EDITORIALE
di don Giorgio
In risposta ad alcuni commenti
Recentemente, il giorno 8 gennaio 2024, ho pubblicato sul mio sito un articolo con l’intervista (apparsa il 6 gennaio 2024 su La Repubblica) che la giornalista Serenella Mattera ha fatto alla segretaria del Pd, Elly Schlein, con il titolo sintetico “Meloni mente al paese per coprire le difficoltà. Noi siamo l’alternativa”.
Due sono stati i commenti apparsi sul sito: il primo diceva “Altra nullità!”, riferendosi alla Schlein, commento che ho subito cancellato, perché proveniente dal solito imbecille (il sito non vuole avere a che fare con gli imbecilli!); il secondo, che ho lasciato, dice: “E che alternativa sarebbe? Fino ad ora non ho sentito un programma concreto”.
Non ho risposto a quest’ultimo commento, perché avrebbe richiesto troppo spazio, rischiando di essere una risposta rivolto solo al commentatore. Ho pensato invece di rispondere in questa rubrica “editoriale”, allargando il discorso.
Anzitutto, dire che la Schlein sia un’altra nullità, ritenendo l’altra la Meloni, sarebbe solo una idiozia, visto che ci vuole poco per essere qualcosa di fronte alla Meloni.
Parlando ora di programmi, siamo sempre al solito discorso: che senso ha parlare di programmi o che senso hanno i programmi, quando il programma, ogni serio programma politico, dovrebbe esprimere un pensiero, e più alto è il pensiero più nobile è il programma.
Soffermarsi solo al programma, è cascare come al solito in quel pragmatismo che non ha mai permesso alla Politica di decollare.
Anzi, c’è di più. Il programma è inutile, direi dannoso, quando si limita, come è per abitudine, di elencare una serie di cose da fare. Tra l’altro, una serie di promesse che non saranno mai realizzate, talora per fortuna. Ogni programma è ingannevole, anche quando ci fossero buone intenzioni.
Una battuta: spesso ripeto che, se mi fossi candidato sindaco del mio paese, avrei evitato programmi elettorali troppo dettagliati.
Veniamo al Pd e all’attuale sua segretaria, Elly Schlein.
Tutti vediamo la difficoltà di ricomporre un grande partito di sinistra. I motivi sono tanti, e risalgono nel tempo. Troppe divisioni anche nel passato, e oggi non si vede un leader autorevole, diciamo uno o una “statista”. Forse il problema è il popolo italiano, non solo perché non partorisce più i geni (donne e uomini) del passato, ma soprattutto perché sceglie i populisti, che promettono mari e monti, paradisi terrestri, populisti che hanno l’arte dell’inganno che seduce anche una certa chiesa istituzionale, e quel popolo di Dio che mangia Cristo come se fosse l’antipasto per nutrire un ventre alla tavola dei populisti più merdosi.
Sono purtroppo passati i “bei” tempi, quando la gente, proprio perché povera e oppressa, era solidale e credeva nell’avvento di un mondo migliore. Poi, dopo che Mani Pulite aveva creato un vuoto “politico, è arrivato uno che ha svuotato la testa agli italiani, riempiendola di qualcosa di diabolico che si chiama “avere”.
Da allora la Sinistra si è frantumata, assistendo a quel fenomeno che ho sempre ritenuto il più assurdo, paradossale e allucinante, che ha visto milioni di operai prima comunisti passare di colpo dalla parte di Berlusconi. Il discorso sulla Lega mertiterebbe un lungo capitolo a parte.
Con questo non intendo dire che non ci siano donne e uomini di grande rispetto nella Sinistra, ma: o non sono capaci di imporsi con autorevolezza oppure si lasciano subito travolgere da quel frazionismo di partito che ha sempre caratterizzato anche l’antica Dc.
In Italia ha buon gioco, da sempre, dai tempi di Mussolini, il dittatore, colui (anche donna) che si prende in mano tutto il potere.
Agli italiani in fondo piace farsi comandare, forse perché sono così individualisti e litigiosi che vogliono un unico comandante che detta regole anche per il menu giornaliero. Lo aveva previsto già il grande filosofo, teologo e scrittore danese, Søren Kierkegaard (1813-1855) quando scrisse: «La nave è ormai in preda al cuoco di bordo e ciò che trasmette al microfono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani».
Del resto, noi italiani siamo figli dell’impero romano, che aveva saputo tenere compatti e soggiogati anche i popoli nemici applicando con furbizia quel detto accattivante: “Panem et circenses”, che qualcuno traduce: “una pagnotta al giorno e tanti divertimenti”.
Gli italiani si fanno infinocchiare, ingannare, inculare da qualsiasi populista che passa per la strada che distribuisce apparentemente gratis qualche briciola di pane e facendo il menestrello di cattiva lega.
Berlusconi sembrava il peggio del peggio, ma, in Italia, non si tocca mai il fondo. Ed ecco la Meloni che riesce con tanto consenso incantare una massa di perenni idioti.
Provate a disincantare questi italiani s-cervellati!
La Meloni: una tappetta che nelle situazioni normali di una società “sveglia”, non varrebbe nemmeno un centesimo.
La Meloni: già dire donna, sarebbe come dare un colpo mortale alla dignità della Donna.
La Meloni: un pallone gonfiato a cui basterebbe poco per farla scoppiare, ma nessuno ci riesce perché è tale la massa sverginata di ogni pudore, che si fa la fila per baciare il suo culo.
Questa bastarda, tutta figlia id suo padre, bisogna metterla sulla graticola a fuoco lento (un popolo bastardo ha i tempi lunghi prima di ravvedersi) della sua stessa nullità politica, tutta boria, gas culi-nario.
E che cosa pretendete in una situazione simile? Che un popolo di idioti rinsavisca al primo bagliore di luce?
Ci vorrebbe un miracolo, di quelli strepitosi, per togliere le bende dagli occhi di una massa totalmente cieca.
E allora star qui con le mani in mano ad assistere al più grande osceno spettacolo di un popolo che lecca il culo di una sverginata nel suo essere umano?
Iniziamo a dare fiducia, anche tappandoci il naso, a chi a confronto con una pezzente e bugiarda come la Meloni merita tutta la nostra fiducia.
E la massa s-cervellata? Prima o poi imploderà… I Geni del passato si vendicheranno protestando per il sangue versato per una nazione che, nonostante tutto, è la più bella del mondo.
13/01/2024
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