7 marzo 2021: TERZA DI QUARESIMA
Es 32,7-13b; 1Ts 2,20-3,8; Gv 8,31-59
Un durissimo scontro tra Gesù e i suoi simpatizzanti
La liturgia ambrosiana nella terza domenica di Quaresima offre al credente da meditare un brano di Giovanni, forse la pagina più drammatica, in cui Gesù non ha di fronte i suoi acerrimi nemici, gli scribi e i farisei, ma, come scrive il quarto evangelista, “quei Giudei che gli avevano creduto”, dunque alcuni suoi simpatizzanti.
Ed è questo aspetto che quasi mi spinge a rileggere il brano alla luce di una storia della Chiesa nelle sue contraddizioni interne, ovvero nel rapporto con il suo fondatore, Gesù Cristo. Credo che la Chiesa istituzionale abbia fatto danni alla stessa Chiesa di Cristo, danni maggiori di quelli subìti da parte dei nemici di Cristo. Forse bisognerebbe chiarire chi sono i veri amici o i veri nemici di Cristo.
Rimango sempre colpito, quando leggo la parte finale del brano di oggi, quando Giovanni scrive: “Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio”. Ripeto, a voler lapidare Cristo non erano gli scribi e i farisei, ma i suoi credenti.
I “suoi”
I “suoi”, sempre i “suoi”, sono sempre i peggiori nemici di Cristo. I ”suoi” lo giudicano “pazzo”! Ricordiamo ciò che lo stesso Giovanni scrive nel Prologo: Gesù “venne tra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”.
La prima nemica di Cristo è sempre stata la Chiesa nei suoi organismi istituzionali o carnali. Quando parlo di carnalità nella Chiesa intendo non solo le sue istituzioni o i suoi organismi strutturali, ma anche quel fondamentalismo di fondo, esplicito o implicito, che ha sempre caratterizzato un certo stile pastorale o quell’attaccamento morboso alle tradizioni religiose.
Cristo, dunque, i suoi nemici ce li ha in casa, ovvero la Chiesa istituzionale ha sempre partorito al suo interno il vero nemico di Dio, di quel Dio che ha come rivale l’idolo che la religione fa di se stessa: Dio e anti-Dio in una lotta o contrapposizione tra gli stessi credenti: credenti nel Dio di Gesù Cristo e credenti nell’idolo, immagine distorta del vero Dio.
Non dimentichiamo ciò che Cristo ha detto alla samaritana: “Ma viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità”.
Nella storia millenaria della Chiesa la lotta più drammatica è sempre stata all’interno della Chiesa stessa: tra gli spiriti liberi nello Spirito divino e la carnalità “oscena” di una religione idolatra di se stessa. Vorrei essere ancora più esplicito.
La Chiesa istituzionale, ovvero come religione
La Chiesa istituzionale, dunque come religione, ha sempre tradito lo Spirito della Chiesa di Cristo, proprio perché la Chiesa di Cristo, nell’intento del suo fondatore, non è una religione. Sto male, quando sento parlare del Cristianesimo come se fosse una religione. Il Cristianesimo non è una religione, e se è diventato una religione è per colpa della Chiesa istituzionale, che prima o poi, ma ne dubito, dovrà pur accorgersi del tradimento.
Queste cose vanno dette chiaramente, e non bisogna aver paura delle scomuniche della Chiesa istituzionale, come Cristo non ha avuto paura a definire “indemoniati”, “bugiardi” i suoi simpatizzanti, i quali volevano poi lapidarlo.
Ogni religione è carnale, e poco o per nulla spirituale. Così la Chiesa istituzionale è carnale, e per nulla spirituale. Ma come si può mettere d’accordo tra loro lo spirito e la carne? E per carne intendo un certo modo di intendere la verità: c’è una verità carnale, quella rivestita di formule e di dogmi, e una verità spirituale, che è quella sciolta da schemi o da imposizioni della Chiesa istituzionale.
La verità vi renderà liberi
E qui si entra subito nella polemica tra Cristo e i suoi simpatizzanti.
“La verità vi farà liberi”. Qui sta il punto: la libertà dipende dalla verità, dunque la peggiore schiavitù sta nel porre limiti o dogmatizzare la verità.
Se la verità è infinita, come si può immaginare una verità messa sotto una campana di vetro o sotto vuoto?
La Chiesa istituzionale ha sempre temuto gli spiriti liberi, mandando al rogo, ovvero bruciando i loro corpi, senza neppure rendersi conto che si può bruciare un corpo, ovvero la carne, ma non lo spirito, tanto più se è libero, ovvero sciolto da ogni carnalità.
Una Chiesa carnale che brucia la carne degli spiriti liberi ripete la condanna a morte di Gesù che, mentre muore carnalmente, dona il suo Spirito.
E allora paradossalmente possiamo dire che più la Chiesa istituzionale brucia o scomunica il corpo degli spiriti liberi più libera gli spiriti liberi da una religione che vorrebbe tenere schiavi gli esseri umani.
“La verità vi farà liberi”.
Lo scontro drammatico tra Gesù e i suoi simpatizzanti ha avuto origine proprio dalla libertà della verità, di quella verità che è spirituale, e non carnale. La verità spirituale è quella dello Spirito purissimo, mentre la verità della carne è quella religiosa, che vorrebbe imprigionare la ricerca della verità, bloccando la spirito del proprio essere interiore.
La Chiesa istituzionale non fa che imporre dogmi di fede e di morale, che provengono dalla carne o dalla esteriorità: dogmi che bloccano lo spirito interiore.
Il vero Dio è in noi, e non fuori di noi. Fuori di noi c’è il dio/idolo della religione che vorrebbe imporre la propria mediazione tra la Divinità e lo spirito interiore.
Perché la Chiesa istituzionale condanna, censura e scomunica gli spiriti liberi? Proprio perché sono liberi, e vorrebbero un dialogo interiore con la Divinità.
La Chiesa istituzionale dice perentoriamente: “No, ciò non è possibile, senza la mia mediazione. Al di fuori di me non c’è salvezza!”.
La Mistica dice: la salvezza sta nel proprio essere interiore, perché solo nell’interno del nostro essere c’è la Verità che libera. Fuori di noi c’è una pseudo-libertà che è prodotta dall’inganno che oscura l’intelletto.
Oggi tutti parlano di libertà, e sono schiavi perché ingannati da strutture civili e religiose che impongono il loro potere.
Ci si salva solo rientrando in noi, e solo qui ci sentiremo veramente liberi. Liberi, perché immersi totalmente nel Mistero divino.
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