La Chiesa e i suoi dogmi restrittivi

L’EDITORIALE
di don Giorgio

La Chiesa e i suoi dogmi restrittivi

La Verità, di cui la Chiesa si dice unica depositaria, non può essere democratica, ovvero soggetta ad un consenso popolare.
La Verità “è”, e non cambia neppure se miliardi di uomini/donne dovessero stabilire che essa “non è”, o è diversa da quella che “è”.
La Verità è Assoluta, perciò, come dice la parola “assoluta”, è sciolta da ogni legame, da ogni giudizio, da ogni voto.
Se anche miliardi di uomini/donne dovessero decidere che il sole non esiste, il sole c’è.
Certo, possiamo anche dire che la Verità è dogmatica, ma attenzione: dogmatica in tal caso non vuole dire che la Verità possa essere dogmatizzata (irrigidita in uno schema) dalla religione.
La Verità “è”, e proprio per questo ingabbiarla in una formula o in uno schema sarebbe una violazione di ciò che la Verità “è”, ovvero infinita, perciò sempre da cercare, da approfondire.
La Verità non è mai un traguardo, ma un cammino: se è infinita, come Dio è infinito, non potrà mai essere chiusa in un dogma di parole che proibiscono ogni ricerca ulteriore.
Simone Weil, di origini ebraiche, rimase attratta dal cristianesimo, meno dalla Chiesa istituzionale, nella quale non ha mai voluto entrare a far parte. Una delle ragioni era il fatto che la Chiesa, imponendo i suoi dogmi, aveva chiuso il cammino della Verità. Nella sua “Confessione di fede” professa: “Non riconosco alla Chiesa alcun diritto di limitare le operazioni dell’intelligenza o le illuminazioni dell’amore nell’ambito del pensiero… Non le riconosco il diritto di imporre i commenti di cui circonda i misteri della fede come se fossero la verità; e ancor meno il diritto di usare la minaccia e il timore esercitando, per imporli, il suo potere di privare dei sacramenti”.
Certo, Simone Weil non intendeva interferire negli affari interni di una Chiesa istituzionale, di cui non faceva parte, ma non ha voluto farne parte proprio perché la Chiesa istituzionale con i suoi dogmi voleva imporre dei limiti alla ricerca del pensiero. Per la Weil il pensiero non va ingabbiato, proprio perché conduce a Dio, che è infinitamente Verità, da cercare e da approfondire senza mai stancarsi.
14 marzo 2020
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

5 Commenti

  1. Palumbo Bartolomeo ha detto:

    SIMONE WEIL e matteo salvini a cnfronto?Via,non scherziamo con le cose serrie.Comunque:bellissimo commento!!!!!!!CIAO?

    • Luigi ha detto:

      Bartolomeo nella domanda che pongo tra la grande (mistica) Simone Weil e il piccolo (bigotto) Matteo Salvini c’è già la risposta. Il salmo 1 o delle due vie inizia con “Beato l’uomo (Simone Weil) che gli empi (Matteo Salvini) non segue … Albero alto (la grande Simone Weil) piantato sul fiume … Ma non così, non così degli empi! (Matteo Salvini) pula che il vento disperde … Iddio veglia il cammino dei giusti (Simone Weil), mentre gli empi (Matteo Salvini) finiscon nel nulla. Il cammino di Simone Weil da atea alla scoperta di Cristo è ben diversa da quella di Matteo Salvini dai centri sociali al Cristo e alla Madonna di una chiesa bigotta tipo Radio Maria. Una chiesa che s’inchina (vedi Ruini con Salvini e Berlusconi) con gli atei devoti e non con gli spiriti liberi come quel Gesù di Nazareth del quale ne celebrano la memoria. Non serve aver fede se non si fa esperienza come Maria sotto la croce di quella voce tenue del silenzio che non ha bisogno di incontrare il Risorto perchè vive dentro di lei.

  2. simone ha detto:

    Eppure la Chiesa, lo ricorda specialmente in questa domenica di Abramo, dice che l’unica strada che conduce a Dio è quella da percorrere all’interno e in comunione con la Chiesa.
    Io sinceramente son troppo piccolo per poter entrare in queste discussioni. Ci son dei segni, costanti ed evidenti, che mi mostrano una Chiesa troppo distante dall’immensità di Dio. La sua materialità, mondanità, la costante ricerca di protagonismo, l’inquietudine davanti ai segni dei tempi. Avvicinarsi a Dio, per me, significa staccarsi da ogni cosa mondana, non solo denaro ma anche capacità, doti; credo che ci si avvicini in profonda umiltà e con assoluta speranza e gioia. La salvezza della propria anima è un concetto che è passato in secondo piano. Oggi c’è prima l’affermazione personale, il bombardamento mediatico, l’essere sempre al centro di ogni situazione. La Chiesa mi sembra più preoccupata di essere visibile, al centro dei discorsi, coinvolta; non di concorrere alla salvezza dei fratelli. Molti comportamenti mi portano a questo dubbio. Conoscendo dall’interno molte comunità mi sembra che l’interesse e il fine ultimo dei cristiani sia molto materiale. Per questo penso che un dialogo faccia a faccia nella purezza dell’animo, possa aiutare a camminare sulla via che porta alla salvezza.

  3. Luigi ha detto:

    La Verità è. E’ la sorgente dell’acqua che zampilla. E’ la sorgente del fuoco del roveto che non si consuma. E’ la sorgente del mormorìo di un vento leggero. E’ la voce tenue del silenzio. E’ la sorgente … La Verità è … La Verità è la sorgente della bellezza del creato. E “la bellezza del creato è il sorriso di tenerezza che Cristo rivolge a noi tramite la materia. Egli è realmente presente nella bellezza dell’universo. L’amore per questa bellezza deriva da Dio, che è disceso nella nostra anima, e ritorna a Dio che è presente nell’universo. Anch’esso è quindi simile a un sacramento” (La grande Simone Weil nell’ Attesa di Dio). E’ più cristiana l’ebrea Simone Weil o i cattolici secondo Matteo (Salvini) che ricevono le perle (gettate ai porci)?

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