Dieci anni e non sono pochi…

Dieci anni, e non sono pochi…

5 Commenti

  1. Martina ha detto:

    Solo il simile può conoscere il simile.

    E don Giorgio è quella carica esplosiva che dà vita in un mortorio generale, dove regna la carnalità.
    Chiesa e Stato vanno a braccetto.
    In questi 10 anni c’è stato un collasso generale da entrambe le parti.
    don Giorgio, continua a portare luce, nonostante tutto!

  2. luigi ha detto:

    Don Giorgio è la testimonianza vivente che ancora nella Chiesa gerarchico-clericale non c’è libertà: perchè è stato esliato? Non c’è nemmeno fraternità: perchè gli è stato negato il saluto? Non c’è infine uguaglianza: perchè ha subìto un trattamento diverso?
    Se hanno fatto questo a don Giorgio, pensate che non siano capaci a farlo ad ognuno di noi?
    Meditate e metanoeite, prima che in Italia trionfi il Dio, patria e famiglia di Meloni o l’esposizione dei crocifissi in tutti i luoghi pubblici di Salvini.

  3. luigi ha detto:

    “La Chiesa è la patria di tutti, anche dei diversamente pensanti e perfino dei dissenzienti come avviene in qualsiasi società civile dove coesistono orientamenti contrapposti, persino ostili tra di loro senza che per questo vada a catafascio. La fede, che è comunione con Dio, è la stessa in tutti i credenti, mentre il modo di intenderla, che è teologia, non può essere che molteplice, a seconda dei luoghi, dei tempi, delle culture di coloro che l’accolgono; ancora più diversificati sono i
    modi di esternarla ossia di celebrarla.” (Ortensio da Spinetoli & Alberto Maggi)
    Don Giorgio non ha abbandonato la Chiesa, quando ne aveva le ragioni per farlo. Può celebrare la messa domenicale a Dolzago e si è reso disponibile anche per Cernusco Lombardone se riescono a convincere il vescovo a dargli l’autorizzazione. Ha fatto bene a non abbandonarla. La Chiesa di oggi ha bisogno di profeti e don Giorgio con le sue critiche al vescovo e le invettive contro i politici come Salvini, Meloni ma anche Conte esercita al meglio questo ruolo. Ricordo che Turoldo diceva di pregare perchè non manchino i profeti nella Chiesa. Oggi, e la dimostrazione è don Giorgio, non li ammazzano più, ma li esiliano in una casa. In questi dieci anni di esilio don Giorgio non è rimasto inattivo. Ha operato attraverso il suo sito. Celebra ancora messa nella chiesa di Dolzago. A molti non piace forse il suo linguaggio colorito contro gli ecclesiastici e i politici. Il ruolo del profeta può assumere questi atteggiamenti per arrivare a tutti e non solo ai teologi, ai sapienti, agli intellettuali .. Un augurio perchè continui come in questo decennio finchè le forze lo sosterranno. Non mi resta che ringraziarlo per quello chi mi ha dato e che in parte sono riuscito a far mio. Forse anche quelli che non la pensano come lui o gli sono ostili dovrebbero ringraziarlo per il suo impegno gratuito, specialmente per le sue omelie mai banali.

  4. simone ha detto:

    Spero che questo sfogo, che condivido e sottoscrivo, oggi riportato da PrimaMerate:
    https://primamerate.it/attualita/don-giorgio-de-capitani-da-10-anni-in-esilio-colpa-di-scola-e-delpini/

    non crei ulteriori tensioni con il piccoletto.
    Conosco bene il modo di agire dei “potenti” della Chiesa…tutto il contrario del Vangelo. Probabilmente avrà l’occasione di conoscere il nuovo vicario di zona…anche se le anticipo che troverà poco o niente di interessante.

    • Don Giorgio ha detto:

      Ho già messo le mani in avanti: nel caso in cui il nuovo vicario vorrà visitarmi, ho chiesto al decano don Carlo di fare da testimone. Non mi fido più di incontri privati.

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