I casi di morbillo continuano a salire (e i vaccini servono eccome)

da www.avvenire.it
12 luglio 2024
Salute.

I casi di morbillo continuano a salire

(e i vaccini servono eccome)

Viviana Daloiso
Nel nuovo Bollettino dell’Istituto superiore di sanità altro salto dei contagi: sono 717 dall’inizio dell’anno, in tutto il 2023 erano stati 43. Cosa sta succedendo secondo gli esperti
Basterebbe guardare la progressione dei contagi: 15 nel 2022, 43 nel 2023, 717 al 30 giugno di quest’anno. Ma nell’Italia del post-Covid, anestetizzata ormai agli allarmi sulla diffusione di qualsiasi virus, quella che gli esperti definiscono una vera e propria epidemia di morbillo è destinata a non fare notizia. «Macchie rosse e niente di più», si dirà. O ancora: «I bambini l’hanno sempre avuto». Semplificazioni che vanno di pari passo con quelle che si sono sentite negli ultimi giorni anche da parte di alcuni esponenti della Lega, da cui è arrivata la proposta (poi accantonata) di togliere l’obbligatorietà dei vaccini inserita dopo il grande spavento del 2017. Quando in Italia s’erano registrati oltre 5mila casi di morbillo e 13 morti: abbastanza per convincere il governo di allora a intervenire subito.
La storia postata sui social qualche giorno fa dall’infettivologo genovese Matteo Bassetti però dovrebbe far riflettere un poco. A raccontarla in prima persona è un altro Matteo, sconosciuto ai più, che abita sul lago di Garda: «Nel 2010 prima mia moglie e dopo qualche settimana io, abbiamo contratto il morbillo. Mia moglie pensava di essere immune, visto che sua madre lo aveva contratto mentre era incinta di lei. Io, invece, ero stato vaccinato nel 1977 con una sola dose (ad 1 anno di età) e credevo di essere coperto. In ogni caso i nostri figli (all’epoca 2 e 3 anni) erano vaccinati e per fortuna non ne hanno sofferto. Entrambi noi (34 anni io e 35 lei) abbiamo avuto, come complicanza, una polmonite (per fortuna risolta senza problemi). Da quello che abbiamo capito, un bambino che veniva da un viaggio all’estero non era vaccinato e lo ha trasmesso poi a noi. Nel mio caso, purtroppo, le conseguenze sono state molto importanti». Già, perché Matteo non si riprende: dopo diversi esami si procede a un prelievo midollare e gli viene diagnosticata una mielodisplasia che ha colpito tutte le linee primarie (globuli rossi, bianchi e piastrine). «Essendo stato sempre in ottima salute, e avendo due bimbi piccoli di cui occuparmi, oltre al mio lavoro di libero professionista dove la malattia non è contemplata, il mondo mi è crollato addosso». Per fortuna la cosa non è progredita in malattie ben peggiori, come la leucemia o il mieloma, «ma lo spavento non mi ha fatto dormire e vivere per mesi».

Una malattia seria

Altro che macchie, dunque. Il morbillo in realtà è una malattia che può avere un decorso grave e determinare gravi complicanze, fino al decesso. Queste ultime possono presentarsi fino al 30% dei casi (o una percentuale ancora più elevata nei Paesi dove non esistono sistemi sanitari efficienti), soprattutto tra i bambini sotto i 5 anni di età, gli adulti di età superiore a 20 anni, le donne in gravidanza e le persone con deficit immunitario. Gli esiti più seri, spiega l’Istituto superiore di sanità che proprio in queste ore ha diffuso l’ultimo bollettino con la contabilità dei casi, in forte aumento, «sono la polmonite (che può complicare 1- 6% dei casi) e l’encefalite acuta (0,1% o 1 caso su 1000). Altre complicanze includono l’otite media, la laringotracheobronchite, la diarrea, la disidratazione, la cheratite, la trombocitopenia, e le convulsioni febbrili. Il 20-30% dei casi complicati da encefalite acuta ha esiti permanenti a livello neurologico». Non basta ancora: il morbillo associato a carenza di vitamina A è una delle cause più comuni di cecità acquisita nei bambini dei Paesi in via di sviluppo. Non a caso prima dell’introduzione del vaccino, negli anni 60, si verificavano epidemie all’incirca ogni due o tre anni che, a livello globale, causavano un numero stimato di 2,6 milioni di morti ogni anno. E ancora oggi il morbillo è tra le malattie che causano più vittime: si stima che nel 2022 ne siano morte 136.200 persone, per lo più bambini di età inferiore ai cinque anni, la maggior parte dei quali in Paesi sottosviluppati.

