Non hai che una via per zittirmi: usare la pistola!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Non hai che una via per zittirmi: usare la pistola!

Sapete qual è la stridente insopportabile contraddizione di questa balorda società, strutturalmente e ontologicamente (nella sua essenza) incapace di penetrare con sguardo critico nella realtà tanto complessa, alienata e alienante da essere maledettamente inestricabile nelle sue ingannevoli seduzioni?
In che cosa consiste la contraddizione?
Sta nella condanna inesorabile per quegli spiriti liberi, che nella loro lucida diagnosi scendono nel profondo dell’essere umano, scuotendo le coscienze assopite e scandalizzando le anime pie o le “figlie di maria”, che, appena sentono una mezza critica troppo pungente o irriverente contro qualche istituzione ecclesiastica, si segnano con l’acqua santa, come se avessero visto le oscenità di qualche demonio in carne ed ossa.
E queste anime pie o “figlie di maria, anche di genere maschile, non si accorgono che il demonio è talmente ingannevole da assumere qualsiasi forma, anche nei ranghi più alti della gerarchia ecclesiastica.
Noi pensiamo che gli ossessi siano poveracci di bassa plebe, finiti nelle mani di qualche forza satanica che si diverte, sghignazzante, a impadronirsi dei loro corpi e delle loro menti, ma dimentichiamo che l’inganno del Male si fa carne nelle alte sfere, dal papa tutto fumo via via fino ai monsignori più schifosi e pedofili.
E così assistiamo a questa grottesca contraddizione: non si sopportano gli spiriti “vivaci” e “irrequieti”, che amano la libertà di pensiero critico (nel campo civile e nel campo religioso) e li si contestano come arroganti supponenti criticoni, quasi demoniaci e ossessi, quando in realtà i veri arroganti supponenti criticoni nei riguardi degli spiriti liberi sono proprio quelle povere vittime della società balorda e ingannevole, tanto più vittime quanto più schiave del potere civile e religioso, mentre i più smaliziati perversi le mandano in  avanguardia, lasciandole così bruciare ancor prima di crescere e di conoscere l’arte dell’inganno.
Mi si accusa di criticare su tutto e su tutti, senza alcun rispetto né per politici né per i capi della Chiesa, e chi mi accusa non si accorge di cadere nel tranello del potere ingannevole, che vuole solo sudditi tutti proni a leccargli anche il culo sporco.
E queste mezze calzette di poveracci sono sempre pronti con la loro lingua, sporca di merda del culo dei loro caporioni,  a versare veleno su coloro che vivono fuori da ogni sudditanza, fuori da ogni schema omologante, fuori da ogni struttura vincolante.
In ottant’anni ne ho viste di cose, belle e brutte, ho fatto esperienze buone e non buone, ho lottato e talora ho perso, sempre però con la cocciuta volontà di uscire dal male e di affrontare ogni pericolo, puntando al meglio.
E ora il meglio è qui: nella libertà dello spirito, che mi permette di vedere al di là di ogni balordaggine di questa società e di questa Chiesa, al limite della tracollo, tenendo sempre fede al principio: prima la verità e la giustizia (quella naturalmente di un piano superiore alla banalità dei diritti a senso unico), e il resto… al diavolo!
E tu, castratello nello spirito, tutto pelle e boria, non rompermi più le palle!
E tu, politicante-rottame di una ideologia balorda, aborto di umanità, hai solo una via per farmi tacere: usare una pistola!   
14 aprile 2018
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