Uno dei preti “imbecilli” di una diocesi “imbecille”

Appena ho letto la notizia mi è venuto spontaneo rifletterci sopra.
Questa Diocesi che sforna preti imbecilli è veramente irrecuperabile!
Sì, quel prete “no mask” è stato finalmente rimosso, ma non si è aspettato troppo tempo?
E che dire di un clero, il cui unico dissenso è andare contro le disposizioni governative concernenti la salvaguardia della salute del cittadino?
Tutto qui il dissenso?
Ci sarebbe veramente da ridere, o meglio da piangere, visto che i preti sono solo preoccupati di salvare la parte carnale di una fede priva di Spirito.
Tutta colpa delle mascherine!
Ah, ah, ah!!!
Siamo al colmo della imbecillità!
Questi preti “imbecilli” mandateli negli ospedali a pulire il sedere dei pazienti che stanno morendo di Covid!
Povera Diocesi, il cui unico dissenso sta nel borbottare perché il Governo con le sue restrizioni sta mettendo a rischio la fede dei credenti.
La mascherina potrebbe salvarci la pelle dalla minaccia del virus, ma noi siamo preoccupati di salvare la pelle di una Chiesa istituzionale, che da secoli e secoli è consumata dal virus della carnalità.
***
dal Corriere della Sera
LA DECISIONE DEL VICARIO EPISCOPALE

«Covid? Ribellatevi alle mascherine»:

rimosso prete dalla chiesa di Vanzago

Don Diego Minoni, sacerdote «no mask», sospeso dalla parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano. Sarà sostituito da don Maggione
di Federico Berni
«Abbassatevi la mascherina che ci capiamo meglio». Oppure. «Ci stanno inculcando il Covid nella testa per toglierci tutte le libertà». E ancora, dal pulpito: «Genitori, ribellatevi all’ipotesi di tamponi settimanali ai vostri figli per il rientro a scuola».
Come definire una persona che si esprime cosi? Un negazionista? Un «no mask»?
Intanto, è un sacerdote. Don Diego Minoni, parroco di Vanzago, comune di 10 mila abitanti nel Milanese. All’ennesima presa di posizione, dal catechismo alle omelie, prediche agli adulti e lezioni ai bambini, il prete che si batteva contro la «museruola» della mascherina è stato rimosso. La notizia è stata anticipata da «Il Giorno».
Don Minoni non è più il parroco della chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano. A comunicargli la decisione è stato monsignor Luca Raimondi, vicario episcopale per la zona pastorale di Rho e vescovo ausiliario.
Ora è a disposizione dei padri oblati, di cui fa parte. Sarà don Simone Maggione, già responsabile della pastorale giovanile di Pogliano Milanese e Vanzago, a prendere le redini della parrocchia.

9 Commenti

  1. Roberto ha detto:

    Caro Don Giorgio. Dopo quello che e’ successo in questi due anni si deve proprio ammettere che Don Diego aveva ragioni da vendere e pure una certa oculatezza nel capire dove ci vogliono portare.

    DON GIORGIO, LE SUE SCUSE PUBBLICHE SEMBRANO NECESSARIE, COME PUBBLICHE SONO STATE LE ACCUSE.
    INNANZITUTTO LA VERITA’ POI LE OPINIONI.
    SE VUOLE VERAMENTE RINVIGORIRE QUESTA CHIESA MALMESSA, ADESSO HA UNA OPPORTUNITA’ IN PIU’ PER FARLO.

    ROBERTO

  2. Luigi Sirtori ha detto:

    Pongo una semplice domanda: perchè questo prete si comporta così? La mia semplice risposta è che si sente Dio. Non è la conseguenza dell’identificazione tra Gesù e Dio? Se si sente Dio è convinto di essere invulnerabile a meno che venga colpito dal virus. Ma non è la stessa cosa per altri preti della nostra diocesi milanese? Chiedetelo al vescovo Derio Olivero che ne ha fatto un’esperienza diretta. Consiglio a questo fenomeno di prete di leggere il libro pubblicato a cura di questo vescovo: “Non è una parentesi”. Propongo solo una parte per far riflettere: “Il titolo che ho scelto per questo libro vuole evidenziare senza ambiguità un tema di fondo sollevato dalla crisi pandemica: uno dei grandi rischi che la Chiesa e la società stanno correndo è quello di pensare che, quando questo bruttissimo periodo prima o poi si sarà chiuso, potremo tornare finalmente come eravamo prima. Sono convinto invece, per l’esperienza che ho fatto e per quanto adesso osservo, che questa tragedia non sia assolutamente una brutta parentesi da superare per tornare come prima: è un tempo che ci parla, un kairòs. È un tempo che urla e che ci chiede di cambiare. …”

  3. DON GIORGIO:cosi’dovrebbero essere tutti i preti,ma la regola è crel’eccezzione conferma la regola

  4. Giuseppe ha detto:

    Viviamo nell’epoca della dietrologia, del sospetto e della “furbizia”. Guai a credere alle autorità e alle raccomandazioni per salvaguardare la salute pubblica: sono tutte macchinazioni di malintenzionati che vogliono privare gli onesti cittadini della libertà! Si comincia con le mascherine, i distanziamenti e l’isolamento e chissà dove si va a finire!
    SEmbra di essere tornati all’oscurantismo del medio evo, della caccia alle streghe e della “santa” inquisizione….

  5. simone ha detto:

    “Questi preti “imbecilli” mandateli negli ospedali a pulire il sedere dei pazienti che stanno morendo di Covid!”

    Questa notizia arriva a pennello dopo il video contro i preti che non sanno ribellarsi al declino della diocesi.
    Ma sinceramente io avrei voluto assistere alla scena dei fedeli che si toglievano la mascherina perché l’ha detto il parroco. Chissà che gara a chi la toglieva per primo?

    L’inesistenza delle comunità cristiane la vedi in queste situazioni. Uno così andava defenestrato dalla comunità; bisognava andare in chiesa altrove lasciandolo solo nella sua ignoranza. Invece è rimasto lì saldo nella sua posizione; perché non conta la coscienza, l’intelletto ma il parroco. E’ il parroco che tiene in mano le sorti di ogni parrocchiano. E’ lui che decide chi si salva o chi è destinato al castigo eterno.
    Assurdo che debba intervenire la curia e magari qualcuno si schiera pure dalla sua parte. Se era per me l’avrei rimandato di peso dalla mamma coi suoi 4 stracci!
    Ma poi perché contrapporsi alle norme? A che titolo? Con che diritto? Che presunzione signori!
    Chiaramente non si oppone alle norme idiote della curia!

    Qui siamo alla follia. Il prete che fa tutto tranne quello a cui è chiamato. Richiudetelo.

  6. Patrizia ha detto:

    Ma da dove cavolo li raccattano?
    Una Chiesa che ha ormai perso la Fede, che guarda al numero, non alla qualità.
    Meglio pochi ma buoni, il buon lievito anche se poco, produce molto frutto.
    Un saluto a don Giorgio, un Prete con la maiuscola.

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