno per l’eternità.
Non parlo dei crimini che sono le guerre per la conquista di terre o di popolazioni. Parlo dei crimini che opprimono o vorrebbero ammazzare il Pensiero.
E se il Pensiero non potrà mai essere soffocato e tanto meno ucciso, tuttavia la sua anche momentanea lontananza può produrre un tale vuoto da lasciare l’umanità in un buio terrificante.
Certo, il Pensiero può essere illusoriamente sostituito, e così l’umanità sembra illuminarsi alla luce di un progresso tecnologico, che però rende l’essere umano un robot da azionare a piacere della stessa tecnologia, che non cessa di incatenare le anime rese quasi giocattoli come trottole impazzite.
Ma come si può parlare di anime dio robot fuori controllo?
Mi chiedo dove sia oggi l’anima o, meglio, lo spirito dell’essere umano?
Bandito dal corpo, soffocato dalla tecnologia impazzita, lo spirito sembra una realtà inconsistente, ma soprattutto inutile: un lusso di chi se ne sta a oziare tutto il giorno, trastullandosi con il Pensiero, retaggio di un passato sempre più lontano e decrepito.
Eppure, a quei tempi lontani, e che per fortuna non sono più ripetibili (così pensiamo e ci auguriamo!) il progresso era già una realtà, e si chiamava civiltà: una Civiltà dove accanto ai vizi sempre esistiti erano vive anche le virtù che oggi si ha paura perfino a nominare, per non essere ridicolizzati da una società, che ha fatto dei vizi virtù quasi sacrosante e intoccabili: oggi tutto è lecito tranne la virtù, proprio perché sono venuti meno i cardini della Civiltà.
La virtù non viene più insegnata, nemmeno ai comunicandi e ai cresimandi, per non parlare poi della catechesi giovanile, dove sembra esista solo “fare gruppo” attorno a una pizza. Al massimo, si parla dei grandi problemi planetari che riempiono la bocca, quando però la pancia è piena, e se ci si impegna in un po’ di volontariato, il gesto finisce il giorno stesso in cui è iniziato.
Il Pensiero non trova più spazio in una società dove ci si soddisfa, ma nella pelle o al massimo nella psiche, ma senza mai attraversarla per scendere nel profondo dell’essere umano.
Oggi si naviga in superficie, e ogni occasione è buona per lasciarsi ammaliare dalle sirene.
Il Pensiero è come scomparso, per colpa di una tecnologia di pelle, e di una religione che corre dietro ad una società che puzza di pelle.  
Quando parlo di pelle, intendo parlare di pancia da nutrire, anche di lavoro, di casa, di benessere materiale.
Tutto è una questione di pelle, anche l’emergenza umanitaria. Pelle, e solo pelle.
Tutto resta fuori, in superficie.
Una cosa da far paura, tanto più che il corpo effettivamente ne soffre; e ne soffre, ma al buio, nella disperazione di una solitudine di pelle.
Questo è il dramma di oggi: una solitudine di pelle!
Eppure, una via ci sarebbe per salvarci o, per lo meno, per uscire da una disperazione di pelle: ritrovare la via della interiorità, di un Pensiero che non è una soluzione puramente intellettuale, ma la scoperta di quell’essere, dove lo spirito assopito può essere risvegliato e riattivato, pronto a riprendersi la rivincita.
Lo Spirito è Pensiero, e il Pensiero è Spirito. Quando parlo di Logos, tanti sorridono come idioti, a cui preme solo la pelle di una carne putrefatta.
L’unica via di salvezza non è il progresso tecnologico, non è l’economia e non è nemmeno la religione, neppure la Chiesa, ma la riscoperta del Pensiero, sepolto sotto una montagna di cose e di strutture, di riti e di menzogne.
Dissotterrare il Pensiero è un obbligo di Civiltà!
Ateo o non ateo, il Pensiero è la Mente divina del cosmo, in ogni sua particella vitale.
Ci sono ottusi e ciechi che vedono solo la pelle, e la peggiore specie sono i credenti che fanno anche di Dio una questione di pelle.
13 gennaio 2018
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

2 Commenti

  1. don ha detto:

    I crimini contro il Pensiero vengono dal Vaticano e non parlo del passato ma dell’attuale …. in nome della Misericordia, guai a chi la pensa diversamente dal Papa della Misericordia!

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