L’EDITORIALE
di don Giorgio
L’Unico Necessario
Gli antichi parlavano di “amor fati”, lo stesso Nietzsche, e intendevano come amore del fato o del destino o della necessità.
La stessa filosofa francese Simone Weil parlava di necessità, forse da intendere come assoluto volere divino, a cui nulla o nessuno sfugge.
E allora diciamo schiettamente che non si tratta di quella necessità vista come una dea cieca che impone per tutti e per tutto un destino cieco.
Non sarebbe per Simone Weil un controsenso parlare contemporaneamente di necessità e di grazia, come se la grazia fosse qualcosa di impositivo per cui saremmo dentro in un rigido inflessibile sistema di ingranaggi che girano inesorabilmente macinando tutto, anche quella coscienza per la quale il Figlio di Dio è morto sulla Croce?
Siamo chiari.
Sì, siamo necessariamente tesi al Bene Sommo: non potremmo non esserlo!
Dio come Bene Assoluto è il Bene puramente necessario.
Dio è l’Unico Bene Necessario.
Non siamo perciò liberi di concepire un Dion talmente inutile da essere un Ente che ci lascia liberi di navigare nel vuoto.
Noi siamo figli dell’Unico Necessario, e viviamo del puro Necessario.
Senza il Bene Assolutamente Necessario non saremmo figli di Dio o figli di quella Grazia che purissimo Dono gratuito proprio perché è il puro Necessario.
Noi davanti al Bene Unico Necessario non siamo liberi o, se vogliamo esserlo, siamo come satana che si è ribellato al puro Necessario.
L’unica preghiera lecita da recitare è il Padre Nostro, quando invochiamo: “Sia fatta la tua volontà”.
Sic! Basta così.
O Padre, sia fatto il tuo volere!
Con il Bene Assoluto non si discute. Lui ha sempre ragione.
Ogni discussione con il Bene Sommo è perdente.
Alla fine anche il contestatore Giobbe si arrende: Dio l’Immenso è l’Incomprensibile e, in quanto Verità infinita che impone le sue ragionevolezze, le uniche valide, non accetta alcun nostro diritto al dialogo.
Fiat voluta tua!
Sic! Basta così!
Ogni pretesa nei riguardi di Dio, Unico Bene Necessario, è solo imbecillità che si gonfia di orgoglio, destinato a scoppiare appena tentiamo la fuga in quel regno, che è solo carnalità, dove l’inferno è eterno.
E allora che cos’è la Grazia?
È adesione totale al Volere divino, che è quel Bene Assoluto, puramente Necessario, proprio perché Essenzialità radicale.
Di fronte alla Essenzialità radicale non si è liberi di scegliere, come Dio stesso, in quanto Bene Assoluto, non è libero di scegliere se non Se stesso, come l’Unico Necessario.
Ci si crede liberi, quando si è ancora nella fase infantile incapaci di scegliere tra l’essenziale e l’inessenziale. Più ci si distacca dall’inessenziale, più si aderisce alla Realtà essenziale, ovvero al puro Necessario.
Il mondo si crede libero solo perché, staccatosi dal Bene Assoluto, è in balìa di se stesso, come una trottola in balìa del nulla, l’esatto opposto del Divino Necessario.
13/05/2023
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