La situazione in Italia e le raccomandazioni degli esperti

Tornando alla situazione nel Paese: dal 1gennaio al 30 giugno 2024, in Italia, sono stati notificati 717 casi di morbillo (24,3 casi per milione di abitanti), di cui 151 casi nel mese di giugno 2024, in aumento rispetto ai 131 casi del mese precedente. Secondo il report dell’Istituto superiore di sanità sono 17 le Regioni che hanno segnalato casi dall’inizio dell’anno, di cui sei (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia) hanno riportato complessivamente l’81,6% dei casi. La Regione Abruzzo ha registrato l’incidenza più elevata (64,6/milione). L’89,5% dei casi era non vaccinato e un ulteriore 5,5% era non completamente vaccinato. Ancora: l’età mediana dei casi segnalati è pari a 31 anni; oltre la metà, infatti, sono adolescenti o giovani adulti non vaccinati e un ulteriore 23,8% ha più di 40 anni di età. Tuttavia, l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto i 5 anni di età e sono stati segnalati 34 casi in bambini di meno di un anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati. Sono stati segnalati casi tra operatori sanitari (55 nel 2024) e trasmissione in ambito sanitario e nosocomiale. Il 32,8% dei casi ha sviluppato almeno una complicanza, tra cui sono stati registrati anche 91 casi di polmonite e un caso di encefalite. Nello stesso periodo in esame sono stati segnalati anche due casi di rosolia, classificati come possibili.
«Oltre 700 casi di morbillo nella prima metà dell’anno dovrebbero fare scattare un’allerta sanitaria. Il morbillo è, come la poliomielite, una malattia in fase di eliminazione. Un Paese come il nostro, cioè, dovrebbe notificare zero casi. Invece 717 casi, quasi tutti non vaccinati o vaccinati con una sola dose, rappresentano un problema serio» avverte Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’università del Salento. «La serietà della malattia – continua – è confermata dal numero di complicanze registrate, fra cui anche una encefalite. Il morbillo è l’infezione più contagiosa che conosciamo. Se non si interviene presto, risulterà fuori controllo. Personalmente, resto basito dalla scarsa attenzione che si stia dando a questo problema sanitario da parte delle autorità». Nell’aumento dei casi di morbillo in Italia «c’è sicuramente un aspetto da considerare – avverte l’epidemiologo Massimo Ciccozzi -, ovvero che i vaccini sono vittime del loro successo. Vuol dire che l’incidenza di morbillo era calata molto dopo le immunizzazioni, le persone hanno pensato non ci fosse più e non hanno vaccinato i figli. Intatti l’incidenza più alta, 80 casi per milione di abitanti – molto elevata – la troviamo tra 0-4 anni e riappare la malattia. Poi la curva si riabbassa e riprende tra 16-39 anni, probabilmente sono i genitori e i fratelli della fascia 0-4 anni. Quindi? La vaccinazione è necessaria e non dobbiamo mai abbassare la guardia, ogni virus non controllato riprende il via». «Il morbillo è tornato ad essere un problema nel nostro Paese: i numeri continuano a dimostrarlo – spiega ancora l’infettivologo Bassetti -. Non si fermerà e continuerà a crescere con un migliaio di casi entro fine anno. Ma è la punta dell’iceberg perché ci sono tante diagnosi di morbillo non fatte, casi che sono scambiati per altre patologie. Siamo tornati nel 2024 ad avere a che fare con il morbillo, oltre 700 casi quest’anno vuol dire un aumento di oltre 10-15 volte rispetto al 2023».

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