L’appello: “Salvate Ghina, bimba ferita in Siria”

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da Repubblica

L’appello: “Salvate Ghina, bimba ferita in Siria”

Amnesty International: “Servono cure per lei, 11 anni, colpita da un cecchino a Madaya. Intervenga l’Onu”. A Manbij la peggior disfatta dell’Is dopo Palmira: miliziani in fuga. L’accusa: “Bombe su Idlib, decine di vittime”
dal nostro inviato PIETRO DEL RE
GAZIANTEP – Oltre che di battaglie, eroi, kamikaze e aguzzini, i bollettini della guerra in Siria riguardano sempre di più lo strazio dei civili. Tra questi martiri involontari c’è Ghina Ammad Wadi, bambina di 11 anni che il 2 agosto scorso è stata colpita all’anca da un cecchino del regime mentre stava andando a comprare dei farmaci per la madre.
È accaduto a Madaya, grosso borgo nella periferia occidentale di Damasco conquistato da qualche mese dai ribelli, e da allora stretto d’assedio delle forze lealiste e dalle milizie libanesi di Hezbollah. Il proiettile le ha frantumato il bacino, e la frattura multipla di cui soffre le provoca atroci dolori che gli analgesici disponibili a Madaya sono inadeguati a lenire. Né ci sono strutture sanitarie in grado di aiutarla. Ghina dovrebbe perciò essere evacuata verso un ospedale di Damasco o di Amman, e lì operata al più presto. Ma le autorità siriane rifiutano a chiunque di lasciare la cittadina.
Nel dramma che la funesta, la sola fortuna di Ghina è di avere una zia a Londra, Fadah Jassan, che si è rivolta a una delle più serie e attendibili organizzazioni umanitarie, Amnesty International, la quale ha subito lanciato a gran voce un appello a tutta la comunità internazionale per salvare la piccola. “Ci siamo rivolti al gruppo di lavoro sugli aiuti umanitari delle Nazioni Unite affinché faccia tutto il possibile per trasferire Ghina in un ospedale dove possa essere operata”, dice Kristyan Benedict, operatore di Amnesty incaricato del dossier siriano. “Abbiamo anche chiesto a Russia e Stati Uniti di fare pressione su Damasco che ancora si oppone all’evacuazione della piccola”. La zia ha domandato al governo britannico di intervenire per salvare sua nipote. “Mi sono rivolta agli inglesi perché vivo a Londra, ma supplico tutte le grandi potenze di intervenire per far uscire Ghina da Madaya, perché più passa il tempo più la situazione peggiora e c’è un forte rischio di un’infezione ossea e di setticemia”, dice Fadah Jassan. Insieme alla piccola, sono intrappolate nella cittadina damascena più di 40mila abitanti. Nelle scorse settimane, sono morte di fame a decine.
Intanto a Manbij, nel nord del Paese, le Forze democratiche siriane (Sdf), coalizione di miliziani a predominanza curdi sostenuti da Washington, hanno confermato di avere preso ieri il completo controllo della città, tagliando così la principale via per i rifornimenti dalla frontiera turca per Raqqa, roccaforte dello Stato islamico in Siria. Le forze curde hanno anche confermato la liberazione degli oltre 2mila civili che le brigate nere in fuga s’erano portate dietro come scudi umani durante il ripiegamento verso Jarablus. Per gli islamisti si tratta del peggiore rovescio subito in Siria dopo la riconquista della città di Palmira da parte dell’esercito siriano, nel marzo scorso, e dalla perdita nel 2015 del valico di confine con la Turchia di Tal Abyad, a nord di Raqqa. Almeno 22 civili sarebbero invece stati uccisi nei bombardamenti su Idlib.

 

2 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Quando è in atto un conflitto sanguinoso, anche chi in teoria potrebbe avere ragione, ha sempre e comunque torto. Una volta le guerre si combattevano tra eserciti che si fronteggiavano, più o meno lealmente, senza coinvolgere altro che i soldati e chi restava sul campo sapeva già in partenza che avrebbe potuto non tornare più. Oggi la violenza tecnologica ha preso il sopravvento e a morire e restare invalidi sono per lo più i civili, tra i quali c’è un’alta percentuale di bambini. Ma possibile che l’essere umano non sia ancora riuscito a capire, dopo tante stragi, tanto dolore e tanta barbarie, che la logica delle armi è un’aberrazione e che dalle guerre si esce tutti sconfitti e non ci sarà mai realmente un vincitore, perché ogni volta l’umanità muore poco a poco?

  2. GIANNI ha detto:

    Si dimostra ancora una volta che il terrorismo non è solo quello dell’Isis, ma anche del regime siriano, peraltro da sempre abituato a torturare ed uccidere anche bambini, nè più, nè meno di quanto faceva la germania nazista.
    Speriamo, quindi, che l’appello venga accolto, e che possa essere attivata una tregua generalizzata.

    Mi è gradita l’occasione per porgere a tutti i lettori ed utenti del sito i migliori auguri di buon ferragosto.

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