
da Il Corriere della Sera
L’architetto milanese Alessandro Scandurra
progetterà oltre mille scuole in Ucraina:
«Muri fatti con le rovine e bunker obbligatorio»
di Pierluigi Panza
Nella guerra sono andati distrutti 1663 plessi scolastici. Il progettista già autore dell’ExpoGate ha vinto il concorso internazionale. Edifici monopiano con pareti verdi e spazi giardino

«Attualmente, 1663 scuole in Ucraina sono state danneggiate o distrutte. La nostra missione è dare ai bambini l’opportunità di tornare a sedersi ai loro banchi, trascorrere tempo con i loro amici e socializzare. Dobbiamo fare qualcosa che sia più di una semplice scuola». A ricostruire queste scuole sarà un architetto milanese, Alessandro Scandurra. Il progettista che realizzò l’Expo Gate di Largo Cairoli è risultato vincitore del concorso internazionale «Future School for Ukraine», avviato dal governo lituano per una ricostruzione rapida ed efficiente delle scuole danneggiate a seguito del conflitto. Scandurra ricostruirà, ripetendo schemi modulari, tutte le scuole danneggiate; i primi interventi sono previsti a Kiev e Charkiv.

«Il nostro Progetto — racconta —, si chiama New, Neighborhood for Educational Wonder per ricostruire non soltanto scuole, ma comunità. Le scuole non sono solo luoghi di apprendimento, possono essere spazi accoglienti e persino rifugi, che offrono assistenza, aiuto, supporto psicologico e medico. L’architettura deve rispondere in modo rapido ed efficace, trasformando la vulnerabilità in un’opportunità di rinascita».
Le scuole saranno tutte monopiano, pensate con moduli ripetibili a seconda dei contesti dove sono collocate e con due particolarità: ampi spazi per leisure e sale giochi, musica, incontri e bunker sotterranei richiesti per legge. La configurazione di base è di 10 mila metri quadrati.

Esternamente, «le facciate verdi integreranno i muri realizzati utilizzando le rovine delle abitazioni distrutte dalla guerra. Ciò simboleggia non solo l’approccio del progetto nell’ottica dell’economia circolare, ma anche il desiderio di preservare e trasformare le rovine del conflitto in una memoria preziosa e duratura per costruire un futuro migliore».
Il design di queste scuole utilizza elementi prefabbricati che supportano la modularità e la facilità di trasporto, assemblaggio e disassemblaggio, riducendo i tempi di costruzione e le emissioni di CO2. Il progetto si basa su una griglia di moduli, creando un ampio sistema spaziale che consente configurazioni interne flessibili nel perimetro prestabilito in ciascun luogo dove dovranno sorgere. Le aule saranno spazi adattabili a ogni esigenza e pronte a essere trasformate con l’evolversi delle esigenze della comunità.
«Ci saranno cortili che formano spazi giardino interconnessi, ispirati all’hortus conclusus delle architetture conventuali, che offriranno momenti di bellezza all’aperto. Centrale è anche l’interazione con la luce naturale, che collega gli ambienti interni ed esterni». Questi spazi-giardino funzioneranno come laboratori a cielo aperto.

Il progetto, realizzato in collaborazione con Mykhailo VusKanskyi (Ucraina), è stato presentato a Vilnius e la realizzazione di queste scuole come laboratorio di comunità sarà finanziato dal Fondo Lituano per la Cooperazione allo Sviluppo e l’Assistenza Umanitaria. I modelli campione saranno disponibili per le istituzioni ucraine e i partner internazionali entro la metà del 2025.

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