Ecosofia

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Ecosofia

Vorrei parlare di ecosofia. Spieghiamo anzitutto la parola.
Ecosofia è composta di due termini greci: οἶκος, òikos, casa, organizzazione domestica, habitat, ambiente naturale; e σοφία, sofìa, conoscenza, sapere, saggezza. Quindi, ecosofia potrebbe significare «saggezza dell’ambiente».
Il termine ecosofia è stato utilizzato per la prima volta dal filosofo Arne Næss all’università di Oslo nel 1960, ed è il fondamento del movimento di Ecologia profonda, che invita ad un rovesciamento della prospettiva antropocentrica: l’uomo non si colloca alla sommità della gerarchia dei viventi, ma si inserisce al contrario nell’ecosfera; l’uomo è una parte nel Tutto.
Il filosofo e psicanalista francese Félix Guattari sviluppa la nozione di «ecosofia» nell’opera Le tre ecologie, del 1989:
– l’ecologia ambientale, in rapporto alla natura e all’ambiente;
– l’ecologia sociale, in rapporto alle realtà economiche e sociali;
– l’ecologia mentale, in rapporto alla psiche, il problema della produzione della soggettività umana.
E veniamo al nostro filosofo e teologo ispano-indiano Raimon Panikkar, il quale utilizza il termine “ecosofia” in molti dei suoi testi (cfr. ad esempio Ecosofia: la nuova saggezza. Per una spiritualità della terra, Lampi di stampa, 2001).
Con questo termine Panikkar intende la saggezza che è propria della terra in quanto soggetto, in quanto vivente ed in quanto “madre” (molte culture usano ordinariamente l’espressione “madre terra”) che sa (ed in questo è saggia) come prendersi cura delle sue creature. Piuttosto che l’antropocentrismo, a suo avviso parziale e sbilanciato, Panikkar propone il cosmoteandrismo (cosmo-dio-uomo).
Secondo Panikkar la “saggezza della Terra” va intesa come la nostra saggezza sulla Terra e come la saggezza stessa della Terra, che devo saper ascoltare e interpretare. Ma questo esige – afferma Panikkar – ancora una volta il superamento della ragione e l’apertura del terzo occhio
Panikkar parla di tre occhi. Già nel Medioevo Ugo da San Vittore parlava di “oculus carnis, oculus mentis, oculus spiritus” (occhio della carne, occhio della mente e occhio dello spirito). Sono le tre finestre o le tre porte che abbiamo per entrare in contatto con la realtà.
L’occhio dello spirito è l’occhio della contemplazione, l’occhio mistico.
Dobbiamo sconfessare Descartes, il padre del pensiero moderno, che definiva l’uomo come «maître et possesseur de la nature», «padrone e possessore della natura». Noi dovremmo esserne, invece, i fratelli – dice Panikkar, attingendo all’insegnamento dei mistici di ogni tempo e in particolare al Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi – e prenderla per mano. Torniamo all’armonia con la Terra – invoca il grande maestro – torniamo a un atteggiamento capace di trasformare le cose accettandole, e di conoscerle senza far loro violenza. La Terra non ha una razionalità come quella degli uomini, non ha una vitalità simile a quella degli animali e delle piante, ma la terra è viva, invecchia, si riproduce, ricorda, ha ripetutamente affermato Panikkar.
Commenta Guido Bissanti:
«Ecosofia è quindi il fondamento per una reale armonia dell’umanità. Di una storia dell’umanità giunta al capolinea di un modello colonialistico. Un modello colonialistico evolutosi dall’espansionismo geografico e governativo a quello capitalistico e dei mercati da “conquistare”.
Dentro l’ecosofia v’è il principio più profondo dello studio, della osservazione dei principi della natura e delle sue “logiche”. Logiche che sono diametralmente opposte ai concetti colonialistici e capitalistici… Il capolinea dell’espansionismo capitalistico ha manifestato tutti i suoi limiti quando ha iniziato a scontrarsi con gli effetti sempre più evidenti di un mondo tendente alla globalizzazione. Una globalizzazione che non è il presupposto per perpetrare le mire dei potenti del capitale ma la reale condizione di una umanità sempre più condivisa e tendente ad un’unica filosofia e spiritualità. Quella stessa spiritualità che solo un contatto reale con i principi della Natura può essere garantita all’Uomo.
L’Ecosofia non è una filosofia, come i tecnocrati e gli scienziati di dubbia conoscenza vorrebbero far capire: è la vera Scienza del terzo millennio. Quella scienza che permetta all’Umanità di traghettare verso quel modello sociale che tenda a divenire corpo unico. Un corpo unico multidiverso e pieno di trasmissione dei valori della diversità. Valori che non sono sul “mercato” dei Potenti e delle Multinazionali.
La globalizzazione che sembrava il presupposto ed il luogo per il definitivo dominio dei Dinosauri dell’economia diventerà invece il territorio del loro lento declino. Quando la Storia cambia pelle, come nelle mute degli insetti, i primi a soccombere sono coloro che sembravano inarrestabili. Ne sanno qualcosa i Dinosauri».
(5/continua)
13 ottobre 2019
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

Lascia un Commento

CAPTCHA
*