Avevamo Mario Draghi, capo del Governo, ed è stato fatto fuori da mentecatti e criminali: pensiamo a Giuseppe Conte (il più lurido bastardo, invidioso e vendicativo…), a Matteo Salvini (l’eterno pezzo di merda) e al porco d’Arcore, che finalmente se ne è andato da questa terra, anche se la sua puzza resterà per altri 100 anni.
E ora che cosa abbiamo ereditato? Sì, che cosa? La peggiore scemetta vivente sulla terra: stronzetta, vendicativa, pallone gonfiato, ridicola, e degna figlia di suo padre.
E ora, pezzenti patrioti, tenetevela, magari vi farà godere qualche orgasmo.
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da www.repubblica.it
13 SETTEMBRE 2023
Stato dell’Unione,
Von der Leyen arruola Draghi
e rilancia la propria candidatura alla guida dell’Ue
dal nostro inviato Claudio Tito
Durante il discorso sullo stato dell’Unione a Strasburgo la presidente della Commissione ha annunciato un nuovo incarico all’ex presidente del Consiglio italiano Mario Draghi
STRASBURGO – La Commissione ha portato a termine oltre il 90 per cento degli obiettivi ce si era proposta nel 2019. Nel suo discorso per lo “stato dell’Unione” Ursula von der Leyen traccia il bilancio del suo mandato che scadrà la prossima estate. E lo fa rivendicando il lavoro svolto e confermando alcuni dei capisaldi del lavoro compiuto dalla sua Commissione.
Un bilancio che implicitamente pone le basi della sua ricandidatura. Nessun riferimento esplicito ma la sottolineatura che il lavoro deve essere ancora completato. In questo quadro annuncia una “collaboratore” d’eccezione: Mario Draghi. Al quale la presidente della Commissione ha chiesto un’analisi sulla competitività dell’Ue. L’ex premier italiano, insomma, torna in punta di piedi dentro le Istituzioni europee.
“La nostra Unione – ha spiegato Von der Leyen nell’aula di Strasburgo – oggi riflette la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la seconda guerra mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone lavorerebbe insieme per condividere pace e prosperità. Credevano che l’Europa fosse la risposta all’appello della storia”. Per questo “l’Europa, ancora una volta, deve rispondere all’appello della storia”.
Le sfide principali sono lavoro, inflazione e contesto imprenditoriale. “Per questo motivo – è il suo annuncio – ho chiesto a Mario Draghi – una delle più grandi menti economiche europee – di preparare un rapporto sull’argomento il futuro della competitività europea. Perchè l’Europa farà “what ever it take” per mantenere il suo vantaggio competitivo”.
L’inquilina di Palazzo Berlaymont, dunque, vuole preparare al meglio gli ultimi 300 giorni di lavoro prima delle elezioni europee sapendo che c’è ancora molto da fare. Dal Green Deal ai migranti (“Il nuovo patto è vicino”) fino alla lotta inflazione su cui la Bce è attesa da un “lavoro lungo”. Dal confronto con la Cina ai cambiamenti climatici (“il mondo è in ebollizione”) fino all’allargamento dell’Unione a est a partire dall’Ucraina.
Da oggi, però, dopo l’intervento di Vonder Leyen torna soprattutto in campo Mario Draghi.
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