da Il Riformista
Ma non era lo scandalo del secolo?
Il caso Consip non esiste più,
Romeo assolto: Travaglio a lutto
Piero Sansonetti — 10 Gennaio 2023
Il Caso Consip si è concluso con un’assoluzione generale. Lo scandalo Consip non c’è più. Era una balla, una bolla di sapone. Con gioia di alcuni (tra i quali la signora verità) e lutto di altri. Tra un po’ vediamo chi. La famosa gara Fm4, con in palio appalti per quasi tre miliardi di euro, si svolse regolarmente, non ci fu alcuna turbativa d’asta. Il tribunale di Roma ha deciso così, al termine di un lunghissimo processo penale ed un estenuante e battente processo mediatico, ricco di gogne, accuse infondate, linciaggi morali. La Corte ha detto che il fatto – cioè la turbativa d’asta – non sussiste.
Il caso Consip era tutto lì: nell’ipotesi che quella gara ricchissima fosse stata truccata. Il processo e la campagna giornalistica costarono molto cari ad alcune aziende e ad alcune persone. In termini economici e persino in termini fisici. E produssero invece grossi vantaggi editoriali ad altri, e tanto lavoro – impegnativo, costoso, inutile – ad alcune Procure decise a non mollare l’osso fino alla fine. Benissimo. Ora sappiamo che il Caso Consip non esiste e non esisteva, e formuliamo l’augurio che a questo punto la giustizia si riscatti almeno un po’ chiudendo alla svelta tutti gli altri processi in corso – frammenti del processo principale, che era questo – che non stanno più in piedi perché si attorcigliano attorno a una ipotesi di reato del quale è stata solennemente stabilita la non esistenza.
Vi dicevamo che qualcuno fa festa e qualcuno è in lutto. In lutto sono alcuni settori di un paio di procure, che intorno al caso Consip avevano costruito castelli volanti di ipotesi – che ora non volano più – e un po’ di fama. Ma chi soprattutto è in lutto, in lutto stretto – mi dicono che ieri in redazione il clima fosse da funerale – sono gli amici del Fatto Quotidiano, che almeno dal 2016 battono con una costanza ammirevole sul caso Consip, e lo scandalo colossale di una gara da quasi tre miliardi – la più grande d’Europa – truccata da un gruppo di malintenzionati guidati dal perfido Romeo. Articoli, su articoli, su articoli, e accuse, su accuse, su accuse, e richieste di moralizzazione, di pulizia, di etica, e poi arringhe nelle varie Tv, e tonnellate di editoriali di Travaglio, e interviste censurate, e poi…
Il Fatto aveva preso di mira Romeo anche perché si era convinto, a torto, che Romeo fosse una specie di artiglio di Renzi. Il Fatto voleva il sangue di Renzi. In realtà Romeo e Renzi si conoscono appena e non hanno mai avuto rapporti o interessi comuni né in politica né tantomeno in affari. Semplicemente tanti anni fa Romeo – come ha fatto altre volte con altri esponenti politici – concesse un piccolo finanziamento per la campagna elettorale (primarie) di Renzi, che poi fu sconfitto da Bersani. Contributo elargito alla luce del sole, registrato, fatturato e vidimato. Succede, ai giornalisti, di prendere grandi abbagli. Ad alcuni succede di più, ad alcuni di meno. Pensate che ancora oggi ci sono dei giornalisti convinti che Conte – cioè il socio di governo di Salvini – possa diventare il capo della sinistra italiana…
E poi, però, c’è anche chi è in festa. Per esempio noi del Riformista, perché Romeo è il nostro editore, perché proprio per questo abbiamo studiato e conosciamo bene la vicenda Consip e sappiamo con certezza della sua innocenza – con certezza assoluta – perché conosciamo anche i danni gravissimi che Romeo ha subito da questa fantasmagorica azione penal-giornalistica, perché non ci siamo scordati che Alfredo è stato in prigione per sei mesi, ingiustamente, del tutto ingiustamente, e poi altri mesi ai domiciliari in una casa nella campagna in provincia di Caserta, e che ha ricevuto dei contraccolpi economici molto forti, e ingiusti anche quelli, e che sono state truccate le carte della competizione di questa nuova forma di capitalismo che è il capitalismo giudiziario. Il peggior capitalismo che si possa immaginare.
Ieri sera, dopo la proclamazione della sentenza, gli avvocati di Romeo, Gian Domenico Caiazza e Alfredo Sorge, hanno rilasciato una breve dichiarazione. Che trascrivo: “Viene smentita anche in questo processo l’impostazione accusatoria che aveva infondatamente contestato il reato di turbativa d’asta all’avvocato Romeo pur in assenza di qualsivoglia elemento a carico e viene ancora una volta accertata la correttezza dell’operato della società Romeo Gestioni nella gara Fm4 come già acclarato in altri giudizi”. Hanno ragione gli avvocati. A me, personalmente, restano in testa alcune domande molto inquietanti.
Prima domanda: per quale ragione Alfredo Romeo è stato messo in mezzo in questa inchiesta, e trascinato in prigione (unico imputato, unico coinvolto nel racconto degli accusatori ad essere finito in prigione), quando a tutti gli inquirenti un poco avveduti era chiarissimo dal primo momento che non era colpevole di nulla, e a suo carico mai – in nessuno degli svariati processi aperti – è emerso uno straccio di prova? Forse è stato individuato lui come anello debole perché si sapeva che non ha mai fatto parte di nessuna cordata, di nessuna alleanza, di nessuna lobby, ha sempre agito e lavorato e concorso in solitudine e questo, evidentemente – tenendolo fuori dal sistema – lo rendeva più fragile di altri?
Seconda domanda: perché è stato tenuto chiuso in cella per sei mesi (finché non è intervenuta la Cassazione a imporre la scarcerazione)? Forse perché si sperava in quel modo di costringerlo a parlare, ad autoaccusarsi o ad accusare, e comunque a dare un po’ di sostanza ad una imputazione che camminava sull’acqua?
Terza domanda: Il famoso sistema-Romeo, del quale si parla in varie requisitorie di vari processi, evidentemente non esisteva. Benissimo. Del resto era evidente. Qualcuno ammetterà l’abbaglio?
Quarta domanda: nel frattempo sono state emanati provvedimenti e sentenze amministrative che penalizzano la Romeo gestioni per centinaia di milioni sulla base delle accuse penali poi rivelatesi false. Questo errore, pesantissimo, sarà riparato?
Vabbè, fermiamoci qui. E siccome siamo persone gentili e gioviali, e non ce la prendiamo mai, mandiamo anche un abbraccio a Marco Travaglio: non te la prendere, Marco, succede…
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